Grottaferrata e la Carta Archeologica: tornando sulla grande scoperta dell’Ipogeo delle Ghirlande. Storia di una scavo
Pubblicato: Giovedì, 30 Aprile 2020 - redazione attualitàGROTTAFERRATA (attualità) – Nella Carta Archeologica l’iter e le tappe che portarono alla sensazionale scoperta del 2000
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Una storia di venti anni fa, di notorietà mondiale. Sulla scoperta dell’Ipogeo delle Ghirlande, già trattata durante questo percorso, è stato scritto molto con pubblicazioni di livello internazionale.
In questa 47a puntata, così come nelle prossime, affronteremo gli indizi e le curiosità che portarono a tale rinvenimento, di incredibile eccezionalità, e ne spiegheremo le caratteristiche.
Ci affidiamo, per questo, alle parole scritte proprio tra i documenti della Carta da Franco Arietti (estensore della Carta Archeologica) per comprendere meglio come si arrivò all’Ipogeo. Un racconto non privo di aneddoti particolari ed interessanti.
LA SCOPERTA - Come abbiamo potuto constatare nelle altre puntate, i 271 siti della Carta Archeologica sono stati tutti censiti attraverso sopralluoghi sistematici dallo stesso Arietti. In molti casi è stato necessario ritornare più volte nello stesso luogo per documentare realtà complesse, come nel caso di Ad Decimum, una delle aree archeologiche più importanti dei Colli Albani.
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“Il sopralluogo effettuato nella proprietà del Dott. Emidio Carboni, un grande parco misurante circa 1,7 ettari, situato proprio al centro del grande complesso archeologico di Ad Decimum – ricorda Arietti nella sua ricostruzione documentata proprio sulla Carta Archeologica - ha riservato numerose sorprese. In proposito, ricordo le strutture emerse sotto il casale (ambienti coperti a cupola, corridoi, ecc., perfettamente conservati in alzato) delle quali nessuno sapeva nulla, nonostante fossero apparse durante il recente restauro del casale posto ad una distanza di appena 50 metri dalla catacomba. Questo sito è stato documentato per la prima volta nella Carta archeologica. Nel corso del medesimo sopralluogo, sono stato accompagnato dal Dott. Carboni che gentilmente, dopo avermi messo al corrente delle importanti presenze sotto il casale, mi ha accompagnato nelle varie zone archeologiche (già note) distribuite in varie parti del parco e successivamente censite in questa Carta”.
In quell'occasione, furono mostrate ad Arietti anche alcune strutture affioranti presso gli uffici. Il Dott. Carboni spiegò che esse stavano emergendo da qualche tempo mano a mano che la terra ricompattava; inizialmente interrate dall'Enel qualche mese addietro, al termine delle operazioni di rimozione del basamento in calcestruzzo sul quale poggiava un traliccio funzionale ad una linea elettrica ormai in disuso da molti anni. Ancora si vedevano chiaramente le tracce lasciate dai denti della benna dell'escavatore, che parzialmente demolì la parete meridionale del dromos, colpito ripetutamente e distrutto parte della volta dell'anticamera, danneggiandone pesantemente gli stucchi con i quali era decorata, e sfiorata la cella sepolcrale, rimasta illesa.
“Dal momento che nell'area si era formato quell'avvallamento dovuto all’assestamento della terra di riporto deposta dall'Enel per riempire la cavità lasciata dal basamento in calcestruzzo- scrive Arietti - poiché essa stava per essere colmata e livellata per consentire il transito e soprattutto servire come parcheggio agli antistanti uffici di una società, ritenni opportuno - prima che venissero intraprese le opere di colmatura e livellamento del terreno - chiedere di poter procedere ad uno scavo archeologico per accertare la natura dei nuovi reperti da inserire nella Carta archeologica e di comunicarne la presenza alla competente Soprintendenza archeologica. Il Dott. Carboni ha cortesemente acconsentito di procedere allo scavo, purché "eseguito in tempi brevi". Poiché il livellamento e la nuova sistemazione dell'area avrebbero comportato movimenti di terra, consigliai di comunicare le modalità dell'intervento sia all'Ufficio Tecnico del Comune di Grottaferrata che alla Soprintendenza competente per territorio”.
