Savoia! Il retaggio del Regno d'Italia nella toponomastica di Frascati

Pubblicato: Sabato, 09 Marzo 2024 - redazione attualità

viaDucadAosta frascati ilmamilioFRASCATI (attualità) - Almeno 4 strade e luoghi cittadini che ricordano la casa reale italiana. La più celebre è la regina Margherita

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Frascati, come praticamente tutto il resto delle città d'Italia, porta nella sua toponomastica il retaggio del proprio passato. In particolare, il cambio di denominazione sopraggiunto nel corso del secoli, ha comunque lasciato ancora nelle intitolazioni di strade e piazze i nomi di personaggi del passato.

Di personaggi riconducibili al Risorgimento è pieno il centro storico: da via Cavour a piazza Garibaldi, da via Mazzini alla Galleria Vittorio Emanuele II, da Vincenzo Gioberti a Benedetto Cairoli.

 Non solo: sempre al Risorgimento sono riconducibili le strade intitolate alle battaglie più rilevanti. Da Bezzecca (1866) a Solferino (1859), dalla Cernaia (1855) alla stessa via Piave.

Ma c'è anche un altro "ramo", quello di casa Savoia che continua a rimanere nella toponomastica tuscolana.

Se di Vittorio Emanuele II, ultimo re di Sardegna e primo re d'Italia (1861-1878) s'è già detto, e se soprende il fatto che a Frascati manchi una strada o una piazza intitolata a Umberto I, in questo (breve) elenco la stada certamente più famosa è quella dedicata alla regina Margherita, moglie di Umberto ma soprattutto prima regina d'Italia.

Quando infatti Vittorio Emanuele salì al trono d'Italia, la sua consorte Adelaide era già morta e dunque gli italiani non conobbero una prima regina consorte se non nel 1878 all'insediamento sul trono di Umberto.

La regina Margherita fu popolarissima, senza dubbio uno dei personaggi più celebri del suo tempo. Amatissima anche dal ceto medio e basso, a lei furono tributati nel corso dei quasi 50 anni da sovrana (dal 1900 regina madre di Vittorio Emanuele III) omaggi e riconoscimenti innumerevoli.

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 E' arcinoto che la "pizza Margherita" fu pensata in suo onore: tutta Italia le intitolò strade, piazze, luoghi ed edifici pubblici. In Puglia, il paese di "Saline di Barletta" dal 1879 prese il nome Margherita di Savoia. Frascati a lei dedicò la strada pensile (da cui via Pensa) che da piazza del Mercato conduce sino alla parte bassa del centro.

Nella medaglia al centro della foto in alto, datata 1878, figurano Umberto e Margherita.

Ma ci sono almeno altre due strade dedicate ai Savoia. La prima è l'attuale via Duca d'Aosta, che ricorda il titolo nobiliare riservato al secondogenito di casa Reale. La strada, che sino al secondo dopoguerra era inaccessibile dalla sovrastante Passeggiata e che i frascatani conoscono anche come via Giuseppe Ponzi, fu intitolata ad Emanuele Filiberto di Savoia duca d'Aosta. Ricordato per essere stato uno dei generali al comando delle truppe italiane nella Prima guerra mondiale, si macchiò delle fucilazioni sommarie disposte tra i soldati dopo la disfatta di Caporetto. Vicino a Mussolini nei primi anni di regime, morì nel 1931 chiedendo ed ottenendo di essere sepolto insieme ai soldati nel sacrario di Redipuglia, in Friuli.

L'altra strada di Frascati che rimanda ai Savoia è via Principe Amedeo, nella parte bassa del centro cittadino.

 In questo caso le possibili attribuzioni (mancando in questa sede di riferimenti più certi) sono due: la prima è il principe Amedeo secondo figlio maschio di Vittorio Emanuele II (fratello dunque di Umberto I), primo duca d'Aosta e sostanzialmente capostipite del ramo Savoia-Aosta che ancora oggi contesta la titolarità della discendenza reale. Re di Spagna tra il 1870 ed il 1873, Amedeo I morì nel 1890 ad appena 45 anni.

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L'altra attribuzione (più probaile) è ad Amedeo, nipote di Amedeo I e figli di Emanuele Filiberto (foto qui sopra). Aviatore e generale, il principe Amedeo fu vicerè di Etiopia al termine della seconda guerra italo-abissina nel 1937 ma fu anche al comando delle truppe italiane sopraffatte da quelle inglesi in quella passata alla storia come la disfatta di Amba Alagi, alta montagna dell'Etipia nel 1941. Traportato in prigionia dai britannici in Kenya, morì proprio a Nairobi per gli stenti, la malaria e la tubercolosi nel 1942. Fu personaggio apprezzato dai suoi soldati ed anche dai nemici.

Infine, sempre in questo ambito va ricordata anche via Etiopia, la breve strada che da via Gregoriana conduce sino alla Sciadonna, passando al fianco dell'ex molino Nobiloni oggi mobilificio.