VICENDE - L'antico mito della Biblioteca eboracense

Pubblicato: Mercoledì, 06 Dicembre 2023 - redazione attualità

enrico benedetto stuart quadro ilmamilioFRASCATI (vicende) - I locali furono realizzati inizialmente presso il Seminario Tuscolano per volere di cardinale vescovo di Frascati Enrico Stuart del titolo di duca di York

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

di Valentino Marcon

Talvolta si sentono affermazioni alquanto peregrine sulla vicenda della Biblioteca eboracense, già allocata nel Seminario tuscolano e poi ‘trasferita’ in Vaticano. Si afferma infatti che tutti i libri vi furono rimossi a causa dei bombardamenti. Non è stato proprio così. 

Ma andiamo con ordine. Senza riproporre la storia della Biblioteca, che molti sicuramente conoscono almeno nelle sue linee principali, la prima cosa da affermare con certezza è che la biblioteca non fu trasferita in Vaticano a causa dei bombardamenti, bensì per i furti che cominciavano ad esserci da parte di qualche frascatano…di lesta mano.

La vicenda è singolare. Intanto ricordiamo brevemente - (tutta la storia è stata già raccontata nel mio volume ‘Carità e cultura a Frascati tra Otto e Novecento’, Ed. Censes/Roma - e Ass.ne Amici di Frascati, 2012) - come sia stato il cardinale vescovo di Frascati Enrico Stuart del titolo di duca di York (Eboracum), figlio dell’ex re d’Inghilterra in esilio, Giacomo III, dopo aver fatto innalzare, un nuovo piano nel Seminario, a collocarvi nel 1776 la fastosa biblioteca (con scansie in noce e con la volta del soffitto affrescata dal polacco Taddeo Kuntze); inizialmente con l’apporto di circa duemila tra volumi, incunaboli, manoscritti, che negli anni ampliò fino a circa 10.000 ‘reperti’.

LEGGI STORIE & METALLO - Il re d'Inghilterra che fu cardinale e vescovo di Frascati, Ostia e Velletri: l'incredibile vicenda di Enrico Benedetto Stuart, Duca di York

christmas village 2023 ilmamilio

Lo Stuart la metteva a disposizione non solo per i docenti e allievi del Seminario tuscolano (tra cui vi furono alcuni futuri cardinali come Consalvi, Falsacappa, ecc.) ma anche per tutti coloro che ne avessero voluto usufruire.

La scrittrice Clara Wells sul finire dell’Ottocento ricorda nel suo libro (I Colli albani: Frascati), di aver visitato il Seminario tuscolano, “arricchito di una biblioteca di oltre settemila volumi. Tra di essi ce ne sono molti inglesi, stimabili come classici, francesi e italiani […]. Prima di entrare nella biblioteca si attraversa un lungo vestibolo, alla fine del quale c’è un ritratto del Papa Clemente XIV; segue un’anticamera intorno alla quale sono appesi i ritratti del Duca di York, i Cardinali Del Drago, Della Porta, Pallotta, Consalvi, Gazzoli, Simonetti, Grimaldi, Falsacapa, e una iscrizione che ricorda il dono fatto al Seminario dal Cardinale York di una somma equivalente a circa 3500 scudi”. Aggiungeva la Wells, che “gli stranieri e le altre persone possono accedere alla biblioteca in certe ore, specialmente se hanno la conoscenza del dotto bibliotecario Canonico Santaviti [Santovetti]. Si possono portare via i libri per leggerli, senza il permesso del Cardinale di Frascati”.  

La Wells scriveva a fine ‘800, in un secolo in cui la biblioteca aveva subito già diverse vicende, la prima delle quali era stata l’occupazione napoleonica con la distruzione dello stemma dello Stuart, situato sopra la porta della biblioteca che oggi si affaccia sul cortile, mentre, al tempo della scrittrice, la biblioteca era passata in gestione al nuovo Governo italiano. In un appunto del segretario del card. Pitra (mons. Battandier), si può leggere: “Martiis 4, 1884, Frascati. Autorizato Sig. Clara Wells a prendere i libri seguenti: Tuscolo antico e moderno -  Storia di Frascati, Volpi – Kircher – Vetus et Novum Latium  Mattei”.

   Ma fu proprio sul finire del secolo XIX che, a causa delle perenni scarse finanze del seminario, si ebbe un primo tentativo di alienare la biblioteca e la prospettiva di vendita era diventata talmente seria, che il Capitolo della Cattedrale, in una riunione del 30 ottobre 1897, decise di indirizzare una lettera cortese ma decisa, al cardinale (Vannutelli) affinché si recedesse dalla prevista vendita, supplicandolo di non permettere di alienare “le Carte e i libri conservati nella Biblioteca del Seminario già appartenenti alla felice memoria del cardinal Duca di York. Questi tornano per Frascati e pel Seminario un tesoro d’inestimabile valore storico, essendo stati di uso familiare e proprietà della famiglia regnante d’Inghilterra. Se qualche attrezzo o altro semplice arnese, a cui sia legato il nome di qualche persona distinta, attrae i forestieri a visitarli, quanto più questi oggetti di letture, di memorie, di devozione stati già di regie famiglie sì chiare nel regno Unito e che ridestano quanto han di più caro i popoli, ed eccitano nei cuori un fascino di affettuose reminescenze? (...). E non si ha inglese che non si rechi con entusiasmo a leggere il nome di Carlo Edoardo sulla lapide nel Duomo di Frascati”. E per quella volta la vendita sfumò.

