Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale

Pubblicato: Domenica, 26 Gennaio 2020 - Fabrizio Giusti

 

GROTTAFERRATA (attualità) – La 21a puntata dell’imponente documentazione redatta da Franco Arietti sui 271 siti del territorio

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La 21a puntata nel viaggio dentro la Carta Archeologica ci porta oggi nell’area delle grandi ville rinascimentali del territorio, in particolare Villa Muti e Villa Grazioli. Due siti di grande importanza, che nascondono storie poco note di evidenze archeologiche e curiosità.

VILLA MUTI - Nell’area di Villa Muti-Arrigoni, la particolare morfologia del colle ha condizionato la costruzione di una villa di età romana disposta su due terrazzamenti. La successiva sovrapposizione dell’attuale dimora, costruita alla fine del cinquecento, con il suo maestoso parco, ha cancellato ogni traccia della fase edilizia romana, di cui rimane visibile solo un tratto di muro sostruttivo pertinente al terrazzamento superiore. Villa Arrigoni – Muti è stata realizzata, nel 1579, ad opera del canonico Ludovico Cesaroli e successivamente ampliata dall’Arrigoni nel 1595 che vi subentrò (la villa passò poi ai Rocci – Varesi nel 1629 ed infine, nel ‘900, ai Muti), con ogni probabilità rispettarono sostanzialmente i terrazzamenti artificiali antichi, ospitando nel corso dei secoli i giardini ed il parco, mentre anche l’orientamento della villa padronale si accordò con quello del complesso di età romana sottostante.

Attualmente sono visibili in superficie ben poche strutture, come accadeva del resto anche ai primi del ‘900, a Thomas Ashby. Sulla Carta Archeologica del Lazio di P. Rosa vengono evidenziate le strutture perimetrali antiche, il terrazzamento superiore e forse quello inferiore. Nel 1884, R. Lanciani pubblicò una pianta degli scavi condotti in quell’anno per conto della marchesa Muti – Bussi ed eseguiti in occasione della sistemazione dell’area verde, un tempo raro esempio di giardino all’italiana, i quali misero in luce resti antichi di notevole interesse.

Nel documento si legge: ”Nella terrazza più alta, posta al livello del piano nobile del palazzo, scavandosi il terreno per rinfrescare e rinnovare le aiuole del giardino, sono state scoperte circa dodici stanze antiche, coi muri troncati ad un metro dai pavimenti. I muri sono fabbricati di due maniere: in reticolato augusteo, senza mattoni, ed in opera quadrata a massi di sperone. L’intonaco è finissimo, a polvere di marmo, e dipinto all’encausto coi fondi degli spechi di color nero, o morellone o di cinabro. I pavimenti pure sono di due maniere, cioè marmorei o tessellati. Per quanto ho potuto comprendere dal racconto degli scavatori, si sarebbe ritrovato l’angolo di un atrio a colonne doriche di peperino, intonacate e dipinte. Potei riconoscere la parte superiore di una colonna, col capitello intagliato nel medesimo blocco del fusto. Gli oggetti di scavo messi in disparte sono: tre bolli di mattone, alcuni frammenti di intonaco dipinto, alcuni pezzi di fregi in terracotta. Una mano di discobolo d’ottimo lavoro”.

L’ubicazione esatta degli ambienti menzionati dal Lanciani rimane incerta, anche se vi sono delle valide ragioni per credere che si conservino sotto i giardini del parco.

Proprio R. Lanciani cominciò ad elaborare, tra il 1890 e il 1900, una pianta di questa parte del Tuscolano, nella quale vennero riportate, in modo del tutto simbolico, le presenze antiche sottostanti l’area di Villa Muti. Due aree rettangolari evidenziate in rosso potrebbero rappresentare due terrazzamenti, mentre figurano altri tratti lineari, non sappiamo se relativi a strade o a sostruzioni. E’ interessante notare anche una strada antica, ma non sappiamo però se l’andamento del tracciato venne formulato in via ipotetica oppure se lo studioso vide a quei tempi un tratto lastricato che lambiva a meridione la villa romana. Anche Ashby pensò ad un tracciato analogo, portando come prova la presenza di basoli murati nel muro di cinta di Villa Muti, oggi scomparsi, mentre il Rosa riportò nel suo studio una strada in quella medesima direzione, ma a tratteggio.

Nel corso di un sopralluogo compiuto da Franco Arietti si è potuto constatare che non affiorano resti antichi né sotto l’edificio rinascimentale, né in quasi tutta l’area del parco. Solo un breve tratto di muro con paramento in opera mista appare per un tratto di circa 2 – 3 metri di lunghezza. Questo tratto venne correttamente riportato dal Rosa nella sua bozza, il quale poté osservarlo per una lunghezza maggiore di quella attuale in un momento in cui appariva pulito e senza vegetazione. E’ dunque probabile che il muro di età imperiale proseguisse oltre la mezzeria del parco.

