Rocca di Papa: i salti della quaglia, i voltagabbana, le associazioni e i circoli cultural-politici

Pubblicato: Venerdì, 07 Settembre 2018 - redazione politica

ROCCA DI PAPA (politica) - L'ultimo esempio è quello del "Circolo "culturale" Leonida Montanari. Qui la politica è sempre stata molto più liquida che altrove

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Da sempre a Rocca di Papa la politica è un affare serio, seguitissimo. Talmente serio che di stabile non c'è nulla. Più che altrove, a Rocca di Papa, la politica è affare liquido, di estrema convenienza, ovviamente familiare in senso comunitario e certamente ondivago.

Le scorie che avevano lasciato le elezioni Amministrative del 2016, vinte dalla grosse koalition anti-Boccia (ed anti Sciamplicotti, per induzione), allestita per mesi e sostenuta come si deve (ma poi rinnegata da taluni, rinverginiti d'incanto), sono ancora tutte lì a mostrare quanto in molti continuino a credere che la torta sia appetitosa. Gustosissima.

 

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E così a Rocca di Papa politicamente è un continuo riposizionarsi. Pare, tra le altre cose, che a parte l'ovvietà che l'innesto di Roberto Trinca - già con Grasso - in Consiglio sia un voto certo per Crestini (LEGGI Rocca di Papa: per il dopo Montalto spunta il piano B. Danilo Romei assessore, Roberto Trinca in Consiglio), che addirittura il presidente del Consiglio ex "Insieme per Rocca di Papa" ed ex "Voi con noi" (gruppo dichiarato illegittimo dalla Prefettura) Massimiliano Calcagni sia di fatto un consigliere da ritenersi componente della Lega di Salvini. Pare inoltre che nell'eterno vagare degli orfani del Pd, ci sia proprio il Pd di domani nell'immediato futuro. Strano davvero.

A Rocca di Papa è tutto un ruotare, a seconda della convenienza politica del momento, a seconda della prospettiva da cui si guardano e si raccontano le cose, a seconda dell'attività che si svolge o che si vorrebbe svolgere, a seconda del venticello che spesso porta calunnie. A Rocca di Papa non c'è stretta di mano che tenga, parola che valga, non c'è alleanza che abbia futuro. Nulla.

E così, tutto diventa politica. Chiaramente a secondo della convenienza. Politica, ci mancherebbe.

Talmente politica che è tutto un fiorire di comitati, gruppi e gruppetti, social e reali: di associazioni o circoli (versione light di ogni forma aggregativa strutturata) addirittura che, vestite di un colore e di ruolo, in realtà alla prova dei fatti ne ricoprono tutt'altro.

Nell'ampio ventaglio di esempi che sarebbe facile riportare (ricordate la lista elettorale, gruppo consigliare e quindi associazione "Insieme per Rocca di Papa"?), il tipo "cultural-politico" a Rocca di Papa va più che mai (più che altrove) di gran moda. Tanto di moda che non ci si sforza neanche di fare finta che effettivamente il mandato "statutario" sia quello dichiarato.

Sembrerebbe dunque il caso, tanto per citare l'ultimo nato è il "Circolo culturale Leonida Montanari", nome altisonante che farebbe pensare a teatro, letteratura, musica, arte. Nobili espressioni dell'animo umano, quasi un'Agorà (ogni riferimento è puramente casuale) di altro profilo, di ampio elevato respiro.

Nulla di più sbagliato. Nel primo quasi mese di attività, della dozzina di post pubblicati sulla omonima pagina Facebook non c'è stato un-intervento-uno che abbia avuto a che fare con la cultura. Manco uno.

Da che pulpiti ci si erge detentori di verità e opinioni altolocate, di finezza e candore di analisi, verrebbe da dire.

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Eppure, nel post d'esordio del 14 agosto, si scriveva testualmente: "Il Circolo Culturale "Leonida Montanari" nasce con l'obiettivo di diventare un presidio, virtuale e reale, sul territorio di Rocca di Papa. Informazione, cultura e discussioni sulla nostra città, per gettare una luce chiara e attenta su ciò che riguarda il quotidiano dei cittadini, dell'amministrazione, della politica e del mondo sociale. Uno spazio aperto ai contributi dei cittadini e alle idee, per un reale bene comune".

Finora cultura, discussioni, "luce chiara ed attenta" sono latitati, fatta eccezione per il saluto a Rita Borsellino: di politica, invece (l'ultima tematica citata nella dichiarazione d'intenti), s'è riempita la pagina. Del "bene comune" non sta certo a noi discutere.

Ovviamente "politica" monodirezionale, almeno per il momento. Perché per cambiare orientamento ed obiettivo basta il solito battito d'ali alla roccheggiana.

Ad animare il "circolo" sarebbero, stando ai soliti beninformati, fuoriusciti e dissidenti del solito Pd, partito padre di tutte le diaspore recenti di Rocca di Papa.

E così, in attesa della cultura, non resta che godersi il senz'altro bel logo scelto dal "circolo culturale", col campo quadripartito (quasi a prepararsi il cambio d'orizzonte) sul quale campeggiano le iniziali dell'acronimo fatto dei colori della città. D'impatto anzichéno.

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