Grottaferrata e la Carta Archeologica: le ville romane dell’area di Via dei Peschi e Macchia Borghese.
Pubblicato: Giovedì, 05 Marzo 2020 - Fabrizio GiustiGROTTAFERRATA (attualità) – La 32a puntata del viaggio dentro i 271 siti della città
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In questa 32a puntata della Carta Archeologica di Grottaferrata ci soffermeremo su due curiosità probabilmente poco evidenti e note: Via dei Peschi e ‘Macchia Borghese’.
Tra la fine degli anni novanta e l’inizio di questo secolo l’archeologo Franco Arietti giunse ad alcune conclusioni, ovviamente sulla scorta degli studi precedenti, che qui illustriamo.
Nell’area di Via dei Peschi, sulle ultime propaggini del versante occidentale di un colle, erano visibili fino a poco tempo fa i resti di una villa romana nascosti tra la fitta vegetazione. Furono notati in passato da alcuni studiosi quali Stevenson, T. Ashby, Quilici Quilici Gigli, ma vennero descritti assai sommariamente. Solo P. Rosa fornì una preziosa planimetria che ci consente ancora oggi di conoscere, almeno sommariamente, la pianta dell’edificio.
L’edificio figura, sia sullo studio preliminare, che sulla versione definitiva, e si dispone su almeno due livelli: quello inferiore mostra due muri paralleli ad un possibile ingresso. adiacenti alla parete che delimita il terrazzamento superiore.
Nel corso del sopralluogo Arietti notò, oltre ai resti di uno dei quattro ambienti voltati descritti da Ashby nel 1910 con parete di fondo in opera quasi reticolata, la presenza di una pavimentazione a mosaico con tessere piuttosto grosse, molte delle quali sparse dappertutto.
Sempre nella stessa zona, nel punto in cui convergono le due strade ad oriente delle cooperative (Pratone), denominate rispettivamente via della Tartaruga e via dei Peschi), si diparte una terza strada sterrata, più piccola delle precedenti, rivolta a settentrione. Sulla destra, in un podere privato recintato ed inaccessibile perché l’area non era all’epoca abitata, si intravedono ancora i resti di una piccola conserva d’acqua ipogea, la cui volta risulta in parte crollata. In assenza di altri dati diretti, ritornano utili le planimetrie di P. Rosa, dalle quali si evince che la cisterna è a due navate.
Un altro luogo di interesse è ‘Macchia Borghese’, che si trova ad est del territorio comunale, presso il confine con il Comune di Rocca di Papa. Qui vennero segnalate alcune strutture antiche, forse pertinenti ad una villa romana. Di ciò dette notizia T. Ashby. Un sopralluogo di Arietti non ha chiarito queste affermazioni, dal momento che a lato della strada sterrata, l’unica esistente all’epoca, si evinse la presenza di alcuni resti antichi, pertinenti ad un piccolo manufatto del tutto irriconoscibile, ma che non sembrava, agli occhi dell’archeologo, esattamente una villa. Siti che andrebbero indagati meglio.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
24 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
25 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le grandi ville di Campovecchio e ‘Formagrotta’
Info:
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