Grottaferrata e la Carta Archeologica: le grandi ville di Campovecchio e ‘Formagrotta’
Pubblicato: Domenica, 09 Febbraio 2020 - Fabrizio GiustiGROTTAFERRATA (attualità) – La 25a puntata della Carta Archeologica ci porta in due siti di grande valore
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La 25a puntata nel viaggio dentro la Carta Archeologica di Grottaferrata è particolare. Si ferma infatti in due località, Campovecchio e Formagrotta, dove sono state rinvenute due grandi ville romane di estrema importanza. In parte sono state compromesse, nascoste o inglobate, come purtroppo è capitato di vedere a Grottaferrata, in aree private e pubbliche, dalla sfacciata urbanizzazione compiuta negli ultimi quaranta anni oppure dalla mancanza di valorizzazione, conoscenza e cura del territorio.
La villa sita in Campovecchio occupa un ampio pianoro Un imponente apparato sostruttivo la delimita ad occidente e a meridione. Sul pianoro superiore, coltivato a vigneto, non appare in superficie alcuna struttura. Un sopralluogo degli inizi di questo secolo ha consentito di accertare che per un’area assai estesa, tra le vigne, si osservava in superficie una ragguardevole quantità di materiale archeologico. “La descrizione ci sembra superflua – scriveva Arietti, l’estensore della Carta, nella sua relazione - dal momento che si cammina su un vero e proprio strato di reperti, spesso di natura pregiata, come marmi, intonaci, stucchi ecc”. Nell’area del pianoro figura un edificio di civile abitazione. Purtroppo l’accesso alla basis villae sottostante fu negato dai proprietari, per cui la descrizione delle sostruzioni venne in parte desunta da osservazioni fatte molti anni fa nel corso di un precedente sopralluogo, e naturalmente in base alle varie notizie fornite in merito dagli studiosi del passato.
Ancora una volta è una carta del Rosa ad aiutarci, in particolare per quanto riguarda il ninfeo che occupa la parte centrale delle sostruzioni occidentali. Nella rappresentazione schematica, comprensiva sia delle indicazioni del Rosa che di quelle direttamente osservate sul terreno, vengono riprodotte le posizioni dell’apparato sostruttivo principale. Nella parte centrale appare un ninfeo, descritto agli inizi del ‘900 da T. Ashby, il quale menziona “…una navata centrale larga m. 3.90 e due più piccole ai lati, larghe ciascuna m. 1.04”; tra la navata centrale e quelle laterali egli ricorda due file di colonne. La navata centrale, absidata, mostrava “un foro di apertura per la fuoriuscita dell’acqua”.
Attualmente un edificio moderno si addossa al ninfeo in questione. Per ultimo va ricordata una grande vasca circolare (Ashby la definisce cisterna) presente ad occidente della villa e certamente pertinente ad essa, che nella Carta Archeologica viene trattata separatamente dal momento che venne interrata agli inizi del ‘900 e di essa non vi è traccia alcuna in superficie.
FORMAGROTTA - La villa di epoca romana situata in località Formagrotta si sviluppa longitudinalmente lungo una stretta dorsale dominante la valle dove scorre il Fosso dell’Acqua Mariana. si dispone su terrazzamenti, due o forse tre, come mostra anche la carta del Rosa. Attualmente è visibile un imponente apparato sostruttivo relativo al terrazzamento inferiore rivolto alla valle, ben conservato, purtroppo in parte obliterato da edifici, ed in parte anche alcune strutture pertinenti ai livelli terrazzati superiori. L’andamento del muro sostruttivo del terrazzamento inferiore si mostra piuttosto articolato, dal momento che esso si adatta alla particolare morfologia del colle.
Franco Arietti, in questa circostanza, constatò lo stato delle evidenze e produsse una lunga e dettagliata descrizione. Nell’insieme, il confronto delle strutture descritte con quelle riportate sulla pianta del Rosa mostrano che quest’ultima, almeno per quanto riguarda il terrazzamento inferiore, presentava molte incertezze. Purtroppo mancano le veline del Rosa relative al rilievo sul campo, molto spesso assai più puntuali e precise rispetto alla redazione finale. Per queste ragioni anche il terrazzamento superiore, che il Rosa ci presenta assai articolato, potrebbe contenere indicazioni sommarie o comunque poco utili alla comprensione delle strutture presenti in quell’area. Il tentativo di rappresentare l’integrazione tra le strutture oggi rilevabili con quelle desunte dalla carta del Rosa in un’unica planimetria va perciò assunto, in particolare modo per quanto riguarda il terrazzamento superiore, con beneficio d’inventario.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
24 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
Info:
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