COLLEFERRO (attualità) -  L’incontro tenuto dal Comandante della Sezione Informatica del Reparto Tecnologie Informatiche e da un Ispettore specializzato della Sezione Intervento Operativo del Ra. C.I.S ha riguardato il tema delle “frodi informatiche” e della “scena del crimine”.
 
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Ieri mattina, i Carabinieri del Raggrupamento Investigazioni Scientifiche di Roma hanno tenuto una conferenza ad oltre 400 studenti dell’ITIS (S. Cannizzaro di Colleferro), organizzata in collaborazione con il locale Comando Compagnia e il Dirigente Scolastico nell’ambito della “Settimana della Scienza”.
 
 
L’incontro tenuto dal Comandante della Sezione Informatica del Reparto Tecnologie Informatiche e da un Ispettore specializzato della Sezione Intervento Operativo del Ra. C.I.S ha riguardato il tema delle “frodi informatiche” e della “scena del crimine”.
 
La conferenza ha sensibilizzato i ragazzi sui reati informatici e sui pericoli che ne conseguono, soprattutto su quelli che coinvolgono direttamente i minori. L'occasione è stara propizia per sottolineare come anche in un ambiente virtuale sia necessario seguire le regole del mondo reale, invitando cosi gli studenti ad un utilizzo responsabile della tecnologia e di internet.
MARINO (eventi) - In occasione della Festa della Liberazione
 
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Per la Festa della Liberazione il compositore e cantautore marinese Mario Alberti esce su tutte le piattaforme mondiali con il concept album “Indiani di Riserva”, contenente il singolo “Grande padre” dedicato all’attivista Mimmo Lucano, che proprio nei giorni scorsi è stato scagionato dai procedimenti giudiziari.

Grazie al lavoro editoriale dell’etichetta ZdB ed al contenuto del lavoro discografico di Mario Alberti “Indiani di Riserva” è candidato per le Targhe Tenco.
 
Indiani di Riserva sarà parte di una importante Tournée che toccherà molti Comuni dalla provincia di Roma a quella di Viterbo con i quali si stanno definendo le date: alcuni sono certi quali  Colonna (RM) e Castel Sant’Elia (VT) altri devono confermare a breve. I Concerti assumono una valenza tale da sollecitare una riflessione sull’armonia dell’essere e del creato, che è alla base della vita degli Indigeni d’America, ai quali è dedicata l’opera, frutto di un importante studio sociale e storico fatto da Alberti che rappresenta una perfetta sintesi tra passato e presente.
 
Tutto nasce durante il lockdown quando, costretto a rimanere chiuso in casa, privato, come tutti,  della libertà  di uscire, Alberti ripensa alla sua infanzia, alle battaglie contro gli indiani fatte con il suo amico Alfredo, influenzato dai numerosi film dell’epoca dai quali traspariva che i buoni erano gli yankees, i bianchi e i cattivi erano gli indiani, i cosiddetti Nativi d’America. Crescendo Alberti ha capito l’errore in cui si era cacciato da bambino e ha utilizzato il tempo a disposizione durante il Covid per documentarsi più a fondo e per cercare di trovare un modo per riscattarli. Anche loro erano stati privati della libertà, relegati nelle riserve fino a farli quasi sparire del tutto. Si parla di 100 milioni di nativi spariti dalla scoperta dell’America in poi. Gli ultimi che ancora resistono vivono nelle Grandi Praterie. Un Olocausto vero e proprio non raccontato né dai vinti né dai vincitori. La storia si ripete anche in altre parti del mondo ancora oggi: si veda quel che accade in Amazzonia o in Brasile. Il mondo sta zitto e il genocidio va avanti nel silenzio più assoluto.
 
