CASTEL GANDOLFO (attualità) -  I  Vigili del fuoco di Marino sono in zona con un direttore operazioni di spegnimento ed un elicottero antincendio
 
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Piromani scatenati al lago di Castel Gandolfo anche oggi pieno di bagnanti. Appiccato un doppio focolaio nel bosco lacustre intorno alle 14.30.
 

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I  Vigili del fuoco di Marino sono in zona con un direttore operazioni di spegnimento ed un elicottero antincendio (anche uno della protezione civile). Sul posto anche la protezione civile di Castel  Gandolfo. Non è possibile raggiungere il posto con mezzi e operatori da terra in quanto luogo impervio e difficile da raggiungere. 
 
La zona è denominata La Culla del Lago, dove c'è bosco,  sottobosco, lungo il costone lago. L'area è già stata interessata questa estate a una decina di incendi e devastata nella parte sopra negli scorsi anni. E' anche piena di rifiuti e interessata a frane e smottamenti.
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Aggiornamento ore 16.45 - I 2 punti dati alle fiamme si sono poi sviluppati in salita con il forte vento e stanno interessando anche la parte di via dei Laghi (zona cancellate-loggette tra Rocca di Papa e Marino).  È stata chiusa la strada via dei Laghi in quel tratto. Sul posto polizia locale di Rocca di Papa con il comandante  Gabriele Di Bella,  la polizia locale di Marino,  e diverse autobotti delle protezioni Civili di Castel Gandolfo, Albano, Ariccia,  Rocca di Papa comunale e Grottaferrata. Tutti stanno operando anche con le lance e pompe antincendio da sopra per evitare che il fuoco raggiunga le case le strutture ricettive sulla Via dei Laghi . Mentre sotto a ridosso del costone lacustre stanno lavorando da diverse ore  due Elicotteri che hanno fatto numerosissimi sganci.
 
La situazione è veramente complicata per la zona impervia scoscesa, piena di fitto bosco e sottobosco.  La sindaca di Rocca di Papa Veronica Cimino, appena notiziata dell'incendio, ha subito attivato il protocollo di intervento con gli altri comuni limitrofi per fronteggiare la situazione di emergenza.
 
Aggiornamento ore 17.40 - Il comandante della polizia locale di Rocca di Papa Di Bella ha fatto riaprire il tratto di strada di via dei Laghi che era stato chiuso per gli interventi sul posto . Ora sta operando un Canadair da circa mezz'ora per una bonifica più profonda e diretta. Se tutto va bene entro un'ora dovrebbero concludersi le operazioni di bonifica.
 
Aggiornamento ore 18.30 - Terminate le operazioni di bonifica.
 
 

 

 
 
 

donJames montecompatri ilmamilioFRASCATI (attualità) - Lo storico diocesano Valentino Marcon sull'addio del sacerdote africano

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di Valentino Marcon

Salutato calorosamente dalla comunità cristiana di S. Maria Madre della Chiesa di Laghetto in cui per qualche anno ha esercitato il suo ministero sacerdotale quale collaboratore nella parrocchia di cui però non era parroco, è tornato in Africa, in Kenya, al termine del suo servizio in diocesi, don James Muchina.

 Sacerdote estroverso, disponibile e aperto al dialogo, proveniente da famiglia numerosa, con 9 tra fratelli e sorelle di cui alcuni in Italia, è stato studente e laureato dell’Università Urbaniana ed ha collaborato, solo per qualche mese nel 2015, in Cattedrale. A tal proposito ricordo che, dal momento che erano tanti i giovani preti che si alternavano nelle nostre parrocchie e senza che si intavolasse almeno un minimo di conoscenza del loro stato di vita e di impegno, invitai il gruppo dell’AC parrocchiale affinché il nuovo arrivato (ed anche un altro giovane prete straniero) potesse informarci della provenienza, della vocazione, dei suoi studi, ecc., onde avviare una informazione reciproca e un dialogo, che in genere difficilmente viene proposto nelle parrocchie con questi giovani preti-studenti!

Ora, mentre auguriamo a don James un proficuo ministero nella sua diocesi di origine, non possiamo non interrogarci sulla ‘politica’ ecclesiastica e vocazionale di questi anni nella chiesa tuscolana. La carenza di clero indigeno è ora diventata drammatica, sia per la scomparsa di alcuni sacerdoti sia per la mancata incardinazione di nuovi preti.

