Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Squarciarelli a Campovecchio. Le notizie sull’acquedotto Giulia
Pubblicato: Lunedì, 30 Marzo 2020 - redazione attualità
GROTTAFERRATA (attualità) – La 38a puntata del nostro lungo viaggio
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Per la 38a puntata della scoperta della Carta Archeologica di Grottaferrata torniamo su alcuni luoghi che abbiamo già visitato in passato, ma questa volta con la necessità di indagare la linea degli acquedotti che alimentavano ville storiche e aree naturali. In particolare si farà riferimento all'acquedotto della 'Giulia', per il quale gli studiosi contemporanei hanno discusso e si sono divisi. Per fare ciò ci inoltreremo nell'area che va da Squarciarelli e Campovecchio, interessando Vallone, Via Sant’Anna, Cartiera.
Un tratto di acquedotto di età romana è stato individuato nel corso dei sopralluoghi effettuati per la redazione della Carta Archeologica di Grottaferrata. Il suo tracciato è stato ricostruito in base a una serie di osservazioni, in parte dirette, in parte desunte dalle testimonianze di coloro che lo hanno materialmente ispezionato dall’interno. Nel suo tratto iniziale esso si allaccia ad una sorgente sotterranea, alla quale si accede ancora oggi attraverso un pozzo profondo circa 15 metri, di età romana, che si conserva all’interno dell’Istituto religioso insediato presso l’ex Villa Cavallini, in località Squarciarelli.
Per ciò che riguarda le dimensioni del cunicolo nel suo tratto iniziale, esso venne ispezionato qualche anno fa lungo tutto il suo percorso, da Campovecchio (Villa Gioacchini) fino alle sorgenti di Squarciarelli, sia da persone che badavano alla sua manutenzione, oppure da privati, questi ultimi spinti dalla necessità di verificare i motivi del guasto improvviso che aveva impedito il normale flusso dell’acqua. Pertanto risulta che fino a qualche anno fa l’acquedotto era ancora funzionante, almeno fino al periodo in cui vennero costruiti gli edifici del Piano di Zona Colle S. Antonio.
Lungo il tracciato dell’acquedotto sono visibili dei pozzi. Due di questi sono ubicati nel giardino di una villa costruita alla fine degli anni novanta del secolo scorso presso Casale Raparelli lungo una stretta fascia di terra, passaggio obbligato per l’acquedotto, che separa il Vallone dall’altra valle a meridione; un terzo pozzo si può forse riconoscere nei pressi della villa romana di Formagrotta, mentre il quarto pozzo è stato rinvenuto in seguito alle ricognizioni dell'archeologo Franco Arietti in prossimità di villa Gioacchini.
Solo in due punti è possibile vedere il cunicolo affiorare in superficie: all’incrocio tra la via di S. Anna e via della Cartiera e nel prato a est di villa Gioacchini.
Per quanto riguarda il tracciato dell’acquedotto ipogeo, va specificato che sulla Carta Archeologica esso risulta tracciato con una certa approssimazione. I punti fermi sono il pozzo di captazione, forse un tratto di cunicolo presso la cappella (o chiesetta) dell’Istituto religioso. Da questo punto, fino ai pressi della villa romana di Formagrotta, non esiste alcun elemento per definire l’andamento del tracciato. Si può solo supporre che l’opera doveva costeggiare la villa a meridione, scendendo lungo la cresta del colle, dal momento che l’edificio antico a nord si affaccia sul Vallone con un imponente apparato sostruttivo.
LA GIULIA - La presenza di questo acquedotto, comunque, delle interpretazioni che in alcuni casi potrebbero ricollegarsi all’andamento dell’acquedotto della Giulia. Gli studiosi sono concordi nell’ubicare, anche in base alle indicazioni di Frontino, le sorgenti della Giulia a Squarciarelli. In nessun caso il tracciato dell’acquedotto, anche se in via ipotetica, appare riportato sulla cartografia di quanti si sono occupati dell’argomento. Ciò deve riferirsi unicamente al primo tratto della Giulia, vale a dire dalle sorgenti fino a Valle Marciana, dove si univa, presso la sorgente Preziosa, all’acquedotto della Tepula proveniente da Marino.
Solo sulla carta dei Quilici (1984) viene riportato, in va ipotetica, il tracciato della Giulia, che segue la riva destra della marrana. Ma ciò si presta a numerose contraddizioni. La prima deriva dal fatto che l’acquedotto, per raggiungere l’area della sorgente La Preziosa, deve scavalcare il Fosso della Marrana; naturalmente ciò non può avvenire lungo il Vallone, ma solo a Valle Marciana, dove però non esistono tracce delle arcate di un acquedotto o di opere.
Dalla documentazione archeologica deriva la prova che la Giulia percorreva il lato sinistro del Fosso della Marrana. Due monumentali cippi ‘iugerali’ furono rinvenuti sul lato sinistro della Marrana, l’uno a circa 200 metri in linea d’aria dalla cartiera e quasi di fronte all’Abbazia di Grottaferrata, l’altro a Campovecchio. Un terzo cippo, proviene dall’area di Squarciarelli, potrebbe ugualmente essere stato rinvenuto sulla riva sinistra del fosso.
Per ciò che riguarda l’acquedotto, comunque, non esistono attualmente prove decisive che esso corrisponda a quello della Giulia. Esso si interrompe a Campovecchio, a poche decine di metri da una cisterna che si trova sotto Villa Gioacchini, ma la cesura potrebbe essere solo relativa ad un ramo ricavato in età rinascimentale, mentre il condotto principale poteva proseguire verso valle Marciana, sul lato settentrionale delle strutture romane su cui è sorta Villa Gioacchini stessa.
In età romana i privati non potevano usufruire dell’acqua trasportata dagli acquedotto pubblici e il percorso di questi ultimi era tutelato attraverso norme severe atte a garantire la fascia di rispetto superficiale delimitata dai cippi iugerali. Dal momento che l’acquedotto in questione rasenta alcune importanti ville, nonché cisterne, non si può escludere a priori che esso sia stato costruito da privati, il che ci garantirebbe che non si tratti della Giulia. In questo caso sarebbe interessante verificare, attraverso sopralluoghi, eventuali utenze, ad esempio all’altezza dei pozzi rispettivamente rinvenuti nel Novecento presso le due grandi ville di Formagrotta e Campovecchio.
Nota storica: Frontino rammenta che le sorgenti della Giulia potevano essere raggiunte attraverso un diverticolo che si staccava dal XII miglio della Via Latina (Cimitero Comunale). Ashby riporta questo sito, che grosso modo si avvicina all’andamento delle moderne via Roma e via Santovetti. Grossi Gondi identifica il tracciato con il lastricato che ancora qualche anno fa si conservava sotto via del Grottino, il quale, secondo lo studioso, faceva parte della strada che si staccava dalla Via Latina all’altezza del cimitero e doveva proseguire in direzione Squarciarelli fino alle sorgenti della Giulia. L’indicazione di Frontino parrebbe comunque sommaria secondo il parere Lanciani ed Ashby. Per ciò che concerne i cippi prima accennati, sono simili e vanno ricondotti all’età augustea per l’iscrizione e la numerazione.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
24 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
25 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le grandi ville di Campovecchio e ‘Formagrotta’
34 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Roseto fino a Madonna della Molara e Via San Nicola
Info:
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