Con queste 8 ballate Alberti vuole in qualche modo riscattare non solo la sua infanzia, ma, soprattutto gli indiani d’America illuminando, attraverso la sua poetica e le sue atmosfere delicate ma tanto tanto incisive, alcuni aspetti sui quali si è voluto concentrare: la persecuzione militare, ad esempio, nel primo brano del CD Indiani di riserva (che dà il titolo all’opera) oppure l’oltraggio dell’abbattimento di 5000 peschi perché i bianchi pensavano ci fosse l’oro sotto (fatto storico realmente accaduto). Un’onta imperdonabile per i nativi. Anche alla luce del Codice Etico dei Nativi che Alberti ha studiato a fondo secondo il quale gli alberi sono le colonne che tengono separati il cielo dalla terra. Nel momento in cui li abbattiamo il cielo cade sulla terra simboleggiando la fine del mondo. Senza natura dove andiamo? Si chiede Alberti. Oppure il tema dello stupro fatto intravvedere in tutta la sua crudità, ma mai apertamente, in Aquila per un momento, con particolare riferimento allo stupro etnico, allo stupro di guerra che non salva nessuno, di qualunque guerra si tratti. O ancora del mancato rispetto dei tanti trattati fatti da parte dei bianchi e che vedevano invece fiduciosi e rispettosi i nativi di cui si parla in Grande padre. Per non parlare della metafora del “bastardo” contenuta in Mezzosangue blues che parla dei meticci, un popolo a sé, malvisti sia dagli indiani che dai bianchi. E l’ermetismo e la poesia che troviamo in Vi guardo dall’alto di una suggestione infinita dove la mettiamo? O la filastrocca America sulla quarta razza oltre a bianchi, neri e indiani? Per passare poi a Innocente cattiveria, in cui Alberti tratteggia la sua esperienza di infanzia cui accennavamo sopra.
 
Alberti pare invocare un mondo in cui non ci siano confini, soprattutto non ci siano riserve dalle quali tentare di fuggire, un mondo in cui ci si schieri tutti dalla parte della pace, senza sopraffare l’altro. E la copertina dura, forte del CD realizzata dalla fotografa Martina Nasini lo fa capire chiaramente. Alberti nel suo intimo è un po’ francescano. Infatti lui dice: “Se ribaltiamo allo specchio il saluto di San Francesco per il quale era noto Pax et Bonum cosa troviamo? Guerra e male!” come a dire che senza la Pace e il Bene tutto il resto è negatività pura e danno per gli uomini.
 
Un’opera musicale, questa di Alberti, tanto complessa quanto attuale che l’autore espliciterà al pubblico nei vari aspetti letterari, storici, sociali e antropologici nel corso della Tournée di  cui si darà conto una volta definite date e luoghi di svolgimento.
 
Biografia
 
Mario Alberti nasce a Marino nel 1957, inizia la sua formazione musicale presso la scuola Music Farm di Ciampino (Rm),Approfondisce lo studio del flauto traverso in ambito classico presso la Scuola Popolare di Testaccio, specializzandosi in musica anticacoadiuvato da insegnati del Conservatorio musicale Santa Cecilia (Rm), successivamente studia composizione presso la Little Berkeley di Roma; contemporaneamente esplora e studia la musica etnica intraprendendo una ricerca intorno ai suoni e ritmi latinoamericani. Presidente dell’Associazione Cult. La Terzina svolge importanti attività spaziando da laboratori musicali a  Tournée.
 
Ad oggi, oltre ad essere un affermato compositore-flautista e musicista multi strumentale a livello nazionale, è docente di musica presso alcune scuole italiane dove ha inserito la musica non solo come strumento didattico ma anche strumento educativo.
 