Dopo aver preso atto della scoperta dell'ipogeo, assieme al funzionario della Soprintendenza archeologica del Lazio, si lavorò alla complicata rimozione del sigillo che consentiva l'accesso alla cella sepolcrale (nella foto di copertina), con le maniglie ancora incredibilmente funzionali. A seguito della scoperta dei due sarcofagi e della successiva apertura di uno di questi (Aebutia Quarta), la Soprintendenza per il Lazio richiese la collaborazione di Arietti. La sua missione presso altra Soprintendenza fu autorizzata da Roma dopo un sopralluogo del Soprintendente aggiunto a Grottaferrata presso l'ipogeo.
L’attività nell'ipogeo di Arietti durò dal mese di maggio 2000 al 5 gennaio 2001, giorno in cui entrambi i sarcofagi sono stati prelevati e trasportati rispettivamente a Tivoli (Carvilio) e al Museo dell'Abbazia di S. Nilo a Grottaferrata (Ebuzia). Copia del suo diario di scavo e della documentazione relativa, sono conservati presso la Soprintendenza Speciale ai beni archeologici di Roma. Copia del registro con la procedura di scavo da me redatto, comprensivo delle unità stratigrafiche, dei numeri di inventario e della movimentazione dei numerosi prelievi di reperti inviati all'esame del Servizio di Bioarcheologia e Microscopia Elettronica del ministero e all'Enea, è conservata presso la Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio.
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“La scoperta dell'ipogeo – annota Arietti nella sua premessa - è stata resa possibile dalla lungimiranza dell'Amministrazione Comunale di Grottaferrata, nella persona del Sindaco Dott. Mauro Ghelfi, che alla metà degli anni '90 ha voluto realizzare una Carta archeologica da allegare alla variante di P.R.G., edita nel 1999 ed aggiornata nel 2008, del tutto identica a livello simbolico alla Carta dell'Agro romano (territorio confinante con Grottaferrata in molte zone sud occidentali) realizzata 35 anni fa dalla Sovraintendenza Comunale di Roma, eseguita scrupolosamente anche attraverso ricognizioni superficiali, sperimentata con successo per decenni dalla Soprintendenza archeologica di Roma, la quale si è rivelata assai preziosa e uno strumento irrinunciabile nell'ambito dell'attività di tutela preventiva”.
Il clamore suscitato dalla scoperta indusse le autorità locali e la Soprintendenza ad organizzare, in data 14 febbraio 2001, una conferenza stampa che ebbe molto risalto nella stampa e nei media a livello nazionale e internazionale. Fu in quella occasione che l'Amministrazione Comunale e Arietti suggerirono il nome da assegnare al complesso, denominato per la prima volta "Ipogeo delle Ghirlande".
“Infine, è bene ricordare che lo scavo e le varie attività connesse sono durati quasi ininterrottamente dal mese di maggio 2000 fino ai primi di gennaio 2001 e che, per tutto questo tempo, il Dott. Emidio Carboni – ricorda Arietti - favorì in ogni modo il nostro lavoro, mettendo a disposizione le sue maestranze, un edificio da adibire a deposito e laboratorio, provvedendo a coprire anche perimetralmente l’ipogeo con una struttura in legno provvista di dispositivo di allarme. Infine, finanziando le operazioni di restauro in loco e le varie consulenze affidate a specialisti esterni, sostenendo una spesa non indifferente. A lui vanno i più sentiti ringraziamenti".
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
24 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
25 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le grandi ville di Campovecchio e ‘Formagrotta’
34 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Roseto fino a Madonna della Molara e Via San Nicola
41- Grottaferrata e la Carta Archeologica: ancora tra Villa Senni e Ad Decimum. Curiosità e scoperte
Info:
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