A Lugano come a Nemi: il vino "stagionato" in fondo al lago. Chi ha copiato chi?

Pubblicato: Lunedì, 18 Aprile 2022 - redazione attualità

vino lago lugano ilmamilioNEMI (attualità) - A Geo su RaiTre l'esperienza di un produttore svizzero che ricorda tanto quella di un produttore castellano

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Questo pomeriggio la puntata odierna di "Geo" su RaiTre è stata interamente dedicata al lago di Lugano, considerato uno dei cinque laghi più grandi d'Italia.

Cosa c'entra Lugano, capoluogo del Canton Ticino in Svizzera, con i Castelli romani?

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Nel corso della puntata, dedicata sostanzialmente alle ricchezze naturali e storiche del lago che per un terzo si trova in territorio italiano (provincia di Varese), si è parlato anche del vino locale.

Uno dei produttori svizzeri del nettare d'uva ha mostrato come da anni mantenga per 12 mesi le bottiglie dell'intera produzione nei fondali del lago. Posizionate a qualche decine di metri dalla riva all'interno di alcune ceste, le bottiglie di vino rosso vengono poi recuperate dai sommozzatori.

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Una scena ben nota ai Castelli romani, dove un produttore locale adotta una tecnica simile mantenendo per mesi il proprio vino, il rosso Roma doc denominato "Caligola" (qualche centinaio di bottiglie), sul fondo delle acque del lago di Nemi (LEGGI Nemi | Arriva il 'vino di Caligola': dagli abissi del Lago al calice di Vittorio Sgarbi).

Un lago, quello castellano, con una profondità massima di ben 10 volte inferiore a quello di Lugano.

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Lecita la domanda: di chi l'idea originaria di far invecchiare il vino alla temperatura costante garantita dalla profondità delle acque?

Ai Castelli, il rito della posa e del recupero delle bottiglie è ormai diventato una piccola tradizione. Che potrebbe avere una ispirazione... svizzera.

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