Il Vaticano riapre il caso di Emanuela Orlandi. Si avvicina il momento della verità?

Pubblicato: Lunedì, 09 Gennaio 2023 - redazione attualità

emanuela orlandi 7 ilmamilioROMA (attualità) - La famiglia della ragazza scomparsa il 22 giugno 1983 non sa però niente. Il fratello Pietro: "Pronto per essere ascoltato". Resta il collegamento con la sparizione di Mirella Gregori?

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"Vorrei capire un po’ di più in merito a questa notizia che ho appreso dalle agenzie". Lo dice Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la ragazza di 15 anni scomparsa nel 1983, intervistato da Rainews 24 a proposito della notizia che si è diffusa oggi sulla riapertura, da parte del Vaticano, delle indagini relative a Emanuela Orlandi.

La ragazzina scomparve nel nulla il 22 giugno 1983 e da allora si sono inseguite piste su piste senza però arrivare a nessuna verità di fatto.

La notizia riguarda la riapertura delle indagini da parte il promotore della giustizia vaticana Alessandro Diddi e della Gendarmeria vaticana intenzionati a riesaminare tutti i fascicoli di una storia - drammatica - che si trascina da 40 anni ma che nelle ultime settimane, anche dopo nuove dichiarazioni di Ali Agca (l'attentatore di Paolo Giovanni II), è tornata prepotentemente sulle cronache nazionali ed internazionali.
Questa riapertura delle indagini da parte della giustizia Vaticana, aggiunge Pietro Orlandi, “la leggo come una cosa positiva. Mi sono sempre illuso e disilluso nella vita”, e quindi “voglio andarci con i piedi di piombo, ma il fatto che si sia deciso di riaprire l’inchiesta la vedo come una decisione positiva”.
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“Io sono disponibile - dice ancora - e spero di essere ascoltato quanto prima” perche’ ci sono “degli elementi che sono emersi in questi ultimi anni. Ci sono ad esempio dei messaggi whatsapp che mi sono arrivati che parlano di cose che riguardano Emanuela”. Insomma, continua, se questa nuova indagine “è fatta in buona fede per arrivare a una soluzione, allora la vedo come una cosa positiva per fare finalmente chiarezza. Mi auguro che sia la volta buona perchè nasca una collaborazione” tra la giustizia italiana e quella Vaticana, “e si arrivi a una soluzione” perché “la verità da qualche parte sta, la verita c’è e alcune persone la conoscono”.

E conclude il fratello di Emanuela: “Forse ci si è resi conto che questa è una storia che non si riuscirà a nascondere fino alla fine e prima poi dovrà arrivare a una soluzione. Ci sono nuovi elementi che vanno analizzati e io sono convinto che in Vaticano ci sono persone a conoscenza di tutto” e “per la prima volta il Vaticano ha deciso di arrivare a una soluzione”.

Negli ultimi giorni dello scorso anno su iniziativa dell'onorevole PD Roberto Morassut, i casi di Emanuela Orlandi, Mirella Gregori (da sempre considerato collegato al primo) ma anche di Simonetta Cesaroni - tutti veri e propri cold case - sono rientrati in Parlamento.

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“La notizia della riapertura delle indagini sul caso Orlandi da parte della giustizia Vaticana è molto positiva e si muove nella direzione della ricerca della verità, una verità che i parenti e tutti gli italiani aspettano da troppo tempo. In Parlamento stiamo lavorando alla costituzione di una Commissione di Inchiesta che potrà affiancare il lavoro degli inquirenti, nelle prossime settimane accelereremo in tal senso”. ha commentato proprio oggi Morassut che, come detto, è stato primo firmatario della proposta di una Commissione di Inchiesta Parlamentare sui casi Orlandi, Gregori e Cesaroni.

Nei mesi scorsi grazie al lavoro del giornalista d'inchiesta Andrea Purgatori è stat inoltre prodotta da Netflix una mini docuserie sul caso Orlandi.

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