 In questi anni abbiamo potuto constatare l’avvicendarsi di innumerevoli giovani preti stranieri che – proseguendo i loro studi in Roma – hanno esercitato il loro sacerdozio al servizio delle parrocchie della diocesi. Poi, come meteore, sono scomparsi dall’orizzonte, tornando naturalmente nelle diocesi di provenienza (dapprima c’erano i polacchi, poi gli africani). E’ evidente come questa girandola di alternanze, non ha consentito una continuità pastorale e nemmeno momenti più concreti di dialogo clero-laicato (e tantomeno con religiosi e suore) oltre ad una carente crescita di cultura liturgica, più spesso relegata ad un formalismo ritualistico.

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   Nelle riunioni del clero diocesano (di cui sembra non si siano mai diffusi in merito comunicati ufficiali), pare che in genere i preti, da diverso tempo in qua, abbiano ascoltato, annuito e obbedientemente approvato le esternazioni del vescovo, talvolta con benevola rassegnazione rinunciando ad intervenire su decisioni già prese dall’alto. Ma recentemente dal Cremlino curiale, come ci è dato sapere (ma sempre col beneficio d’inventario), un prete diocesano ha avuto il coraggio(?) di chiedere al presule il perché in tanti anni non siano stati incardinati nuovi preti sia pur stranieri (ma nella Chiesa nessuno è straniero).

   La risposta è stata per lo meno spiazzante. Il divieto sarebbe direttamente pervenuto dai suoi ‘superiori’. Ma qui si pongono due interrogativi. Il primo su chi sono i suoi ‘superiori’ (Ratzinger? Bertone? La Congregazione dei Vescovi o quella del clero? Ma queste ultime non si intromettono quasi mai nella pastorale diocesana). D’altronde un vescovo in ogni diocesi è il ‘capo’ (assoluto?) di essa, come del resto si è constatato in questi anni, e qui (è la seconda domanda), si potrebbe chiedere qualche informazione alla cancelliera episcopale - (di cui come si è visto in un comunicato diocesano si è rivendicata con una certa enfasi la primogenitura della nomina della ‘donna’ rispetto a quella effettuata dal neo arcivescovo di Torino che, perlomeno ha informato i fedeli del curriculum diocesano della nominata) - che certamente si intende di diritto, se nel Codice di Diritto Canonico vi siano ostacoli alla incardinazione di preti.

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     Noi che siamo abbastanza ignoranti di diritto, abbiamo trovato infatti solo un canone (can.269) in cui si afferma espressamente che “il Vescovo diocesano non proceda all’incardinazione di un chierico se non quando: 1° ciò sia richiesto dalla necessità o utilità della sua Chiesa particolare e salve le disposizioni del diritto riguardanti l’onesto sostentamento del clero”…Tutto qua.

     Ora si dice (purtroppo parliamo sempre sui ‘si dice’ in quanto in merito è inutile cercare conferme da comunicati ufficiali) che nella diocesi sia stata rifiutata l’incardinazione a decine di preti che ne avevano fatto richiesta. Erano stati valutati tutti indegni o c’era sempre di mezzo l’ordine dei ‘superiori’? E magari oggi chissà che non si voglia lanciare pure una campagna pastorale sulle vocazioni sacerdotali; il che sarebbe un falso problema se non si ricostruisce una vera comunità in cui tutti i carismi e ministeri abbiano veramente cittadinanza, recuperando il concetto concreto di Popolo di Dio e soprattutto quella ‘pentecoste’ dello Spirito e del Concilio rinnovata nella Evangelii gaudium di papa Francesco e dal suo magistero e ricordando che non c’è più la tridentina distinzione di chiesa docente e chiesa discente.

rola rolando casciotti ilmamilioROCCA DI PAPA (cultura) - L'incredibile vicenda raccontata nel romanzo di Luciana Balducci "Rola un estraneo il mio corpo"

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"Una ragazza di 27 anni, alta, bionda, elegantemente fasciata in un tubino nero, una collana di perle ad accarezzarle il collo e un paio di décolleté di pelle con un tacco vertiginoso, molto sexy, entra nell’Ufficio di Stato Civile di Rocca di Papa, un piccolo comune del Lazio…".

Questo è l’incipit del romanzo Rola un estraneo il mio corpo, della scrittrice pugliese Luciana Balducci, che a dire il vero, l’autrice definisce una biografia e per questo scritta in prima persona, proprio per dare voce alla protagonista. Un romanzo che ha visto la luce nel 2020.

