medaglia espLondra1862 1 ilmamilioROMA (storie & metallo) - Una manifestazione destinata ad entrare nella storia ed a segnare un'epoca. L'Italia, da poco unita, si presenta rappresentata anche dal suo compositore di... riserva

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C'è anche il neonato Regno d'Italia tra le 36 nazioni che tra il maggio ed il novembre 1862 presentano i propri espositori in terra d'Albione.

11 anni dopo l'Expo 1851, che di fatto segna l'inizio di questo genere di manifestazioni favorite anche dal portentoso sviluppo tecnologico del XIX secolo, Londra ospita ancora un evento destinato a passare alla storia: la Grande esposizione del 1862.

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E' la Londra della regina Vittoria, quella di un regno che è un impero, iniziato ben 25 anni prima quasi per caso e che è destinato a durare quasi altri 40 anni. Se alla storia è passata come l'età vittoriana, non è certo un caso.

L'Italia c'è e si fa sentire anche se i fermenti politici che attraversano lo stivale sono potenti. Tanto che, a quanto pare, l'esposizione del 1862 di Londra avrebbe dovuto tenersi l'anno prima, proprio in occasione del decennale della precedente, ma vienne poi rinviata proprio per i mutamenti politici in atto nel nostro Paese.

Gli organizzatori pensano di celebrare l'evento anche in musica e chiedono a Gioacchino Rossini di comporre qualcosa per l'occasione: questi, già settantenne, rinuncia e la proposta viene avanzata a Giuseppe Verdi, considerato tra i protagonisti del Risorgimento italiano.

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L'autore dell'Aida - che perà sarà composta solo 8 anni più tardi - per l'occasione crea "L'inno delle nazioni" e tiene alto il vessillo tricolore Savoia.

Ad aprire la Grande esposizione internazionale di Londra fu il 1° maggio 1862 il Duca di Cambridge Giorgio di Hannover, cugino della regina Vittoria, in quei mesi in lutto stretto per la prematura morte - avvenuta nel dicembre 1861 - del marito Alberto di Sassonia Coburgo Gotha.

L'esibizione passa alle cronache per i 6 milioni di visitatori (chiaramente in maggior parte londinesi e britannici, ma le presenze si contano anche da molti altri Paesi europei) e per alcune delle invenzioni destinate comunque a gran successo: è il caso - nella terra che ha visto nascere le ferrovie moderne - della locomotiva 531 "Lady of the Lake", destinata al trasporto viaggiatori e, soprattutto, a fare gran fortuna con una velocità nelle prime versioni fino a 90 km/h

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Tra le altre innovazioni presentate nei padiglioni di South Kensington anche quello che è considerato l'avo dei computer, la macchina "analitica" creata da Charles Babbage in grado fare calcoli automaticamente. Per l'epoca qualcosa di davvero incredibile.

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LA MEDAGLIA - Non è dato a sapersi se la medaglia premio prodotta per l'occasione - si ritiene in questa sede nella sola versione in bronzo, particolare da verificare - sia stata assegnata a tutti i 28mila espositori. Ma vista la rilevanza dell'oggetto, la circostanza appare improbabile.

Al dritto la Britannia seduta riceve tributi da sei donne: si tratta di figure che rappresentano l'industria, l'agricoltura, la scienza e le arti.

Al rovescio l'iscrizione "Londini 1862 - Honoris causa" tra due rami di quercia. Londini, dal nome latino di Londra, Londinium.

Sul bordo le medaglie riportano inciso il nome dell'espositore premiato e la classe del premio.

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Si tratta di una medaglia imponente e massiccia, di ottima fattura, realizzata da L.C Wyon e dall'artista D. Maclise.

Un conio da 76 mm e dal peso di circa 217-220 grammi.

Un evidente segno di potere per una delle nazioni più influenti e potenti dell'epoca, in pieno sviluppo industriale ed imperiale.

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