Le vetture storiche della funicolare di Rocca di Papa abbandonate e degradate sulla Via Appia. “Restauro ora o mai più”

Pubblicato: Martedì, 11 Settembre 2018 - redazione attualità

ROCCA DI PAPA (attualità) – La preoccupazione e la denuncia di un residente

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Le due vetture storiche della vecchia funicolare di Rocca di Papa vivono un lento degrado. A constatarlo, con amarezza, con una appassionata lettera, è Renzo Lay, un cittadino cultore della storia dell’antico mezzo di trasporto locale che da cinque anni è di nuovo un cantiere aperto (in questi mesi si sta realizzando la strada di collegamento per la stazione bassa). I lavori, come noto, sono iniziati, poi si sono bloccati, sono ripresi, grazie anche alla spinta costante della cittadinanza più sensibile e in particolare del Comitato “ARCR - AMICI ROTAIE CASTELLI ROMANI”.

Lay scrive: “Il 10 aprile 2014 le due vetture storiche, seguite da una mesta processione, furono impacchettate con cura e avvolte con grandi bianchi teloni e trasportate nel Deposito CO.TRA.L. dell’Appia Sud. Lì furono adagiate con cura nel prato in attesa del promesso restauro. Al loro allontanarsi ci fu una tristezza generale con la speranza di riaverle restaurate. L’11 giugno 2014 andai a visitarle: le trovai ancora perfettamente riparate dai bianchi teloni, ben protette dalle intemperie. Il restauro sarebbe stato affidato ad una Ditta tedesca o italiana, se ne stava discutendo alla Direzione del CO.TRA.L. Passano quattro anni da quella mia visita, sicuri tutti che il tempo lavorava per il restauro delle antiche vetture, mentre si apprestava l’ultima fase del collegamento stradale. Il 28 agosto mi recai per un saluto alle antiche e storiche vetture della funicolare ed aggiornarmi sul loro restauro. Chiedo notizie, rassicurazioni, di poterle rivedere, con la segreta speranza di trovarle “più belle e più superbe che pria”. Invece la sorpresa è amara: Lay scorge le due vetture, parzialmente compromesse da un rogo. “Quattro anni prima le avevo lasciate belle, due bianche colombe, ma ora delusione, irriconoscibili, spogliate del loro bianco vestito, volato a pezzi, liquefatto, desolazione”, racconta Lay. “Con l’aiuto di Google Maps le fotografo dall’alto – spiega ancora - la pena della nuova visione mi spinge a visitarle dall’esterno, costeggiando la parallela interna della SS7: il disastro è superiore alla visione lontana”.

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“Una comunità che dimentica la propria identità sta allo sbando. La Funicolare fa parte di questo patrimonio – prosegue - il restauro solennemente promesso rappresenta, quindi, un dovere di restaurare la “Memoria” di questa Comunità e la stessa memoria storica del CO.TRA.L., presente ed assenziente”.

Eppure le premesse, come ricordano tutti, non erano queste, anche viste le parole di speranza e rilancio pronunciate dall'allora sindaco Boccia e dal Governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti in occasione della posa della prima pietra. Anche in merito al restauro delle antiche carrozze.

“La storia roccheggiana – continua - viene cancellata giorno dopo giorno, notte dopo notte: un gioiello dopo l’altro, una memoria dopo l’altra spariscono. Reperti plurisecolari seppelliti da una selva di antenne sulla sacra cima di Monte Cavo (da demolire ex Sent. del Cons. Stato N.02200/2017): il Tempio di Giove Laziale, il Tempio di Giunone Moneta, il Convento storico dei PP. Passionisti con stazione meteorologica installata dell’astronomo gesuita Angelo Secchi, il punto più panoramico del paese, la chiusura del Cosma (Centro operativo dello Stato maggiore dell’Aeronautica italiana (ora nascosto nel bunker di Monte Soratte), oggi in forse il restauro della storica funicolare, che poteva dare un tocco di nobiltà al piazzale della stazione inferiore ed essere un testimone della sua “memoria”. Ed infine una … Funivia – ripeto - “FUNIVIA”, progettata e mai nata, che doveva completare il progetto della Funicolare del 1932 e che avrebbe incentivato veramente il turismo di quella Rocca che un tempo veniva chiamata «la piccola Svizzera italiana». Il progetto fu esposto nella mostra del 7-13 dicembre 2007 a Grottaferrata, in occasione del centenario della prima funicolare ad acqua. Poi si ritentò con altro progetto di traghetto-Funivia dell’aprile 1965, che avrebbe collegato le sponde del lago di Albano con la vetta di Monte Cavo. Anche questo protestato da una visione non all’altezza dei paesaggi unici dei Castelli Romani”.

“I Roccheggiani, la Provincia, gli architetti, gli ingegneri, le maestranze, i Sindaci – conclude- hanno a disposizione l’ultima carrozza per conservare la memoria storica di questo paese e lasciare il loro nome nella storia”. Un appello accorato per salvare un pezzo di storia sociale, su cui il degrado e il vandalismo hanno compiuto già la loro azione peggiore.

 
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