Rolando Casciotti è stato il primo italiano a cambiare sesso ed era un cittadino di Rocca di Papa.colline centroEstivo22 ilmamilio

Nato l’11 febbraio del 1931, era affetto dalla disforia di genere e così decise di intraprendere il lungo e difficoltoso iter per diventare donna concluso nel 1971 a 49 anni non ancora compiuti. Ex tenente dell'esercito, con diploma di maestro elementare Rolando - poi diventato alla fine Carola per la Corte costituzionale - è stato/stata il primo trasgender d'Italia.

Tanto convinta di dover liberare il suo corpo di donna dall'"involucro" maschile da tentare un'operazione per conto proprio: un'evirazione che per poco non le costò la vita.

Molto spesso si confonde la disforia di genere con l'orientamento sessuale, ma in realtà si tratta di due realtà ben distinte. Nel primo caso, la persona sente di non appartenere al sesso di nascita, di conseguenza è la propria identità a essere messa in discussione.

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L’orientamento, invece, riguarda l’oggetto sessuale ovvero se si è attratti da persone dello stesso sesso o di quello opposto. Di conseguenza, non è la propria identità ad essere messa in discussione.

Un ringraziamento speciale alla scrittrice Luciana Balducci che, con un lavoro direi quasi certosino, ha ricostruito perfettamente anche grazie alle testimonianze di tanti cittadini roccheggiani, la vera storia di Rola.

Per non dimenticare...

di Flavia Santangeli

Immagini tratte dal web

 

Velletri (attualità) - Molta curiosità per i visitatori

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Ancora un successo di pubblico per la Casa Museo Ugo Tognazzi di via Colle Ottone basso, dove tra gli anni '70 e '90 passarono intere giornate  la famiglia del grande attore e regista cremonese e i più grandi nomi del cinema italiano.

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Ieri la visita guidata organizzata dall'infaticabile e intraprendente Simona Ottaviani, con la collaborazione della giovane Maria Sole Caporro, ha visto arrivare da tutta Roma e provincia e da altri comuni del Lazio molti visitatori e gruppi di turisti, contingentati a gruppi per non fare assembramento e permettere a tutti di visitate tutti gli ambienti lasciati intatti dalla morte di Ugo Tognazzi, avvenuta il 27 ottobre del 1990 (è sepolto al cimitero veliterno).

Le visite hanno attirato l'attenzione dei molti presenti, famiglie, giovani, coppie, persone anziane, con un percorso emozionante e pieno di sorprese,  dal suo studiolo con ancora sulla scrivania i copioni dei più grandi film italiani, i suoi molti occhiali da vista, le decine di foto con grandi attori e registi, del matrimonio con Franca Bettoja,  i suoi appunti nella rubrica personale, lo stemma della sua Cremonese Calcio,  la sala biliardo (dove si sfidavano a colpi di boccette, Gassman, Risi, Ferreri, Manfredi, De Sica, Franco Nero), la camera dei grandi pranzi e cene con l'amico di sempre Benito Morelli, il grande chef veliterno, il salotto con il camino e tutti i premi vinti in giro per il mondo, la storica cucina, la stanza da letto e il vasto parco giardino esterno con la cantina dei vini ideati da Ugo con le etichette dei nomi dei suoi film e delle sue battute più famose.

Per le visite e le informazioni si possono consultare le pagine facebook  museo ugo tognazzi- associazione culturale ugo tognazzi o contattare il sito www.ugotognazzi.com.  Altre iniziative sono in itinere e molte sono state già realizzate nei mesi scorsi.

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Ricordiamo che quest'anno ricorrono i 100 anni dalla nascita del grande attore cremonese, e tra il comune, la proloco velitrae e la famiglia stessa sono stati creati e tenuti numerosi eventi di spettacolo, cultura, cinema, sport, tra Velletri e il Villaggio Tognazzi a Torvaianica.  Soddisfatti i figli Maria Sole, Gianmarco e Ricky, per il successo avuto dall'iniziativa delle visite guidate alla "Tognazza" come l'aveva chiamata Ugo, figli e moglie di Tognazzi,  che ancora oggi vivono tra Roma, Torvaianica e Velletri, vengono spesso da queste parti dove sono molto amati e stimati.   

La visita di ieri è stata organizzata e curata dalla DMO Castelli Romani -visitcastelliomani.it, mentre la gestione della storica villa è seguita dall'Associazione Libero Territorio la Tognazza. 

 

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