Controllo emissioni caldaie obbligatorio per legge ed utile al dispositivo

Pubblicato: Mercoledì, 08 Maggio 2024 - Redazione attualità

MILANO (attualità) - Questi impianti debbono sottoporsi a delle revisioni e al Controllo emissioni caldaie almeno una volta ogni 2 anni per avere il bollino blu

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In inverno l’accensione degli impianti di riscaldamento alimentati dalle caldaie non è libera. Tanti Comuni, per controllare l’inquinamento atmosferico e le polveri che vi sono, impongono delle date di accensione. Sono innumerevoli gli ambienti da proteggere, siti e luoghi storici, ambientali o con vincolo paesaggistico.

L’atmosfera è satura di polvere sottili e gli impianti a combustione non migliorano certo la situazione. Vero è che le caldaie rimangono tra i dispositivi che sono più ecosostenibili. Essi bruciano gas o materiali vegetali come il pellet o la legna. Solo che la produzione dei fumi contribuisce ad inquinare.

Data la pericolosità certificata delle emissioni delle caldaie è necessario che gli utenti controllino e facciano fare delle analisi. Ogni 2 anni, nei periodi della revisione, si eseguono tali interventi. Prima si fa la pulizia delle caldaie e poi, con dei dispositivi appositi usati da parte dei caldaisti, si hanno informazioni utili sulla qualità dei fumi.

Attenzione che questa non è una scelta, ma un obbligo. Infatti questi impianti debbono sottoporsi a delle revisioni e al Controllo emissioni caldaie almeno una volta ogni 2 anni per avere il bollino blu. quest’ultimo è il documento che certifica che c’è un caldaista che si è occupato del controllo e che ha notato che i fumi rispettano i parametri decisi dal Ministero della Salute o dal Comune di pertinenza.

FUMI CALDAIE, PERICOLI

Se la combustione o bruciatura di gas e legna è naturale, come mai c’è bisogno di capire quale sia la qualità dei fumi combusti?

Il problema è dato direttamente da quello che succede durante la combustione. Bruciare del combustibile ci conduce ad un’erosione chimica di elementi che sono legno o gas. Essi quindi creano polveri estremamente sottili che rimangono all’interno dell’aria, facili da respirare. Però il problema principale è la creazione di anidride carbonica che è quella componente invisibile, ma che danneggia l’aria.

I fumi delle caldaie sono poi corrosivi perché contengono una minima percentuale di umidità che è stata compromessa dalle funzioni interne.

Respirare direttamente questi fumi non è certo consigliabile. La lunga esposizione comporta malesseri di ogni genere: vertigini, vomito, cefalee. Durante gli inverni sono milioni le persone che accendono gli impianti di riscaldamento e di conseguenza è normale che l’aria diventi altamente tossica. Ecco come mai è imposta l’accensione solo in determinati periodi.

A cosa serve controllare le emissioni?

Il controllo delle emissioni di una caldaia non è obbligatorio solo dalla legge per verificare la qualità dei fumi, ma è utile direttamente al dispositivo.

Una presenza eccessiva di fuliggini al suo interno impedisce il ricambio di ossigeno e danneggia la fiamma pilota. Essa inizia a non bruciare più il combustibile e a farlo disperdere. Le temperature in casa si abbassano notevolmente perché non sono riscaldate. Si hanno dei blocchi di sicurezza o di componenti interni. Le canne fumarie possono restringere il loro spazio a causa di tanti strati di fuliggine uno sopra l’altro. Tutto questo conduce ad una rottura delle caldaie che si poteva prevenire semplicemente controllando lo stato, densità e qualità dei fumi combusti prodotti dal dispositivo stesso.