Grottaferrata, la trasformazione del territorio in una foto: Piazza di Poggio Tulliano

Pubblicato: Mercoledì, 18 Ottobre 2017 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA – Conosciuta anche con il suo nome reale, Piazza Vittime del Fascismo, è il simbolo della mutazione della cittadina

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Può dire tutto una cartolina? A volte sì. Qualche giorno fa lo abbiamo visto con la Fiera (leggi), oggi lo verifichiamo con un altro paragone, ben peggiore perché stabile, sotto gli occhi di ognuno di noi, ogni giorno, nell'ingorgo delle auto che ad ogni fascia oraria precisa blocca la dorsale che va da Squarciarelli fino alle porte di Roma.

Trenta, quaranta minuti, a volte, per andare da Via delle Sorgenti a Villa Senni. Colpa di una rete stradale con poche alternative e di una espansione edilizia degna di quei documentari dove si narrano le vicende tristi di interi territori bersagliati dal cemento. I Castelli romani non sono diversi, se è vero che sono aumentati di quasi 100mila unità in poco meno di 30 anni (leggi). L’esplosione del mattone senza infrastrutture: un ‘colpo di genio’ a cui hanno prestato il fianco tutti coloro che hanno potuto. Di destra, di sinistra, di centro e civici.

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Una cartolina, dicevamo, può spiegare tutto? Si, anche più di tante parole. Piazza di Poggio Tulliano ne è un esempio. Una foto in bianco e nero, probabilmente del 1960, messa a confronto con una della piazza così com’è adesso, tra pensiline, cartelli di ogni tipo, parcheggi, palazzi. Il verde della prima foto è scomparso, il decoro anche, sopratutto l’armonia, il colpo d’occhio. Recentemente, grazie al commissario straordinario, si è messo mano al giardino interno, al centro dello slargo, dove prima si aveva l’impressione di essere finiti in un luogo bombardato e che invece ora ha ritrovato la sua dignità.

Nella trasformazione qualcosa si può fare, rivitalizzando gli spazi, trasformandoli, mettendo l’intelligenza al servizio della collettività per cancellare i guasti del passato. Ma tanto e troppo è stato perduto, stravolgendo un’identità e snaturandola per fini economici passeggeri e neanche duraturi.

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Se dovessimo rinascere, diremmo certamente a chi è venuto prima di noi di conservare l’esistente. Con coraggio, coniugando l’offerta all’ambiente, anziché buttare quel che la natura aveva donato a questo territorio.

Purtroppo ora è tardi. E chissà quanto ci vorrà per riparare, mentre già si parla o si temono nuovi interventi edilizi.

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Commenti  

# TOMTOMfatti& 2017-10-19 07:48
MISfatti chiede a ff&gg, nostro candidato, di fermarsi con questa ardita e temeraria ricostruzione con le immagini! Chissà cosa e chi potremo rivedere!
E se qualche immagine, ai colpiti dall' opportuno alzheimer pOLITICO, facesse ricordare TUTTO?Fatti&MISfatti appunto!
Ad esempio scoprire immagini di campi diventati cemento è come scoprire comunisti diventati libertari, liberisti e libertini con i partiti fino al cinico renzuscanesimo!
Quella generazione di politicanti, ancora oggi capi e capetti dall'EGO ipertrofico, tradisce ma non si tradisce !
Si trasforma pur rimanendo se stessa!
Se pure ff&gg dovesse insistere con queste ricostruzioni, senza fotoshop, le conseguenze sarebbero catastrofiche per i simil copperfield houdini, brachetti...politicanti.
Come ben sa ff&gg, se un' immagine vale più di mille parole, tante immagini valgono ...una vita di parole e x i politicanti le immagini sono la fine...pOLITICA
Daje ff&gg !
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