Regionali, centrodestra: Pirozzi manda segnali. "Ma le carte le do io". Prosegue la ricerca (difficile) di una candidatura unitaria

Pubblicato: Lunedì, 04 Dicembre 2017 - Fabrizio Giusti

REGIONE LAZIO - Possibile apertura per una grande coalizione che inglobi anche il soggetto civico del sindaco di Amatrice

ilmamilio.it

Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice e candidato alla presidenza della Regione Lazio, muove di nuovo il fronte politico in vista delle regionali del Lazio. Mentre il centrodestra cerca di trovare un candidato unitario, lui manda messaggi di dialogo, seppur nella fermezza delle intenzioni già costituite. Nelle scorse ore ha praticamente chiesto ai partiti del centrodestra di prendere una posizione definitiva. "Ma le carte – ha detto - le do io". “Non per presunzione - prosegue - se il modello è quello di ridare voce a chi nella propria vita si è speso per gli altri, allora bene. Se invece è quello della conservazione del potere a tutti i costi allora no”. Esiste dunque la possibilità di una coalizione larga che inglobi anche il soggetto del sindaco? Possibile, ma i tempi e le modalità non sono comprensibili. E non si sa nemmeno se l'ipotesi piaccia o meno ai potenziali alleati.

Ieri, a Primavalle, Pirozzi ha dato seguito al suo tour per far conoscere il progetto a cui ha dato vita: "Manca il lavoro, questa è la prima cosa – ha affermato - la Regione può fare molto attingendo ai fondi europei su cui siamo in ritardo". Lancia poi frecciate al governatore in carica Nicola Zingaretti: "Parla di civismo, ma è un uomo di apparato". Critiche anche alla candidata M5S Roberta Lombardi, la quale ha affermato che bisogna partire dalla sanità. “Ma io la questione l’ho affrontata nella mia precedente vita – ha detto Pirozzi - tanti parlano di sanità, io l’ho affrontata per tanti anni, per cui non ho bisogno di fare il giro degli ospedali, perché l’ospedale di Amatrice, come sapete, l’ho sempre difeso contro tutto e tutti”.

Un Pirozzi pienamente in campo che ancora si può giocare le sue carte, viste le indecisioni del fronte moderato, per radunare attorno a sé le forze del centrodestra nonostante le forti perplessità e le critiche di Forza Italia in particolar modo.

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