VICENDE - Eugenio III e Pio II, due Papi che resero grande Rocca di Papa

Pubblicato: Martedì, 13 Dicembre 2022 - redazione attualità

fortezza 4 roccadipapa ilmamilioROCCA DI PAPA (vicende) - Soprattutto al primo si deve la realizzazione del nuovo castello, poi diventato la Fortezza

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A Rocca di Papa, se si percorre a piedi il corso della Costituente che collega piazza della Repubblica con quella del Duomo, si giunge a un certo punto in piazza Papa Eugenio III, intitolata al Pontefice a cui si deve il nome definitivo della bella cittadina dei Castelli Romani.

Difatti all’antico nucleo abitato che vanta centinaia di anni di storia, fu dato il nome di Castrum Rocce de Papa in onore di Papa Eugenio III (1145-1152), al secolo Pietro Bernardo dei Paganelli, che vi soggiornò dopo il suo ritorno dalla Francia per stabilire che dal quel momento il castello sarebbe stato sotto la giurisdizione dello Stato Pontificio.

Eugenio III era solito trascorrere dei lunghi periodi anche nella vicina città di Tuscolo, dove ricevette illustri personaggi, da San Bernardo di Chiaravalle al Re di Francia Luigi VII accompagnato dalla consorte Eleonora D’Aquitania.

La costruzione del nuovo castello, nato sui resti dell’Arx aesulana, può essere attribuita proprio a Eugenio III, il quale con i fedeli Conti di Tuscolo fortificò diverse posizioni strategiche della campagna romana per contrastare i movimenti nemici.

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L’Arx aesulana era un’altura sacra dove sorgeva il collegio dei “sacerdoti cabensi”, occupata dall’attuale Fortezza che fu fatta erigere verso la fine del XII secolo sempre per opera dello stesso Pontefice e mantenne il suo ruolo difensivo per quasi quattro secoli.

Oggi è divenuta un sito archeologico (la Fortezza, per i roccheggiani) di notevole rilevanza sia dal punto di vista artistico che culturale, da cui è possibile ammirare uno dei panorami mozzafiato dei Castelli Romani con veduta sui tetti e comignoli di Rocca di Papa, il lago di Albano, Roma, il Tuscolo e i Monti Prenestini.colline nuoto6 ilmamilio

La città, intanto, prendeva consistenza dal momento che proprio sotto la Fortezza prima i profughi della disfatta del Tuscolo (1191), poi i soldati di Ludovico il Bavaro (1328) si unirono ai nativi originari, costituiti essenzialmente da pastori, boscaioli e carbonai.

Durante lo Scisma d’Occidente (1378-1417) Rocca di Papa passò agli Orsini, successivamente alla famiglia Annibaldi e nel 1427 fu acquistata dai Colonna che ne conservarono il dominio fino alla seconda metà del XIX secolo.vivace11 22 ilmamilio

I rapporti del casato Colonna con il Papato, nelle vesti di Niccolò V (1397-1455) e Callisto III (1378-1458) furono buoni e divennero persino idilliaci quando Pio II (1405-1464), al secolo Enea Silvio Piccolomini, salì al soglio di Pietro il 3 settembre 1458.

Il Pontefice visitò Rocca di Papa nel 1463, accettando l’invito a trascorrere l'estate al castello per rimarcare come i legami con il casato Colonna gli fossero molto cari.

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Durante il soggiorno fece numerose escursioni nei dintorni, tutte riportate nell’opera I Commentarii, composti tra il 1462 e la fine del 1463, in cui scrisse che dalla vetta di Monte Cavo si poteva scorgere persino il Monte Amiata.judo frascati ilmamilio

Pio II è infatti considerato uno degli umanisti più significativi del XV secolo, come si evince dalla lettura della suddetta opera, un’autobiografia scritta in terza persona in cui il mondo politico e religioso del Quattrocento europeo viene minuziosamente narrato.

Memorabile fu la visita del Pontefice presso l’antico convento di Palazzolo e la chiesa di Santa Maria ad Nives, risalenti al XII secolo, nonché il sepolcro romano.

Si tratta di un luogo di culto a strapiombo sul lago di Albano, nei cui pressi transitava la via Sacra, che dalla via Appia conduceva al tempio di Giove Laziale e nelle cui vicinanze si trova un antico sepolcro di incerta attribuzione, anche se si ipotizza che appartenesse ai Cornelii Scipiones.

Pio II descrisse accuratamente il luogo sacro ne I Commentarii:

“... La chiesa è di costruzione antica e non grande poiché ha una sola navata, il cui vestibolo si appoggia su colonne di marmo. All’interno ci sono le celle dei monaci e le officine necessarie… il luogo sovrasta il lago di Albano. La roccia è stata tagliata giusto lo spazio necessario per il monastero e l’orto. Sono state scavate anche delle grotte e di qui sgorga una grande quantità d’acqua e le sorgenti chiarissime riempiono i vivai di pesci."

di Flavia Santangeli

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Commenti  

# Massimiliano 2022-12-13 18:09
La storia appena letta scritta e raccontata molto bene dalla nostra Flavia
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