Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Roseto fino a Madonna della Molara e Via San Nicola
Pubblicato: Giovedì, 12 Marzo 2020 - Fabrizio GiustiGROTTAFERRATA (attualità) – Nella 34a puntata della nostra inchiesta un’altra zona di Grottaferrata molto poco conosciuta sotto l’aspetto dei reperti e delle evidenze
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La 34a puntata nella perlustrazione della Carta Archeologica, redatta da Franco Arietti, ci porta lungo alcune aree ove in pochi ipotizzano evidenze archeologiche di rilievo. Di Roseto, ad esempio, abbiamo già parlato nell’ultimo articolo, ma sempre in questi ambito territoriale è indicato un altro sito: lungo il diverticolo diretto a Tuscolo si notano, tra la fitta vegetazione, alcuni punti dove si concentrano numerosi blocchi tufacei frammentari, di colore grigio, che si presentano ammucchiati e quindi in giacitura secondaria, alcuni dei quali mostrano le superfici squadrate. E’ probabile che essi provengano dalle immediate vicinanze e che siano comunque da mettere in relazione a strutture prossime al diverticolo menzionato, riconducibili forse a sostruzioni che fiancheggiavano la strada. Forse in quast’area vanno ubicati i resti della cisterna che fu vista in località Pratone e annotata dallo Stevenson durante i suoi studi sul territorio.
Esiste poi un luogo di Grottaferrata, un tempo identificato meglio come la ’Madonna della Molara’ Qui viene indicato il fontanile di S. Nicola, presso la via omonima, attribuito all’età romana fino a quella medioevale. Circa il suo stato attuale, nonostante un accurato sopralluogo, Arietti, all’epoca dei suoi rilievi, non fu in grado di ritrovare il sito indicato sulle menzionate planimetrie. Andrebbero fatte, in questo senso, ulteriori indagini. Lungo via di S. Nicola, poi, nel punto in cui la strada piega verso est formando un piccolo slargo da cui si dipartono sia il sentiero che conduce ad ovest che quello in direzione della chiesetta, presso la recinzione di un terreno privato, ancora si vedevano all’epoca dei sopralluoghi alcuni basoli ammonticchiati, forse pertinenti ad una antica via.
Da Madonna della Molara si passa dunque a Colle dell’Acqua e oltre. L’importante tracciato stradale che secondo alcuni si staccava dalla via Latina alle pendici di Tuscolo, e superato il Fosso dell’Acqua si dirigeva a sud – est, fu al centro di un acceso dibattito che divise gli studiosi tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900.
Secondo alcuni, infatti, la strada altro con era che la Latina stessa, la quale, una volta superato l’ambito tuscolano, si dirigeva verso il santuario federale posto sul Monte Albano (Monte Cavo). Successivamente però, fu chiarito che non poteva essere la Via Latina, poiché molti tratti sicuramente appartenenti a quest’ultima vennero individuati con assoluta certezza nella valle omonima, fino al Vivaro e fino al suo congiungimento con la Labicana.
Alla fine dell’800 Rodolfo Lanciani, nella sua bozza di Carta archeologica (mai pubblicata), annotò la presenza della strada lastricata la quale doveva essere ancora conservata per molti tratti, se egli poté rilevarne il percorso per circa 2 km (foto in alto). Diversamente da tutti gli altri studiosi che lo hanno seguito, Lanciani posizionava la Via Latina alle pendici di Tuscolo, a nord del fosso di Tuscolo, e dunque ne dedusse che la via per il Monte Albano si raccordasse alla Latina dopo aver superato il fosso.
La scoperta di un tratto di Via Latina fino a ridosso di via di S. Nicola, nel 2005, rivelò che, al contrario, con ogni probabilità in quell’area doveva porsi lo stacco della via per il Monte Albano. In questo caso, però, è complesso definire se questa strada proseguisse oltre la Latina in direzione di Tuscolo (Lanciani). Un sopralluogo per verificare la presenza di un ponte antico che giustifichi il passaggio della strada, effettuato all’inizio di via di S. Nicola sul moderno ponticello, diede esito negativo, ma le difficoltà a raggiungere l’alveo non hanno consentito di escluderne la presenza. Il tracciato della via in questione coincideva con il percorso della moderna via di S. Nicola. Quest’ultima l’andamento della strada antica, intrecciandosi ad essa fino a Colle dell’Acqua e il ‘Castello della Molara’, dove si conserva un tratto del lastricato antico.
Le altre puntate:
7 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: l’antichissima via Cavona (Via Valeria)
9 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la Villa di Rufino Vinicio Opimiano
10 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: una grande villa tra Via Anagnina e Via Sant’Andrea
11 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: 'Quarto Montioni', tra ville romane reali e presunte
21 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Villa Muti, Villa Grazioli e i resti di età imperiale
24 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: strade e tombe verso S.Anna. Le ville romane della zona
25 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le grandi ville di Campovecchio e ‘Formagrotta’
Info:
Grottaferrata, quando si fa finta che la Carta Archeologica non esista...
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