ROMA (attualità) - La consorte del campione è intervenuta a 'I lunatici' su Radio Rai Radio 2
 
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Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi, scomparso un anno fa, è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle sei, live anche su Rai 2 sempre dal lunedì al venerdì, dall'una e dieci alle due e quaranta circa.

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"Tornando indietro di un anno, ripenso ad una notte devastante. E' stata la cosa più dolorosa che ho vissuto in vita mia. In quel momento ho perso una delle ragioni vere della mia vita. Il mio amore, mio marito, il padre delle mie figlie. Troppo e tutto insieme. Ho scritto un libro, 'Per sempre noi due, le nostre parole d'amore', scriverlo è stato un percorso difficilissimo, sono stati mesi di pianto, i ricordi faticavano a tornare alla mente, ho dovuto impiegare giornate intere, soprattutto mattinate, perché scrivevo quando le bambine non mi vedevano, ho pianto tanto. E' stato un po' come una catarsi". 
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"Abbiamo scelto di non parlare della sua malattia fino all'ultimo momento - prosegue -  Volevamo che Paolo vivesse con serenità anche i momenti della malattia. Le terapie, i momenti più delicati. E' stato faticoso mantenerla questa privacy, quando andavamo in ospedale, quando ci siamo trovati anche in ospedale nello stesso reparto di Alex Zanardi, quando ha avuto l'incidente. Ci siamo riusciti e Paolo è riuscito a vivere con la privacy che aveva chiesto".
Poi la moglie ricorda i momenti del loro primo incontro: "Come ci siamo conosciuti? Alla presentazione di un libro che avevo scritto io. A Perugia. Avevo chiamato lui per presentarlo perché era uno dei protagonisti, anche se non l'avevo intervistato io. Inizialmente mi disse di no, alla seconda telefonata accettò il mio invito. Per arrivare riuscì a prendere un aereo in un giorno di sciopero degli aerei da Sofia, dove stava disputando una partita di beneficienza. Arrivò con mezzora di ritardo alla presentazione del mio libro, ma comunque riuscì ad arrivare. Questa cosa mi colpì molto. Come il suo splendido sorriso. Il corteggiamento? Lo ha iniziato Paolo. Lui ha fatto il primo passo, ma devo dire che io l'ho seguito subito. La canzone che ha fatto da colonna sonora della nostra storia? 'A te' di Jovanotti. Me la dedicava spesso. Era la nostra colonna sonora. Le notti più belle della nostra vita? I primi tempi, quando la notte per noi era giorno. Tornavamo anche alle cinque del mattino, io stavo a Perugia e lui a Vicenza. Ci incontravamo in Toscana, sono state notti veramente magiche, che io ricordo con immenso piacere, tanto amore, tanta passione".skyline4 ilmamilioFarmacia Pratone1 grottaferrata ilmamilio
"Lui era sempre sorridente - racconta -  pacato, riusciva a vedere il lato positivo delle cose anche dove c'era qualcosa di negativo. Ogni tanto si arrabbiava, ma vederlo arrabbiato era rarissimo".
Sul libro 'Per sempre noi due, le nostre parole d'amore': "Se c'è un momento in cui ho sorriso scrivendolo? Sì, quando ho pensato ai nostri momenti belli. A quando ci siamo detti ti amo per la prima volta. Eravamo alle Maldive. Oppure ripensando a quando sono nate le bimbe. Il primo ti amo è scattato alle Maldive. Il nostro primo viaggio, un viaggio in cui non sapevo come sarebbe andata a finire. In realtà lì ci siamo confessati il nostro amore. Le Maldive hanno aperto e hanno chiuso. Anche il nostro ultimo viaggio è stato alle Maldive".
Federica poi torna sul furto subito a casa di Paolo Rossi qualche settimana dopo la sua morte: "Per fortuna non hanno rubato i cimeli perché avevo provveduto a toglierli da casa. Hanno portato via una cosa preziosa per Paolo, l'orologio che ha indossato negli ultimi tempi. Questo mi ha fatto male, non per il valore, ma per quello che significava. Una cosa del genere si vive male. Quando ti arriva una notizia del genere ti senti comunque violato. Non avevo neanche la forza di reagire. E' stato dolore nel dolore. Novità nelle indagini? Qualcosa, ma io non sono molto fiduciosa, perché purtroppo quando ci sono queste cose all'inizio c'è sempre tanto interesse, poi però...".
 "Se lui sapeva che se ne sarebbe andato? Aveva sicuramente capito, alla fine. Fino a qualche giorno prima della sua scomparsa c'era ancora speranza - aggiunge -  poi improvvisamente un medico mi ha detto che non c'era più niente da fare. Io non l'ho detto a Paolo, ma lui aveva capito. C'erano state delle avvisaglie, poi lo vedi quando il fisico inizia a sgretolarsi, a perdere dei pezzi. Però è rimasto sempre consapevole. Abbiamo parlato tanto, mi ha detto cose importanti, mi ha chiesto di fare cose. Il suo ultimo desiderio? A lui dispiaceva molto l'idea di non veder crescere le bambine. Aveva questo grande dolore. Mi ha chiesto di regalare loro ogni compleanno le rose, in base agli anni. Per restargli sempre accanto".
In questi mesi è emersa la possibilità che a Paolo Rossi venga intitolato lo stadio Olimpico di Roma. "La volontà c'è - conclude Federica - per noi famiglia è un grande desiderio. Sarebbe bello intitolare a Paolo qualcosa che lo rappresenti davvero. Speriamo che ci si possa riuscire".gottodoro mamilio

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