Grottaferrata e la Carta Archeologica: i frammenti dell’holmos a Tuscolo e le tracce di una tomba importante
Pubblicato: Giovedì, 23 Aprile 2020 - Fabrizio GiustiGROTTAFERRATA (attualità) – La 45a puntata nella grande documentazione realizzata dall’archeologo Franco Arietti
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La 45a puntata nel viaggio dentro la Carta Archeologica rimane nella zona di Tuscolo, con una curiosità particolare.
Alcuni frammenti pertinenti ad un holmos di grandi dimensioni rappresentano ciò che rimane di una tomba importante che si trovava a lato della Via Latina di età romana - il cui tracciato evidentemente coincideva sostanzialmente in questo passaggio obbligato con quello di età protostorica – e pertanto in prossimità dell’incrocio formato da quest’ultima con la strada antichissima che proveniva dalle pendici dell’acropoli.
L’holmos, il primo esemplare di questo tipo rinvenuto sui Colli Albani, riconduce a prototipi peculiari all’area falisco - capenate. Sostegni simili per forma e dimensione sono stati datati con una certa approssimazione attorno alla metà del VII sec. a.C., mentre, per quanto riguarda il carattere funzionale dell’holmos in Tuscolo, potrebbe essere stato associato in origine ad un cratere o alla tipica tazza-cratere di area laziale, oppure alla semplice olla, tutti recipienti che venivano usati in particolari occasioni anche per mescolare l’acqua al vino.
Si tratta di un recupero effettuato da Franco Arietti nel marzo 2000. I reperti furono rinvenuti dai precedenti proprietari di un ristorante nel corso dello sbancamento effettuato in occasione della costruzione dell’edificio, molti decenni fa. Arietti recuperò complessivamente dieci frammenti in tutto, pertinenti rispettivamente alla base, ad alcuni elementi riconducibili alla decorazione e a parte della vasca superiore.
La ricostruzione grafica in scala, su base fotografica mostra che l’holmos doveva raggiungere in origine un’altezza di circa m 1,20. La forma della base è a campana e nella parte centrale campeggiano tre grandi “rosette” traforate entro due cerchi concentrici resi con cordoni, il minore dei quali misura circa m 0, 25 di diametro; appena al di sotto figura almeno un foro di areazione con diametro di cm 0,4.
Arietti nela sua descrizione spiega: “Tra la base e la bulla inferiore figura una sorta di listello o costolatura piuttosto accentuata che ricompare anche tra le due bulle. Poco sopra il listello della bulla inferiore compare un foro di areazione misurante circa 2 cm di diametro. Tra la base e la bulla inferiore compaiono tre prese a maniglia verticali disposte a 120° con apofisi alle due estremità: superiormente sono ripiegate verso l’alto e desinenti a punta con cresta mediana sottostante, quelle sottostanti sono appena accennate e ripiegate verso il basso. Il profilo delle due bulle è simile; spalla alta e corpo ovoide, con decorazione formata da serie di solcature disposte a festone e speculari tra le bulle. Tra le due bulle sono inserite altre tre prese a maniglia verticali, più piccole delle precedenti e disposte in modo sfalsato rispetto ad esse; le prese mostrano apofisi di forma conica piegate ad angolo retto. Sulla spalla della bulla superiore figura invece una decorazione plastica raffigurante probabilmente un volatile, forse parte di una serie il cui numero è impossibile da stabilire. La vasca superiore, che di norma ospita un grande recipiente, ha forma globulare, orlo estroflesso piuttosto spesso e costolato, mostra il motivo della “rosetta” a dieci petali ottenuta a traforo, più piccola di quelle praticate sulla base; superiormente si alternano altri petali contrapposti in modo speculare resi a traforo e con la punta rivolta verso il basso”.
Il confronto più puntuale con questo reperto è possibile con un esemplare conservato al Louvre ed attribuito all’area etrusca, in particolare a quella ceretana, il quale presenta analogie strutturali con l’esemplare tuscolano, ma anche differenze stilistiche evidenti.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
24 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
25 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le grandi ville di Campovecchio e ‘Formagrotta’
34 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Roseto fino a Madonna della Molara e Via San Nicola
41- Grottaferrata e la Carta Archeologica: ancora tra Villa Senni e Ad Decimum. Curiosità e scoperte
Info:
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