Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Villa Senni al Tuscolo con la Via Latina. La distruzione dei contemporanei

Pubblicato: Domenica, 03 Novembre 2019 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA (attualità) – La sesta puntata dentro al documento redatto dall’archeologo Franco Arietti: un viaggio sull’antica strada che purtroppo ha subito compromissioni a causa dell’’uomo moderno’

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La Via Latina, una delle più antiche e importanti arterie romane, attraversa da ovest a est il territorio comunale di Grottaferrata, da Villa Senni alla Valle Latina (Castello della Molara), per un tratto di circa otto chilometri.

Le prime attestazioni archeologiche sulla presenza sono di età protostorica, a partire dall'VIII secolo a.C., ma è probabile che corrisponda ad un asse viario ben più antico.

Con la genesi delle curie albane settentrionali, riconosciute negli insediamenti di Villa Cavalletti, Tuscolo e Monte Castellaccio, il tracciato della futura Via Latina cominciò ad assumere un ruolo importante nell'ambito delle comunicazioni tra l'area albana stessa e Roma, parallelamente alla Via Appia. Altre testimonianze archeologiche confermano l'esistenza di questo tracciato, come attestano le tombe di VIII sec. a.C. a Castel Savelli, a vigna Giusti e a Villa Cavalletti. Per l'età arcaica (VI e parte del V sec. a.C.) non si hanno indicazioni, ma ciò è dovuto alla mancanza di scavi sistematici, dal momento che nessun tratto è stato indagato scientificamente.

Inizialmente è probabile che il percorso della Via Latina si sviluppasse in modo sinuoso e per lunghi tratti in tagliate artificiali spesso profonde, mostrando una massicciata sul fondo recante le usure prodotte dalle ruote dei carri. A partire dall'età medio repubblicana, probabilmente nel corso del IV - III sec. a.C., l'asse assunse la connotazione definitiva.

Quando la Via Latina raggiunge Villa Senni, dopo alcuni chilometri prosegue nella sua risalita fino a Castel Savelli. Dopo una correzione nei pressi della villa di Opimiano, attraversa longitudinalmente Castel Savelli stesso e prosegue fino al Borghetto. Da qui piega verso nord e, all'altezza del Villaggio E. Litta, riprende un lungo rettifilo di circa un chilometro e mezzo fino a ridosso del colle di Villa Cavalletti, aggirato attraverso due brevi tratti. Ad ovest del Fico Vecchio, riprende il terzo rettifilo, poi il piccolo colle del Casale della Molara. Da questa località, la Via Latina, una volta superato il monumentale alveo del Fosso dei Ladroni, raggiunge le pendici di Tuscolo all'altezza dell'Ovile Aldobrandini per poi proseguire lungo la Valle Latina. Asse nevralgico, sul quale si innestano ben diciotto antiche strade nel solo tratto di Grottaferrata, la Via Latina di età storica assorbì l'assetto viario delle numerose ville sul territorio, convogliandone i prodotti agricoli e industriali destinati al mercato romano. Si conoscono anche alcuni villaggi disposti presso la Latina, gravitanti presso l'area di Villa Senni costituiti dall'ambito del vicus Angusculanum - respublica Decimienses e dal vicus individuato presso Borghetto.

Lungo il suo percorso vennero costruiti numerosi mausolei e le catacombe ‘Ad Decimum’. Sono inoltre note due stazioni per la sosta e il cambio dei cavalli, una delle quali situata all'incirca al X miglio, quindi a Villa Senni e posta in prossimità dell'incrocio tra la Via Latina e la via di Cavona e l'altra al XIII miglio, nota come Roboraria, la cui collocazione è stata individuata nel corso dei sondaggi relativi ad una grande lottizzazione che fu bloccata nel 2005.

Nonostante la Via Latina attraversi Grottaferrata per circa otto chilometri, fino a poco tempo fa non si conosceva nulla delle sue dimensioni e della sua struttura. All’interno dei confini comunali si potevano ammirare alcuni tratti, anche piuttosto lunghi del suo lastricato, come a Villa Senni e nelle vigne limitrofe fino a Borghetto, presso il Bivio di Grottaferrata assieme al breve tratto basolato che si conserva ancora lungo la via Anagnina-Tuscolana presso il bivio per Rocca Priora in località le Molara, comune di Monte Compatri. Brevi tratti di lastricato sono individuati presso l’ingresso di Ad Decimum, ma qui i basoli appaiono in parte rimaneggiati. Un altro breve tratto, purtroppo sconvolto dalle arature, è stato messo in luce intorno al 2005 a sud est della catacomba nel corso dei sondaggi preventivi effettuati dalla soprintendenza, mentre altri tre piccoli tratti sono stati messi in luce di recente nell'area compresa tra la catacomba e la via Cavona, ma anche qui il basolato appare quasi sempre in giacitura secondaria perché compromesso dagli impianti dei vigneti condotti a partire dalla fine dell’800. Al contrario, sono più numerose – purtroppo - le notizie sulla distruzione di tratti, anche ampi, della Via Latina.

