Grottaferrata e la Carta Archeologica: dalle opere antiche di Viale Kennedy fino ai tracciati delle ville Muti – Grazioli - Cavalletti
Pubblicato: Domenica, 19 Gennaio 2020 - Fabrizio GiustiGROTTAFERRATA (attualità) – La 19a puntata del nostro viaggio dentro ai siti di interesse della città
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In questa 19a puntata all’interno della Carta Archeologica realizzata dall’archeologo Franco Arietti seguiremo il percorso territoriale che parte da Viale Kennedy e si introduce alle ville più note della città per storia e visibilità.
Nel corso dei lavori per la costruzione della rete tranviaria che collegava Frascati a Grottaferrata, eseguiti agli inizi del Novecento, all’altezza del mausoleo attribuito a M. Metilio Regolo, vennero in luce alcune strutture delle quali è nota una sommaria descrizione apparsa su ‘Notizie degli Scavi’, dove si menzionano ”resti di una struttura in opera quadrata con blocchi di tufo spessi un metro”.
Grossi Gondi, riferendosi alla scoperta, interpretò vagamente quei resti come appartenenti allo stilobate di una tomba o di un tempio, ma tale proposito T. Ashby aggiunse che i resti in questione forse coincidevano con quelli descritti da un altro studioso, il Nibby, il quale visitò questi luoghi nell’ottobre del 1822. Egli fornì una descrizione particolareggiata delle rovine “ la cui facciata sud-est mostrava un’aggiunta in opera quadrata di tufo; da questo si discendeva un piccolo corridoio ricavato nel nucleo cementizio eseguito con caementa di selce, fino ad una camera le cui pareti apparivano delle decorazioni mediante l’impiego di “piccoli pezzi di incrostazione dell’Anio” (“Tartari tiburtini”). La porta era al centro e non comunicava con altre stanze, come quella dov’era situato un ninfeo o bagno, il cui accesso era stato aggiunto in un momento successivo. Un canale per l’acqua o speco, la cui altezza era pari a quella di un uomo, la cui direzione intersecava diagonalmente l’ingresso, è sembrato anch’esso un’aggiunta più tarda”.
Se le indicazioni del Nibby sono relative all’edificio apparso durante la costruzione della tranvia, è evidente che le strutture descritte appartengono a varie fasi. Una conferma che le strutture in esame potevano essere viste anche in superficie proviene dall’analisi delle carte di P. Rosa, in particolare dagli studi relative all’area in questione. Infatti, accanto al mausoleo attribuito a M. Metilio Regolo, appaiono disegnate alcune opere, purtroppo indefinibili. Non è possibile stabilire se queste furono distrutte in tutto o in parte nel corso dei lavori. Alla fine degli anni novanta del secolo scorso alcuni interventi per la messa in opera di una condotta fognaria non restituirono reperti. Se i resti antichi non sono stati distrutti in occasione della sistemazione delle scarpate, è possibile che essi si conservino ancora sotto la strada, nella parte est della carreggiata e forse anche all’interno delle proprietà limitrofe.
Sempre in Via J. F. Kennedy, presso il bivio con Viale Dusmet, i resti di un edificio di epoca romana affioravano, ai tempi della realizzazione della Carta e probabilmente anche oggi, sulla scarpata settentrionale che fiancheggia via Kennedy, a circa 20 - 30 metri di distanza dal bivio di Viale Dusmet (in direzione Frascati). Ashby lo vide agli inizi del ‘900 e descrisse “una sostruzione a volta con malta cementizia, apparsa durante i lavori per la costruzione della linea tranviaria”. R. Lanciani fornisce uno schizzo e le dimensioni della “..enorme piscina sotterranea a 3 navate”.
Lasciando quest’area, la presenza di un antico tracciato stradale che raccordava una serie di importanti ville di epoca romana, rispettivamente ubicate nelle aree di Villa Muti, Villa Grazioli e Villa Cavalletti nel tratto compreso tra il nodo stradale ad ovest di villa Muti e la Via Latina (Tuscolo), non venne presa in considerazione da Ashby, Grossi Gondi e Tomassetti, così come da quanti li precedettero, ma scaturisce da tesi avanzate di recente da studiosi moderni (Carta Archeologica della Soprintendenza archeologica per il Lazio - I sec. a,C. - III sec. d.C; Quilici – Quilici Gigli, 1984). In realtà su questa ipotesi esistono frammentarie indicazioni.
La prima indicazione, che parrebbe avvalorare l’ipotesi degli studiosi moderni, deriva dalla presenza di alcuni basoli, trovati in giacitura secondaria a nord del colle di Villa Cavalletti, dinanzi alla quale si apre il dirupo sottostante. Furono rinvenuti da un fattore nell’area pianeggiante antistante la moderna via che collega Frascati a Grottaferrata. Pertanto essi potrebbero essere messi in relazione sia al tracciato in esame, il quale potrebbe attraversare, con direzione Nord/Ovest-Sud/Est, i campi dai quali si dice provengano (e solo successivamente trasportati sul colle e reimpiegati come gradini nella sistemazione del sentiero che discende nel bosco), sia all’altra ipotetica strada antica.
Sull’andamento della strada nel tratto successivo alla tenuta di Villa Cavalletti esistono invece alcuni dubbi. Sulla carta redatta da Quilici - Quilici Gigli (1984) il presunto tracciato viene fatto coincidere con la moderna strada che porta a Villa Grazioli e l’ipotesi potrebbe essere avvalorata da quanto riferisce il Mattei circa l’esistenza di un tratto di lastricato pertinente ad una via antica sopra il giardino della stessa villa. Questa valutazione, però, non si accorderebbe con la restituzione del Rosa circa il perimetro della villa romana sottostante Villa Grazioli e nemmeno con quella di Ashby, dal momento che il tracciato stradale verrebbe a passare all’interno della villa in questione, dividendola in due parti.
Arietti, in via del tutto ipotetica, ha suggerito, almeno per questo tratto di strada, un percorso che va raccordandosi sia al tratto iniziale, proseguimento naturale di via Vicinale Aldobrandini, che al margine meridionale di Villa Grazioli, il quale forse coincide con il perimetro esterno della villa romana, lunga e stretta, in armonia di concetto con la Carta del P. Rosa.
In ambito puramente teorico, anche il tratto compreso tra Villa Grazioli e Villa Muti, fino all’incrocio con le altre strade antiche, è ipotetico: viene fatto coincidere con la strada moderna a fianco delle ville Muti e Grazioli in rapporto con le due ville romane sottostanti. Ma di queste dimore ci occuperemo nelle prossime puntate.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
Info:
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