Ciampino | Dad sì, dad no: il parere di chi la vive ogni giorno

Pubblicato: Mercoledì, 02 Dicembre 2020 - S.C.

CIAMPINO (attualità) - Due insegnanti del Liceo Scientifico “Vito Volterra” di Ciampino danno la propria opinione sulla “Didattica a distanza”

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È ormai dall’ultimo DPCM risalente al 4 Novembre 2020 che le attività scolastiche nelle scuole di secondo grado si svolgono su tutto il territorio nazionale al 100% tramite il ricorso alla didattica digitale integrata, o “didattica a distanza” (Dad).

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Tematica che ha generato un fervore di pareri contrastanti nell’opinione pubblica, per lo più critici: tra questi, recentemente personaggi illustri quali Alessandro D’Avenia e Roberto Vecchioni, che l’ha definita addirittura “una ferita forte, quasi mortale”. Abbiamo perciò chiesto il parere delle professoresse Daniela Ismeli e Rossella Antonacci, entrambe insegnanti rispettivamente di Lettere e Filosofia del Liceo Scientifico “Vito Volterra”, che operano con la Dad giornalmente.

“Va certamente meglio del periodo Febbraio-Marzo”, ci dice la Prof.ssa Ismeli, “siamo molto più allenati a sfruttare tutte le infinite possibilità che offre la piattaforma G-suite. Trovo anche molto efficace il sistema che abbiamo deciso di adottare, ovverosia di alternare 40 minuti di lezione a 20 di intervallo.

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Ciò permette ai ragazzi di staccare gli occhi dallo schermo e di seguire con più attenzione”. La Dad totale, anziché al 50% come era stata adottata nel primo mese di scuola, cioè con metà degli alunni che a turno seguivano da casa, sembra essere di gran lunga preferita dalle insegnanti. “Era quasi impossibile collegarsi con successo dalla classe”, dichiara la prof. Antonacci, “la connessione della scuola non è certo delle migliori. Inoltre, gli alunni che seguivano da casa erano portati ad essere una presenza quasi passiva, non realmente partecipe alla lezione. Da insegnante mi veniva più naturale dare più attenzione ai ragazzi davanti a me”.

Insegnando entrambe materie umanistiche, che implicano per lo più la discussione orale, le professoresse non riscontrano particolari svantaggi nel fare lezione da casa anziché in classe. Solo la prof.ssa Ismeli incontra qualche difficoltà nell’insegnamento del Latino, che richiederebbe una correzione alla lavagna ed un’interazione continua con gli alunni.

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Ed a proposito di questi ultimi, anche loro sembrano essersi adeguati al nuovo modo di “stare a scuola”. Così tanto che certamente non mancano nuove furbe escogitazioni “al passo coi tempi” per copiare o sfuggire alle interrogazioni. “Mentre con i cellulari in classe utilizzano montagne di giga e creano hotspot, a casa casualmente la connessione spesso crasha, così da non permettergli di entrare nella videochiamata. Riescono ad uscirci molto velocemente però”, afferma divertita la prof.ssa Ismeli, “Il problema maggiore è il continuo suggerirsi a vicenda durante le verifiche via messaggistica istantanea ed il copiare, anche devo dire che G-Suite possiede un efficace sistema anti-plagio”.

“Ma d’altronde era così anche in classe”, aggiunge la prof.ssa Antonacci, “chi ha voglia di fare fa, e viceversa”. Le insegnanti sono tuttavia estremamente concordi nel condannare la professoressa del liceo “Caccioppoli” di Scalfati, la quale, lo scorso 29 ottobre, interrogava una studentessa bendata affinché le fosse impossibile copiare. “è un gesto assurdo”, commenta la prof.ssa di Filosofia, “nonché inutile, visto che ci sono strategie per capire se il ragazzo interrogato stia leggendo da foglietti o meno. Anche perché l’insegnante dovrebbe portare l’alunno a ragionare, anziché a ripetere a memoria dei concetti. In tal modo è impossibile copiare”.

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Ed i genitori? Pare premano per la maggior parte per un rientro a scuola il prima possibile, nonostante il rischio del contagio. “Tuttavia, ciò che si vuole e ciò che si può fare viaggiano su binari paralleli”, sostiene Antonacci, “nel caso di una diminuzione del numero dei contagi, spero anch’io di tornare in classe. Se tornassimo domani, con i numeri di questi giorni, avrei paura”.

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