La fine del Covid, una festa in discoteca, un figlio, vincere la lotteria: a Termini l'albero di Natale dei desideri

Pubblicato: Martedì, 22 Dicembre 2020 - redazione attualità

 

ROMA (attualità) - L'albero di Natale 'parlante' della stazione 
 
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ROMA – “Il ritorno alla normalità“, “Riavere una serata con i miei amici di San Lorenzo“. Nel 2020 sono la fine della pandemia e delle restrizioni a catalizzare i desideri dei romani. Nero su bianco, come ogni anno, cittadini e viaggiatori affidano i loro desideri all’albero di Natale ‘parlante’ della stazione Termini di Roma. Lo racconta l'Agenzia Dire.it in un suo servizio.

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Sogni e speranze di sempre, come un lavoro, passare gli esami, ci sono, ma molti di più sono i messaggi dedicati a lui: il covid. “Desidero che questo brutto momento passi – scrive qualcuno – e che tutti riscoprano l’importanza della vita e delle piccole cose“. “Vorrei che il covid-19 se andasse“, scrive la penna colorata di un bambino. Non manca ovviamente la politica e qualcuno chiede a Babbo Natale: “Vorrei che la Azzolina si dimettesse“.padel69 freeTime ilmamiliomaestre pie frascati ilmamilio In odor di campagna elettorale una mano scrive: “Spero che Roma torni a brillare“. Pragmatico un altro che chiede: “Cortesemente versatece i contributi“. Pensa in grande chi vuol “vincere la lotteria”, in piccolo chi si accontenta di “un tablet”. Chi punta alla casa nuova, chi a riconquistare l’amore perduto e chi a tornare il prima possibile “A fare un festone in discoteca“. C’è poi chi al covid non pensa affatto e preferisce chiedere che la “Juve vinca la Champions“, o che “Il Napoli vinca lo scudetto“. C’è anche chi vuole diventare “Una fumettista“. Con una postilla…”Se possibile pure popolare”.

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Ma tra tante frasi banali, c’è anche chi affida alla pallina di carta, i sogni e le speranze più profonde: “Un matrimonio“, “Un figlio, dopo tante fatiche“. Nascosta tra i rami una piccola lettera di una donna chiede: “Tempo, più tempo per vivere mia sorella, mia madre, i miei fratelli. Perché nonostante ce ne sia concesso molto, sembra sempre che non sia abbastanza“ (DIRE).

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