Venti anni fa scompariva Nello Nobiloni, un grande frascatano

Pubblicato: Lunedì, 07 Agosto 2017 - redazione attualità

nobiloni nelloFRASCATI (personaggi) - Venti anni fa ci lasciava uno dei più appassionati studiosi del nostro territorio. Erede della famiglia che nel ‘900 possedeva il famoso molino di via Gregoriana fu insigne storico e collezionista di libri antichi, uomo di cultura e bon vivant

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Riportiamo con piacere un articolo, a firma di Lucio De Felici, comparso su "Il Tuscolo" di luglio, che ricorda la figura di Nello Nobiloni, scomparso esattamente venti anni fa.

Nello Nobiloni, (Frascati, 1921 – Albano, 1997) appartiene ad una prestigiosa e numerosa famiglia che trae notorietà dall’azienda Fratelli Nobiloni (Achille e Tommaso) che all’inizio del Novecento, muovendosi dal paese di Arcevia (An), venne a Frascati dove impiantò un grande molino dal quale i frascatani, nelle seconda guerra mondiale, hanno potuto giovarsi di pane e farina. Nello si era laureato all’Università di Roma nella facoltà di Economia e Commercio e si occupò subito dell’azienda paterna ma ben presto alla cultura della farina si aggiunse l’amore del territorio, della sua storia, del suo folclore. Questa passione lo allontanò poco a poco da mastri, scadenzari, conti correnti e quanto altro. Questo interesse per la storia locale gli pervenne quando frequentava il liceo classico a Mondragone, dove Domenico Seghetti (figlio del grande storico, omonimo) lo avvicinò al mondo del passato. Da questo amore Nobiloni trasse la particolare competenza culturale che gli consentì di raggiungere posti di prestigio.

E' stato assessore alla Cultura per molti anni del Comune di Frascati; Ispettore onorario al Ministero dei Beni Culturali e Ambientali; dal 1950 al 1962 presidente dell'Azienda di Soggiorno e Turismo di Frascati e ha fatto parte del Gruppo dei romanisti e del Gruppo culturale di Roma e del Lazio. Dal 1977 fino al 1987 ha diretto la prestigiosa rivista Castelli Romani per mezzo della quale è riuscito a conoscere e farsi conoscere da tutti gli interpreti di storia locale del territorio castellano. Divenne un’istituzione, un punto di riferimento per ogni studioso. Attraverso la sua persona passavano tutte le principali informazioni, inviti, notizie sulle conferenze, sulle pubblicazioni, sulle iniziative che riguardavano i Castelli. Era un uomo di pubbliche relazioni affascinante, tutti lo conoscevano, da tutti era rispettato e amato. Egli è stato, dal dopo guerra fino alla sua morte avvenuta ad Albano Laziale il 15 agosto 1997, una vera autorità nell’universo della storiografia tuscolana e della cultura turistica in generale. Una formidabile icona di informazioni.                   

Fu suo merito la fondazione del Lions Club dei Castelli Romani, di cui curò anche i rapporti internazionali. Deve altresì essere ricordato per aver fatto risorgere nel 1950 quell’Accademia Tuscolana che ebbe vita dal card. Ludovico Micara nel lontano 1840. Dopo la sua morte in pratica le funzioni culturali dell’accademia vennero meno per una serie negativa di circostanze, e di fatto assorbite dalla Associazione Amici di Frascati per opera dell’avv. Guglielmo Boazzelli.

Nel 1988 ha pubblicato, in collaborazione con lo storico Renato Mammuccari il magnifico libro Castelli Romani: immagini del passato, edito dalla New Compton.

Ha firmato numerosi articoli e saggi storici sul territorio dei Castelli e anche numerosi racconti, davvero assai apprezzati per la loro originalità. Ma il merito maggiore di Nello Nobiloni è stato quello di aver raccolto e ordinato, in un lungo lasso di tempo, una biblioteca specializzata di documenti storici castellani (non solo di Frascati). Divenne un collezionista di libri antiquari, di disegni unici, di stampe rare, di curiosità castellane e consentì che queste opere venissero consultate per costituire, a chi ne avesse interesse, uno strumento di lavoro. Una collezione di circa mille volumi e altrettante stampe che è andata ad arricchire, per il totale disinteresse della amministrazione comunale di Frascati di quel momento, la biblioteca dell'Università di Tor Vergata presso la sede di Mondragone.

Attualmente è di difficile consultazione per la diffidenza di alcuni cattedratici di questa università. Il contenuto di questa ricchezza culturale veniva descritta da una pubblicazione, edita dai Fratelli Palombi, dal titolo La Biblioteca Nobiloni, dal collezionismo alla documentazione. Nella prefazione lo stesso Nobiloni tra l’altro afferma: «La mia attività di bibliofilo è sempre stata strettamente legata alla mia vita pubblica (...). In altre parole i libri della mia raccolta non sono il risultato di un "hobby" distaccato da quella che è la realtà di tutti i giorni: sono parte della mia vita in quanto mi hanno permesso di viverla consapevole in un ambiente tanto più amato quanto più conosciuto e che più conosco - o credo di conoscere - più sento di amare». Scriveva di lui, con felice approfondimento, Ugo Onorati: «Era un uomo umile, mite e riservato, di intelligenza vivace e di memoria formidabile. Non c’era argomento che riguardasse i Castelli Romani che gli fosse estraneo, dalla storia all’arte ai monumenti, dalla vicende del parco a quelle delle varie amministrazioni comunali, dalle storie personali a quella dei personaggi illustri del passato che avessero attinenza con la nostra terra. Era insomma una memoria storica; la viveva quotidianamente con una competenza, con un amore e una attenzione impareggiabile e ineguagliabile. Non si perdeva mai un concerto, non mancava mai a un’occasione importante, si prodigava per qualsiasi buona causa con una disponibilità e una generosità unica. Un vero gentiluomo d’altri tempi».

giardino zen

La sua esistenza è stata funestata da tristi eventi come la chiusura dell’azienda dei Nobiloni ma soprattutto la separazione dalla moglie, la morte prematura e tragica del figlio Massimo, la salute malferma che ha coinciso con la necessità di cambiare casa, da via S. Lucia Filippini a piazza Bambocci con il peso di un trasloco fisicamente insopportabile. Una casa che era colma di libri, di oggetti, di quadri, di ritagli di giornale, di manifesti fin dentro la camera da letto, fin dentro la cucina. E non è tutto. Il suo grande amore per la gastronomia nasceva da una logica e immensa gioia di vivere, di comunicare, insieme a una prorompente vitalità finalizzata allo sfogo delle sue emozioni, dalle prime esperienze infantili nel vecchio molino di famiglia alla tradizionale civiltà delle osterie, trattorie e bettole frascatane. Nobiloni era per vocazione scrittore e interprete dei suoi lavori e anche la gastronomia entrava a far parte di questa vocazione.

Per tale corposa esperienza faceva parte della Accademia della Cucina sia come anfitrione che come relatore ottenendo sempre un grande successo. In queste circostanze egli è stato propugnatore infaticabile di quella realtà rappresentata dalla millenaria ricchezza del nostro vino di cui era un appassionato intenditore. Egli ha lasciato un’eredità vitale e spirituale rappresentata, come detto, dalla sua biblioteca dove ha costruito la vita storica dei Castelli e sono conservate memorie, tradizioni, immagini e tante curiosità che costituiscono il segno tangibile dell’amore verso il nostro territorio. Infine occorre anche dare testimonianza della sua fede religiosa, viva e misurata, vissuta in mezzo ad un laicismo sempre più decadente che non gli apparteneva.