Ariccia | Presentato il dettagliato lavoro sulla zona storica di Valle Ariccia dall'Associazione "Circus Fratrum Arvali"

Pubblicato: Sabato, 30 Settembre 2023 - redazione attualità
 
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    Ariccia (attualità) - Ai presenti all''incontro si è mostrato anche il materiale tecnico inviato in Soprintendenza
     
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    Veramente una storia interessante, molto ben spiegata, in maniera attenta e dettagliata, quella della zona di Valle Ariccia. Ieri pomeriggio dalle 18 in poi un folto pubblico, giunto dal territorio e dai comuni vicini, ha assistito, nei pressi del sito archeologico di cui si parlava, ad una ricostruzione 3d, con inserimento fotografico su vista area della Vallata racchiusa da Via della Croce, Via del Pometo e Via Appia Antica. Praticamente l'antico circo di Ariccia, il circo dei fratelli Arvali. Un lavoro che porta la firma dell'Associazione "Circus Fratrum Arvali", tutto ben spiegato da Marino Valenti ed Emiliano Bombardieri, come relatori preparati e dettagliati, con l'uso di slides e video .
     

    Ai presenti all''incontro si è mostrato anche il materiale tecnico inviato in Soprintendenza che pone enorme risalto, sotto il profilo tecnico, su cosa già c'è nella Valle delle Dee, e l'importanza nel far emergere o quanto meno tutelare quello che ancora nasconde. Piante, prospetti sezioni. Un rilevo accurato, una sintesi delle preesistenze e le aree in cui potrebbero ricadere le varie componenti architettoniche del Circo degli Arvali. E per finire un'accurata ricostruzione in tridimensionale del Circo, con tanto di video che alterna l'attuale stato di fatto a quello che poteva essere l'impianto strutturale di un complesso che univa il naturale contesto dei luoghi con gli elementi chiave di un circo: tribune, le 2 mete con la spina, il Pulvinar ( il posto d'onore riservato in particolare all'imperatore quando assisteva ai giochi, l'equivalente della "tribuna autorità" dei nostri giorni ), gli archi d'ingresso e i Carceres ( i cancelli da cui partivano i carri e i cavalieri nei circhi romani e preromani). Judo Frascati 3 ilmamilio

    "Un confronto con gli alti complessi conosciuti, le cui misure e dimensioni perfettamente coincidenti con la vallata, lasciano veramente pochi dubbi sul fatto che di Circo si tratti. Il materiale tecnico, quindi le tavole e i foto inserimenti prodotti egregiamente in 6 mesi  da tecnici ed architetti dei Castelli Romani:  Emiliano Bombardieri, Alessandro Mazzone, Sara Benelli, Diego Marinelli, Leonardo Guerra che ringrazio a nome di tutta l'Associazione. E ringrazio anche le altre associazioni  convenute Il Presidente d'Italia nostra -Castelli Romani, Enrico del Vescovo, le Associazioni: Arco di Diana, Latium Vetus e EcoMuseo Lazio Virgiliano. Un lavoro accurato di squadra che ci ha permesso di scoprire la Roma Antica, sotto il Ponte di Ariccia e il suo Circo degli Arvali dove si tenevano spettacoli e rappresentazioni vari con cavalli, cavalieri, carrozze e molte altre iniziativa  ",  commenta il presidente dell'Associazione "Circus Fratrum Arvali" Marino Valenti.

    Chi erano gli Arvali :

    Gli Arvali (in latino (Fratres) Arvales, o "(Fratelli) Arvàli") erano un antichissimo collegio sacerdotale romano formato di dodici membri scelti a vita tra gli esponenti delle famiglie patrizie. L'etimologia del termine deriva da arvum o aruum, "terra lavorata" (la radice ar è la medesima dei termini "arare" ed "aratro"). I sacerdoti si dedicavano al culto della Dea Dia, una divinità arcaica romana, più tardi identificata con Cerere, e di Marmar o Mavors, identificato più tardi con Marte, che proteggevano la terra e le messi. Queste divinità venivano invocate nelle processioni, dette Ambarvalia, che si svolgevano in primavera per invocare la protezione degli Dei Lari sui campi .
     
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    Secondo la leggenda lo stesso Romolo, faceva parte di questo Collegio Sacerdotale, fondatore di Roma, e ne facevano parte i dodici figli del pastore Faustolo, colui che aveva raccolto e allevato i due gemelli nel mito di fondazione della città. Per questo motivo i sacerdoti avevano l'epiteto di fratres, o "fratelli".
     
    Questa leggenda è citata anche da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia: «Romolo per primo istituì i sacerdoti Arvali e chiamò se stesso dodicesimo fratello tra quelli generati da Acca Larenzia, sua nutrice...» (Plinio il vecchio) . Nella medesima opera Plinio riferisce che le insegne di quel sacerdozio erano costituite, fin dalle origini, da una grande ghirlanda di spighe e da bende bianche. La grande antichità del collegio è testimoniata dal carattere fortemente arcaico della lingua di un carme che essi cantavano durante la cerimonia (Carmen Fratrum Arvalium) scritto in versi saturnii, che costituisce uno dei testi più antichi della lingua latina. Il carattere arcaico di questo testo si mantenne anche in epoche più tarde, in quanto i Romani ritenevano che ogni cambiamento nei particolari di un rito religioso ne avrebbe diminuito l'efficacia: ce ne sono giunti diversi frammenti, conservati attraverso iscrizioni e citazioni successive.
     
     

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