Albano Laziale, la terribile storia di Regina finisce su Chi l’ha visto? “Bruciata con il ferro da stiro”
Pubblicato: Giovedì, 20 Settembre 2018 - redazione attualitàALBANO LAZIALE (cronaca) - La ragazza, 28 anni, ha vissuto una esperienza agghiacciante
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Il suo caso aveva destato molta impressione nella città di Albano Laziale. Regina era stata trovata nel suo appartamento con lesioni e bruciature sul corpo (Leggi: Albano Laziale: 28enne trovata con tumefazioni e gravi ustioni. Forse un'aggressione in casa).
Il suo era sembrato subito un caso misterioso. Oggi sappiamo che era stata torturata, seviziata e obbligata a prostituirsi. Regina, 28 anni di Albano Laziale, ha vissuto un incubo agghiacciante per mesi, fino a quando lo scorso 3 luglio la polizia ha fatto irruzione in casa sua. La fine di un calvario dolorosissimo. Interiore ed esteriore.
La sua vicenda è stata ripercorsa ieri sera dalla popolare trasmissione di Rai da “Chi l'ha Visto?”. La giovane aveva raccontato di aver subito le violenze da un gruppo di extracomunitari, ma questa prima versione è stata smontata dalle operazioni della polizia che quindici giorni dopo ha arrestato i vicini di casa di Regina e una ragazza. Quest'ultima, assieme a sua madre e al suo fidanzato, avrebbero costretto Regina a prostituirsi. Le indagini sono ancora in corso.
I giorni in cui ha rischiato di morire, la giovane subiva gravi violenze: "Mi ha messo due stracci in bocca per non far sentire le urla e mi ha portato nello sgabuzzino, mi ha tirato giù i pantaloni e mi ha bruciato con un ferro da stiro rovente sui glutei e sulla schiena. Calci e pugni in volto, ferite con un coltello e un cucchiaio incandescente sulla fronte". Sul corpo della 28enne sono state ritrovate bruciature di sigaretta e tagli. Un percorso umano complicato, iniziato dopo la morte della amatissima madre, la cui mancanza aveva mutato il carattere della giovane. Da lì una discesa in solitudine, fino all'incubo peggiore.
Una vicenda terribile, un'indagine molto complesso coordinata dalla Procura di Velletri, condotta assieme al Commissariato di Albano Laziale. Un messaggio è stato dato al termine del servizio: le vittime che subiscono questi reati devono denunciare. Esiste tutta una rete di supporto giudiziario e sociale che può sostenerle pienamente. Prima che sia troppo tardi.
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