LEGGI STORIE & METALLO - Il cuore del pretendente al trono d'Inghilterra che ancora riposa nella Cattedrale di Frascati

ortopedia castelliromani 6 ilmamilio

  Ma un’altra pericolosa prospettiva di alienazione o per lo meno di passaggio di responsabilità nella gestione della biblioteca, avvenne negli anni ‘20 del ‘900.  Onde far riprendere vita alla biblioteca, ormai scarsamente utilizzata – tenendo conto che il Seminario era chiuso dal 1922 e non si prevedeva una sua riapertura (che ci sarà solo nel 1927 col card. Lega) – poco dopo che Giorgio V re d’Inghilterra e la regina Maria erano venuti in Italia nel 1923, visitando anche la Villa Aldobrandini a Frascati e la Biblioteca dello Stuart, si verificò il secondo più consistente tentativo di vendita.

LEGGI STORIE & METALLO - Valli a chiamare Windsor! La volta che Re Giorgio V creò la nuova casata. Poi venne Frascati

Fu durante l’episcopato del salesiano cardinal Cagliero - ottantaseienne e già missionario in Patagonia - che non se ne intendeva molto di amministrazione, per cui veniva facilmente abbindolato dal cavalier Gioacchino Farina (padre di Giulio, il famoso egittologo e direttore negli anni ‘30 del Muso egizio di Torino). Il tentativo avvenne il 24 agosto del ‘23, quando il Rettore del Collegio inglese di Roma, prof. Arthur Hinsley, scriveva all’anziano vescovo tuscolano, di aver ricevuto alcuni inglesi di passaggio i quali, avendo visitato la Biblioteca eboracense, preoccupati della sua conservazione e custodia, avevano intenzione di comprarla e ‘portarla’ in Inghilterra. 

Judo Frascati 3 ilmamilio

Il Rettore Hinsley faceva anche presente al vescovo la proposta di gestirla lui stesso come Amministratore e Direttore.  Poteva magari essere adibita in funzione di un seminario ‘minore’ (ovviamente dipendente dal Collegio inglese, ma subordinato al Vescovo e con i locali in affitto), per ‘apprendere la lingua latina ed italiana da parte degli studenti inglesi della Gregoriana’; naturalmente con un contributo che per contropartita avrebbe avuto un “qualche diritto di sorveglianza”. Il Rettore capiva “bene che il popolo di Frascati è affezionato alle memorie storiche degli Stuart e del resto non c’è motivo adeguato per disturbare quei tesori e cambiare l’ambiente storico e naturale”.  E infine aggiungeva: “Sono stato assicurato che persone importantissime in Inghilterra, specialmente dopo la visita della nostra Regina a Frascati, erano e sono interessate e che i mezzi finanziari non mancherebbero per un progetto di conservazione del Seminario e di custodia della biblioteca”.   

     Ma poco dopo (nel settembre 1924) entrerà in scena il cavalier Farina, intavolando trattative per la biblioteca mediante  una fitta corrispondenza con gli emissari del cardinale inglese Gasquet  - allora bibliotecario vaticano -  e soprattutto con il referente del Collegio universitario in Inghilterra  Valter Seton, il quale assicurava il favore e l’interesse del cardinale al progetto, e chiedeva al Farina quale somma pecuniaria dover ipotizzare tanto più che “se la biblioteca fosse affittata a fiduciari inglesi, delle pratiche facilitazioni dovrebbero da essi essere accordate per l’uso della Biblioteca anche da parte degli abitanti di Frascati”.

colline fitness 5 ilmamilio

Mons. Hinsley rettore del Collegio inglese e il card. Gasquet, bibliotecario vaticano

       Nel novembre del ’24 si arrivò alla proposta di un affitto della durata di 25 anni a 20mila lire annue, ma della pubblica sottoscrizione che doveva iniziarsi per opera di alcune personalità scozzesi, per varie difficoltà, non vi era ancora l’ombra. Altre trattative andarono avanti nel 1925.  Farina propose la vendita per due milioni, ma Seton - il 7 maggio del 1925 - gli rispose che “prima di fissare cifra alcuna è essenziale un’ispezione della biblioteca il cui valore dovrebbe venir fissato da persone esperte” (...). Aggiungendo che intendeva, “a suo tempo ricordarmi del suo suggerimento che le condizioni dell’acquisto possano pure essere soddisfacenti per il Sindaco di Frascati. Spero di scriverle presto e forse l’onor. Senatore Cippico potrà intrattenersi ulteriormente con Lei su questa faccenda appena sarà ritornato a Roma. Cordiali saluti dal suo Valter Seton”. (Cippico, dalmata, nativo di Zara, senatore del Regno, risiedeva a Roma e Londra dove era ordinario universitario di Letteratura).  (continua).