Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte

Pubblicato: Domenica, 08 Dicembre 2019 - Fabrizio Giusti

 

GROTTAFERRATA (attualità) - L’11a puntata del documento redatto dall’archeologo Franco Arietti. Alla scoperta di una mappa sconosciuta

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Una delle 40 ville censite dentro al territorio del Comune di Grottaferrata rientra in una proprietà privata in località ‘Quarto Montioni’. Come molte altre ville tuscolane, essa si stendeva lungo la dorsale di un colle, in questo caso degradante da sud-est verso Nord Ovest, il quale è posto tra due valli. La dimora, di ragguardevoli dimensioni, racchiudeva su tre lati il terrazzamento artificiale, sul quale si elevavano gli edifici residenziali veri e propri. Essa viene riportata sulla bozza di P. Rosa. Nella stesura definitiva della sua Carta topografica del Lazio la villa mantiene però delle proporzioni sbagliate. Sulle carte del Lanciani e di Ashby la villa in questione invece viene semplicemente rappresentata con un rettangolo, ma nei pressi, a nord ovest, viene indicata la presenza di un'altra villa più piccola. Molto più di recente è arrivata la carta di Quilici-Quilici Gigli dove il sito appare, ugualmente rappresentato in modo schematico, come una lunga costruzione, ma senza la piccola villa segnalata da Lanciani e Ashby. E’ possibile dunque che le due ville siano state considerate parte di un unico complesso e che siano state mutuate le indicazioni del Rosa, le cui carte potrebbe dare questa sensazione e suggerire l'esistenza di un corpo di fabbrica molto ampio ed allungato.

mercatino natale frascati 191201

Le dimensioni della villa, in realtà parrebbero documentare un edificio più largo che lungo. Secondo la relazione di Arietti va considerato che la "piccola villa" segnalata a nord ovest da Lanciani ed Ashby non esiste affatto. “Un'attenta ricognizione - scrive - ha infatti rivelato che i tre maggiori terrazzamenti artificiali che si susseguono a valle delle sostruzioni occidentali non mostrano alcun tipo di struttura che faccia pensare alla presenza di una villa romana. L'ultimo, quello dove viene posizionata la piccola villa, la morfologia del colle mostra una lunga discesa verso il fosso che scorre a settentrione, per cui un apparato sostruttivo avrebbe ragione di esistere solo per qualche decina di metri in lunghezza, ma non a monte, dove il dislivello del terrazzamento, prima alto dai due ai tre metri, si riduce ad un metro appena”.

Il muro sostruttivo della villa di Quarto Montioni che maggiormente si sviluppa in lunghezza si rivolge a nord ovest e poggia su un banco tufaceo, probabilmente tufo di Villa Senni, nel tratto centrale dove esso è stato oggetto di scavi clandestini che hanno interessato la parte sottostante la fondazione.

La villa venne presumibilmente fondata per due terzi su un terreno pianeggiante in concomitanza del quale si susseguono degli ambienti voltati (usati di frequente nell'edilizia romana per alleggerire le sostruzioni), rivestiti in opera reticolata di basalto. La parte antistante delle arcate è crollata in molti degli ambienti, il cui numero complessivo non può essere stimato con esattezza a causa dei crolli e della fitta vegetazione che li avvolgeva. T. Ashby ne contava circa venti nella sua breve descrizione.

Sempre a ‘Quarto Montioni’ i resti di una struttura muraria sono stati rinvenuti alla base di un terrazzamento artificiale orientato NE-SO e distante dalla villa sopra citata. Tale struttura appariva all’epoca della stesura della Carta interamente avvolta dalla fitta vegetazione. Vale comunque la pena di osservare che una ricognizione lungo tutta la scarpata del terrazzamento, che in questo tratto mostra la sua altezza maggiore, di tre metri, non ha riscontrato la presenza di altre strutture murarie. In quest'area viene riportata la presenza di una villa, come risulta dalla bozza del Lanciani e sulla carta dell'Ashby. Quest'ultimo, però, osserva di non aver visto i resti di alcuna villa romana in quel punto, anche se non esclude che i terrazzamenti moderni possano in qualche modo essere stati ricavati su antichi rimodellamenti. Il Grossi Gondi ignora questa presenza mentre sulla carta di Quilici-Quilici Gigli parrebbe prevalere la tesi di un unico, lunghissimo corpo di fabbrica tra la villa descritta all’inizio dell’articolo e la presunta villa sottostante, ma vi sono sufficienti ragioni per respingere – secondo Arietti - questa proposta, dal momento che un'attenta ricognizione sui terrazzamenti che dividono queste due aree, piuttosto lontane, ha stabilito che non esistono collegamenti strutturali di alcun genere.

Le altre puntate:

1 - Grottaferrata, alla scoperta della Carta Archeolgica. Via delle Vascarelle e l'area limitrofa: l’acquedotto Julia e una necropoli

2 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la straordinaria scoperta dell’"Ipogeo delle Ghirlande" nel 2000

3 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Via Quattrucci e ‘Colle delle Streghe’. I mausolei, le antiche strade

4- Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Valle Marciana a Campovecchio tra tombe, tracciati e cisterne

5 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le pendici del Tuscolo tra mausolei, strade e conserve d’acqua 

6 -Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Villa Senni al Tuscolo con la Via Latina. La distruzione dei contemporanei

7 -Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)

8- Grottaferrata e la Carta Archeologica: i mausolei presso catacombe ‘Ad Decimum’. Le sepolture meno conosciute

9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano

10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea

Info:

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