Grottaferrata e la Carta Archeologica: il ponte di Castel Molara, il sepolcreto di Villa Reali, la villa distrutta dall’edilizia alla Pedica
Pubblicato: Lunedì, 16 Marzo 2020 - Fabrizio Giusti
GROTTAFERRATA (attualità) – La 35a puntata dentro ad altri angoli del territorio inesplorati
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La 35a puntata del viaggio dentro la Carta Archeologica ci racconta ancora di stade, ponti antichi, tombe e ville nascoste e in parte mai svelati all’interno del territorio criptense. Oggi le tappe toccate saranno quelle del Castello di Molara, di Villa Reali, Pedica e le pendici del Tuscolo.
IL PONTE A CASTEL MOLARA - Nell’alto medioevo un ponte doveva consentire la comunicazione tra il Castello della Molara e la città di Tuscolo (prima della sua distruzione). L’esistenza di un ponte, la cui presenza dovrebbe essere appunto assicurata in epoca medioevale, è comunque preesistente, in quanto attraversamento dal momento che poteva consentire il collegamento tra la Via Latina, il cui andamento arrivava a lambire l’ansa del fosso, e il proseguimento dell’antica via per Tuscolo. Nessuna struttura attualmente è visibile in superficie, ma la facilità del guado potrebbe essere facilitata dalla presenza sottostante dei crolli relativi alle strutture ipotizzate.
UN SEPOLCRETO - Nell’area tra Villa Reali e Villa Caterina è stato segnalato un sepolcreto, sicuramente da porre in relazione con il con il percorso della Via Latina. Questo viene menzionato da molti studiosi, in particolare dal Tomassetti che ricorda dei muri in opera reticolata (presso i quali furono rinvenute numerose ossa a fianco della Via Latina. L’ubicazione dell’area sepolcrale, così come appare nella Carta Archeologica, quantunque sia in accordo a quanto suggerito in merito da Quilici - Quilici Gigli (1984), deve ritenersi piuttosto generica e approssimativa. Sarebbe un sito da indagare.
LA VILLA DISTRUTTA DALLE FOGNE E DAL CEMENTO - I resti di una villa sono stati rinvenuti a più riprese nell’area di Quarto della Pedica. La prima notizia è legata al rifacimento della strada nell’anno 1955, denominata via della Pedica, ad opera del Comune di Grottaferrata, nel corso del quale vennero rinvenuti alcuni ambienti delimitati da muri in opera reticolata recanti pavimenti a mosaico ben conservati (Archivio della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio). Per questa ragione, in attesa che venisse prodotta la necessaria documentazione grafica e fotografica, oltre che i necessari interventi di restauro, si è sviluppato un lungo carteggio tra le due amministrazioni interessate, dal Momento che il Comune rischiava di perdere i finanziamenti necessari alle opere stradali. Una volta interrati tali ambienti ed ottenuto il nulla osta, la strada è stata completata. Negli anni successivi, ignorando totalmente quanto era avvenuto, l’amministrazione comunale ha autorizzato la costruzione della rete fognaria, distruggendo gli ambienti ed i mosaici pazientemente messi in luce. Una seconda fase riguarda la distruzione di ampi settori della villa ad est di via della Pedica avvenuta negli anni ’70, alla quale ha assistito direttamente Franco Arietti, l’estensore della Carta Archeologica. Possenti sostruzioni in opera reticolata furono inghiottite dalla cementificazione. Nel corso di un sopralluogo, i volontari del Gruppo Archeologico Latino recuperarono un grosso dolio il quale si trovava murato orizzontalmente in uno di questi muri. Il reperto venne conservato per molti anni nel giardino della biblioteca, allora sita in Corso del Popolo.
Tornando alle pendici di Tuscolo, sono ancora visibili i resti di un edificio eseguito in opera cementizia, costituito da una sorta di “piattaforma” della quale abbiamo un rilievo di Pietro Rosa (foto sopra). Presso questa si trovano una cisterna ed un cunicolo.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
24 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
25 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le grandi ville di Campovecchio e ‘Formagrotta’
34 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Roseto fino a Madonna della Molara e Via San Nicola
Info:
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