Discografia
 
2019   Indiani di Riserva, testi e musiche di Mario Alberti
 
2015   Anima Nuda, sonate per flauto e pianoforte, flauto e mandolino composte dal M° Mario Alberti
 
2012   I Templari, con il trio La Terzina, opera con musiche originali del trio stesso
 
2010   Francesco che sarà Santo, opera su S.Francesco d’Assisi, composta dal M° Mario Alberti, per la filarmonica E. Ugolini di Marino Laziale (Rm)
 
2006 Danza Antica, con il trio La Terzina, danza dal Medioevo al Barocco
 
2003 Antiche Melodie, con il trio La Terzina, le arie musicali antiche dal Rinascimento al Barocco.
 
2002 Suonate Barocche, con il trio Antiqua et moderna, omaggio al Barocco
 
1999               Latiterraneo, coprodotto con la Banca di Roma
 
1995               Latinoamericando,gruppo musicale iFlachibo, pubblicato dal settimanale culturale Avvenimenti e distribuito in tutta Europa e America latina.
 
Testi: Mario Alberti
 
Musiche: Mario Alberti
 
Produzione Artistica: Mario Alberti, Francesco D’Aversa, Alessandro D’Aversa

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GENZANO (attualità) - Presenti le autorità

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Come in tutti i comuni del territorio, si sono tenute le celebrazioni per la ricorrenza del 25 Aprile, giorno della Liberazione dal regime nazifascista ad opera dei partigiani e delle forze alleate e della fine della seconda guerra mondiale.

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Tra le cerimonie più partecipate e sentite quella genzanese come ogni anno, con la presenza della Banda Musicale genzanese "Mario Mecheri", delle forze dell'ordine, la polizia locale con il gonfalone cittadino, il sindaco Carlo Zoccolotti, la presidente del consiglio comunale Patrizia Mancini, l'intera giunta ed alcuni consiglieri comunali.

Hanno presenziato alle iniziative partite dal Comune in via Italo Belardi, con il ricordo delle vittime della guerra e la deposizione della corona ai caduti, sotto la stele che li ricorda.

Il corteo ha poi proseguito alle 12 in piazza Frasconi al monumento ai caduti, dove ci sono stati gli interventi sul tema da parte delle istituzioni ( hanno parlato di quei tragici eventi il sindaco, la presidente del consiglio comunale, il presidente dell'Anpi  Adriano Carrieri e la consigliera di Città Metropolitana Marta Bevilacqua ).

Sono intervenuti come ogni anno i volontari dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani-Genzano, la consigliera comunale e di Città Metropolitana Marta Bevilacqua e altri illustri ospiti del mondo politico e della cultura locale. Hanno presenziato alla mattinata anche l'Associazione Nazionale Polizia di Stato sezione di Velletri-Castelli Romani, l'Associazione Carabinieri in Congedo di Genzano, alcuni studenti delle scuole del territorio, gli ex sindaci genzanesi Ercolani e Pesoli e altre associazioni di volontariato del territorio.

Il sindaco Zoccolotti e la presidente del consiglio Patrizia Mancini, hanno invitato tutti i numerosi presenti, dopo il suono del "Silenzio", l'Inno nazionale e "Bella Ciao", a visitare nel pomeriggio aperta fino a Domenica prossima la Mostra sul Bombardamento di Genzano del 44, a Palazzo Cesarini, organizzata dagli studenti del Pertini e da alcune Associazioni Culturali di Genzano, in un percorso emozionante e toccante di reperti, foto, racconti, elaborati, testi e audio testimonianze. 

MONTE COMPATRI (politica) - Le parole del consigliere comunale di opposizione ed ex sindaco

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“Il 25 aprile per la maggioranza Ferri è solo un’occasione di folklore” attacca il consigliere comunale di opposizione ed ex sindaco Fabio D’Acuti.

“Siamo passati dai pugni al vento, a Bella Ciao invece dell’Inno di Mameli. Per finire agli striscioni da stadio appesi a palazzo Borghese. Ho chiesto alla Polizia Locale l’immediata rimozione” conclude l’esponente di Fratelli d’Italia commentando lo striscione riportante la dicitura “Free Palestine” apparso a palazzo Borghese.

 

 

 

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