Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
Pubblicato: Giovedì, 06 Febbraio 2020 - Fabrizio GiustiGROTTAFERRATA (attualità) – La 24a puntata del viaggio nella documentazione che illustra le evidenze della città, redatta dall’archeologo Franco Arietti
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In questa puntata dentro la Carta Archeologica di Grottaferrata ci inoltreremo inizialmente in alcune zone per poi arrivare all'area di Sant'Anna, ove secondo gli studiosi dell’ottocento e del novecento erano presenti resti di antiche dimore romane.
All’imbocco di via di Salè, da via Kennedy, appena sulla sinistra per chi scende, si possono vedere alcuni basoli in giacitura secondaria riversi al margine della strada (a volte ricoperti da terra e vegetazione) in apparenza sottostanti la recinzione che delimita una proprietà privata. Altri potrebbero trovarsi all’interno dello stesso limite che delimita il parco della villa (ex Villa Dusmet). Forse il lastricato è da mettere in relazione alla confluenza di due (o forse anche tre) antichi tracciati stradali che convergevano in quel punto. Anche via di Salè viene intesa come ricalcante un antico tracciato, l’uno proveniente dalla Macchia di Grottaferrata, l’altro ricalcante viale Dusmet e di seguito la strada sterrata che segna il percorso della vecchia via per Frascati.
Arrivando nella zona del Vallone (presso convento delle suore Francescane), nei primi anni ’70 del secolo scorso, in occasione di alcune ricognizioni effettuate dal Gruppo Archeologico Latino, vennero rinvenuti i resti di una tomba alla cappuccina. Essa si trovava al margine del piccolo pianoro, nel punto in cui inizia lo strapiombo, ed era venuta alla luce in seguito al processo di erosione e dilavamento patito da quell’area. Rimanevano solo esili tracce dell’originale copertura (qualche minuto frammento di laterizio assai friabile) e parte del disco circolare di una lucerna con decorazione a grande rosetta.
In zona Castel de’ Paoli – Valle Marciana (ex Vigna Onorati) si trova una villa romana. Di essa in realtà non esiste alcuna documentazione nonostante compaia quasi sempre nelle carte archeologiche (Grossi Gondi 1908, Ashby 1910, Quilici 1984), anche se però talvolta viene ignorata (nella “bozza” del Lanciani ad esempio, redatta verso la fine dell’800). Anche se non esistono descrizioni in merito a strutture in elevato, in seguito ad alcune ricognizioni si è potuto appurare che l’area è cosparsa di reperti che si trovano quasi sempre in giacitura secondaria, a causa delle sistematiche lavorazioni agricole per lo più riguardanti impianti di vigneti, avvenute anche in tempi relativamente recenti.
Fatto questo breve volo pindarico in alcune zone non ancora dibattute dalle puntate fin qui realizzate, arriviamo in località S. Anna (ex villa Mattei – Galassini), ove vengono ubicate numerose presenze archeologiche, tra le quali figurano alcune ville. Purtroppo non sempre la descrizione degli studiosi è sufficientemente precisa sotto il profilo topografico, per cui si dispone di una cartografia difforme e recante alcune discordanze. Il Lanciani, nella sua bozza datata alla fine dell’800, ed anche Grossi Gondi, collocano una di queste ville antiche in coincidenza con villa Galassini, mentre Ashby pone una villa romana a Nord-ovest di essa; infine i Quilici, accanto all’edificio riconosciuto da Ashby, ne affiancano un altro ad oriente.
Un sopralluogo nell’area ha potuto chiarire che la pianta di T. Ashby riporta correttamente la serie di presenze archeologiche distribuite in quella zona. Non è dato sapere i motivi che hanno spinto il Grossi Gondi ad ubicare dei resti antichi sotto alla ex villa Galassini, la quale, a giudicare dalla sua posizione relativamente dominante, potrebbe essere stata costruita su una parte della villa romana, che quindi potrebbe disporsi, da est a ovest, su alcuni terrazzamenti che occupano un’area piuttosto vasta. L'immobile, al tempo della realizzazione della Carta Archeologica, era disabitata e non fu possibile effettuarvi un sopralluogo, in particolare negli scantinati.
Dell’antica villa non emerge in quest’area alcuna struttura. Il suo perimetro può essere identificato solo in base ai limiti del terrazzamento settentrionale, costituito dalla sola regolarizzazione delle scarpate alla quale non è seguita, come di solito è avvenuto per ciascuna 'basis villae' nota nel tuscolano, l’erezione delle poderose sostruzioni cementizie addossate alle tagliate artificiali. Ciò costituisce un unicum assai interessante, così come lo è l’unica opera sostruttiva presente, limitata allo spigolo nord occidentale del pianoro.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
Info:
Grottaferrata, quando si fa finta che la Carta Archeologica non esista...