Premio letterario “Ugo Foscolo”: la 4 E della scuola primaria “Bernini” di Ariccia primeggia nella sezione arte
Pubblicato: Domenica, 11 Giugno 2023 - Redazione attualitàARICCIA (attualità) - Gli alunni, guidati dalla loro insegnante Filomena Raddi hanno realizzato una trasposizione grafica di disegni frutto delle suggestioni e riflessioni del “Prometeo incatenato alla rupe”
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Si è svolta ieri, sabato 10 giugno 2023, nell’aula magna del liceo classico “Ugo Foscolo” di Albano Laziale la premiazione della XXIV edizione del concorso “Premio letterario Ugo Foscolo”. Il concorso istituto nell’anno scolastico 1999/2000 e gestito attualmente dal dirigente prof. Lucio Mariani, curato dalla referente prof.ssa Giuseppina Febbraro in memoria dei docenti Roberto Quercioli e Carlo Cecchini con il Patrocinio del Comune di Albano Laziale e della Regione Lazio, vede coinvolti studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado dei distretti scolastici territoriali che quest’anno si sono misurati sul tema di “Prometeo”, personaggio mitologico della cultura Greca antica. Il primo premio classificato per la sezione Arte è andato alla classe 4 E della scuola Primaria del plesso BERNINI dell’IC VITO VOLTERRA di Ariccia. Gli alunni, guidati dalla loro insegnante Filomena Raddi hanno realizzato una trasposizione grafica di disegni frutto delle suggestioni e riflessioni del “Prometeo incatenato alla rupe”. In particolare l’interesse e la motivazione degli alunni sono stati sostenuti dall’immagine di Prometeo che per amore degli uomini si ribella a Zeus, rifiutando la sua personale salvezza. Prometeo viene così pensato come l’uomo emblema del nostro tempo, “un tempo/non tempo”, attraversato dal malessere sociale e civile. Un uomo rimasto solo, vittima inconsapevole di un destino a lui sconosciuto, già tracciato da altri uomini che non gli riconoscono i diritti individuali e collettivi del bene, della giustizia e dell’uguaglianza. Prometeo, incatenato alla rupe, diviene così, simbolo nei nostri giorni del dolore degli uomini, rimasti “viandanti”, imprigionati dal dolore, la sofferenza e la solitudine.