Una strutture antica, al di fuori della moderna proprietà di Villa Muti, è individuabile in una conserva d’acqua. Essa compare sulla cartografia relativa a Villa Arrigoni fin dal 1626. Comunica con un ambiente ipogeo e poi con un’altra piccola cisterna ricavata sotto la scalinata che unisce i due terrazzamenti, posta a nord del monumentale ninfeo absidato. In conclusione, parlando di questa antica dimora, la prossimità delle strutture di epoca imperiale alimentano il sospetto che forse la pianta seicentesca si adatti a quella più antica di epoca romana per una buona parte.

VILLA GRAZIOLI - Villa Grazioli si sovrappone ad una fabbrica di epoca romana. Attualmente non emerge nulla della parte antica, per cui gli unici riferimenti sono le descrizioni ottocentesche. Al riguardo, sono preziosi i suggerimenti di P. Rosa. Entrambe le planimetrie mostrano un’antica strada che da Grottaferrata conduceva a Frascati e che in quel periodo era la via principale. Altri contributi ci giungono dalle notizie raccolte dalla Soprintendenza archeologica per il Lazio in seguito ad un intervento effettuato nei primi mesi del 1995 nell’area antistante la residenza rinascimentale.

Lo scavo per la costruzione di un manufatto in cemento, condotto presso lo spigolo orientale dell’edificio, secondo la relazione della Carta Archeologica ha messo in luce alcune strutture che sono state poi documentate. I muri, orientati a Nord Ovest/Sud Est come l’edificio principale di Villa Grazioli, confermano la coincidenza dell’orientamento tra la fabbrica antica e quella rinascimentale. Va detto a proposito che un’ispezione effettuata da Arietti nel periodo in cui erano in corso i restauri negli scantinati della villa, non ha rivelato l’esistenza di strutture preesistenti, ma le osservazioni si limitarono alla parte superiore delle fondazioni rinascimentali che in profondità (sotto i pavimenti) potrebbero appoggiare sui resti della villa antica, in particolare le fondazioni della facciata principale, quella rivolta ai giardini superiori, presso cui sono venute alla luce delle strutture.

Sono stati inoltre rinvenuti alcuni ambienti ipogei da ricondurre ad un sistema di opere idrauliche piuttosto articolato.

Gli studiosi che in passato si sono occupati del Tuscolano sono stati avari di notizie intorno al complesso di Villa Grazioli. Nel ‘700 il Mattei annota la presenza di un tratto lastricato in quest’area sopra il giardino della villa e ciò potrebbe confermare la presenza di un tracciato stradale. Le pertinenze di Villa Grazioli che si raggruppano ad un livello inferiore, potrebbero comunque essere state edificate sopra resti antichi, dal momento che alcune di esse mostrano lo stesso orientamento della villa padronale. In tal caso, tratti di sostruzioni antiche potrebbero comparire a meridione, dal momento che sulla scarpata Arietti notò la conservazione, a a cavallo tra il novecento e il nuovo secolo, di “tracce di muratura in opus caementicium scampate alla demolizione della parete scoscesa del colle in occasione ella costruzione di un complesso residenziale”.

Le altre puntate:

1 - Grottaferrata, alla scoperta della Carta Archeolgica. Via delle Vascarelle e l'area limitrofa: l’acquedotto Julia e una necropoli

2 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la straordinaria scoperta dell’"Ipogeo delle Ghirlande" nel 2000

3 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Via Quattrucci e ‘Colle delle Streghe’. I mausolei, le antiche strade

4 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Valle Marciana a Campovecchio tra tombe, tracciati e cisterne

5 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le pendici del Tuscolo tra mausolei, strade e conserve d’acqua 

6 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Villa Senni al Tuscolo con la Via Latina. La distruzione dei contemporanei

7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)

8 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: i mausolei presso catacombe ‘Ad Decimum’. Le sepolture meno conosciute

9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano

10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea

11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte

12 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Valle Marciana e La Torretta. Ville, strade e sentieri antichi

13 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Senni e Via Sant’Andrea, le antiche strade di collegamento

14 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’importante patrimonio di Borghetto. Mausolei, ville romane, tracciati

15 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: dal ‘Litta’ fino alla Cipiriana e Valle Marciana. Antiche piscine, vie ed edifici nascosti

16 -Grottaferrata e la Carta Archeologica: la grande villa romana verso 'Capo d'Arco'. Le evidenze di Bagnara, il ‘tempietto’ a Valle Marciana

17 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la villa romana alle suore francescane. Il mausoleo e le sepolture perdute all’ex Casale Santangeli

18 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: tra l'Abbazia, Via del Grottino e Viale Kennedy alla ricerca di evidenze sconosciute

19 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: dalle opere antiche di Viale Kennedy fino ai tracciati delle ville Muti – Grazioli - Cavalletti

20 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la grande villa romana tra Viale Dusmet, Via della Cipriana e Villa Grazioli

 

Info:

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