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Ecco come sono stati cementificati i Castelli romani negli ultimi 30 anni

19-12-2016

CASTELLI ROMANI - Un servizio di Google consente di vedere cosa è accaduto dal 1984 al 2016 sul territorio delle colline romane: un raffronto sconvolgente

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Lottizzazioni, singoli insediamenti, case abusive, comprensori e quanto altro. In questi anni si è sempre parlato della cosiddetta ''cementificazione dei Castelli romani'', argomento dibattuto da decenni senza che nessuno sia riuscito ad arginare il fenomeno. Qualche eccezione, va detto, c'è stata, ma è rimasta una risposta rara a fronte di un assalto che letteralmente trasformato la visione dei luoghi, interi paesaggi, la conformazione e l'identità stessa della cittadine a sud di Roma.

Dal 1984 ad oggi, i Castelli Romani sono stati soffocati, inondati di edilizia. Ciò è accaduto senza rispettare molto spesso le regole imposte dal buon senso di una buona urbanizzazione. Se ancora oggi ci chiediamo perché quel quartiere è congestionato a causa delle strade strette, perché l'intera area abbia ormai una viabilità difficoltosa oppure per quale ragione i problemi idrici siano costanti e sempre più profondi, oggi possiamo trovare un risposta efficace, tecnologica, rapida, grazie ad un servizio fornito da Google. E' da qui, da questa linea del tempo che scorre via veloce come un videogioco, che emerge come la calamità messa in pratica dall'uomo abbia preso il sopravvento. Enormi macchie di verde che 32 anni fa caratterizzavano la visione dall'alto dei Castelli sono state erose dalle grandi espansioni dell'antropizzazione.

I cambiamenti che riguardano la terra in cui viviamo non sono visibili da un giorno all’altro, ma sono lenti e costanti, inarrestabili. Oggi più che mai, grazie in particolare al suo servizio, ''Earth Engine'', possiamo valutare con i nostri occhi cosa è successo e sta succedendo al mondo intero.

 IL LINK

Il progetto di Google, partito nel 2013 e arricchitosi con immagini sempre più nitide, permette a chiunque, navigando in una mappa planetaria, di vedere come l'intero pianeta sia mutato. Il grande lavoro di Google è stato possibile grazie anche all’aiuto della Nasa, del servizio geologico degli Stati Uniti e della rivista statunitense Time.

Un servizio che ci ha sbattuto in faccia, entrando nel particolare, l'esplosione di un territorio che nel giro di 30-35 anni ha incrementato la sua popolazione, troppo spesso senza servizi ed infrastrutture, di circa 100mila unità. Uno sconvolgimento che a tutt'oggi non ha soluzioni precise e in cui le singole comunità continuano a perpetrare scelte che non stanno invertendo la tendenza, completando sciaguratamente un'opera di demolizione ambientale iniziata già negli anni settanta.



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