Eccone alcuni esempi certificati dalla Carta:

Allo scasso dei vigneti nelle aree di Villa Senni, vanno aggiunte le profonde arature dei terreni (condotte anni orsono anche sulle catacombe) compresi nell'area tra le catacombe e la "villa di Opimiano", nonché una trincea condotta in modo arbitrario da alcuni possidenti locali, e il danneggiamento della Via Latina fino alla villa di Opimiano. Proseguendo lungo il percorso della via fino a Borghetto, si allineano altre abitazioni moderne, fino a Castel Savelli, alle quali si deve, se non la distruzione, l’assorbimento nei rispettivi giardini di questa parte della Via Latina. Assai peggiore appare la situazione nel tratto compreso tra Castel Savelli e Borghetto, a causa dell'intensa urbanizzazione in uno spazio circoscritto. Notizie della distruzione di alcuni tratti della Via Latina in quest'area sono comunque anteriori all'urbanizzazione, e sono relative all'asportazione del lastricato ad opera di agricoltori.

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Il tragitto della Via Latina tra il cimitero e il Bivio (incrocio tra viale Dusmet e via Kennedy), si sono moltiplicate le costruzioni di ville residenziali, alle quali vanno aggiunte quelle edificate nei decenni passati. Nell’insieme, queste ora si sviluppano fino al Bivio senza soluzione di continuità, alternando case e relativi giardini sotto i quali giace questo tratto di strada. Un altro scempio della Via Latina è ampiamente documentato dagli studiosi di inizio secolo al Bivio di Grottaferrata in seguito ai lavori per la costruzione della linea ferroviaria elettrificata Frascati - Rocca di Papa agli inizi del ‘900. Si possono vedere ancora oggi alcuni basoli inglobati nel muro di sostegno del terrapieno di una villa, presso l’incrocio con viale Dusmet, oppure rimescolati nel terrapieno presso le strutture murarie che affiorano a poche decine di metri, in direzione Frascati.

Tra il Bivio e le “Quattro Strade”, almeno fino alla località Fico Vecchio, risale al 1854 la notizia della distruzione di ampi tratti della Via Latina in località Cipriana. Alcuni basoli sono murati lungo la via Anagnina, all’altezza del ristorante il Fico Vecchio; qui, la strada veniva affiancata, per un breve tratto, da un acquedotto. Forse un tratto ancora integro della Via Latina potrebbe trovarsi all’interno della recinzione di Villa Cavalletti, fino all’incrocio delle “Quattro Strade”, se le arature o altri tipi di coltivazione non ne hanno intaccato il lastricato.

Oltre l’incrocio e fino alla moderna strada per Tuscolo, sul tracciato della via, si alternano ristoranti ed edifici di civile abitazione, per cui, tranne qualche caso eccezionale, si può supporre che in molti parti la strada antica, fiancheggiata da importanti ville e cisterne, sia andata distrutta.

A Casal Molara, nella cui zona non sono mancate le distruzioni, si dipartiva l’antica ed importante via per Tuscolo, anch’essa in parte danneggiata, almeno nel tratto iniziale. Nell'area il Tomassetti rammenta che, agli inizi del secolo, si potevano ancora osservare alcuni basoli. Essi rappresentavano ciò che rimaneva del tratto perfettamente integro della strada rinvenuta nel 1890, il cui lastricato venne in parte distrutto per costruire le macere del fondo, in parte acquistato da un appaltatore che ne lastricò la piazza principale di Frascati.

Esistono poi vari tracciati che dovevano intersecarsi a ponti, anche di legno, visibili anche in età medioevale, che costituiscono l’importanza della strada. Alcuni dei quali compromessi dalle espansioni edilizie.

Per grandi linee il tracciato della Via Latina di età storica può considerarsi sufficientemente identificato. E’ ovvio che un utilizzo corretto di dati cartografici dovrebbero provvedere alla tutela della Via Latina attraverso saggi archeologici preventivi, anche per sciogliere dubbi e perplessità sui tratti successivi e fino ai confini comunali, il tracciato della strada antica che è di volta in volta presunto, per cui, laddove è ancora possibile operare, ogni intervento di tutela futuro, anche se parziale e circoscritto, per fornire elementi preziosi e ricostruire con certezza e precisione il tracciato originale in una zona, quella dei Castelli Romani, di grande valore storico.

Un percorso culturale ed archeologico che però ancora oggi è lettera morta.

Le altre puntate:

1 - Grottaferrata, alla scoperta della Carta Archeolgica. Via delle Vascarelle e l'area limitrofa: l’acquedotto Julia e una necropoli

2 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: la straordinaria scoperta dell’"Ipogeo delle Ghirlande" nel 2000

3 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: Via Quattrucci e ‘Colle delle Streghe’. I mausolei, le antiche strade

4- Grottaferrata e la Carta Archeologica: da Valle Marciana a Campovecchio tra tombe, tracciati e cisterne

5 - Grottaferrata e la Carta Archeologica: le pendici del Tuscolo tra mausolei, strade e conserve d’acqua

 

Info:  

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