Mario Mazza, morte e ricordo di un monteporziano acquisito. Anche nella "donazione" del restauro della fontana

Pubblicato: Sabato, 21 Luglio 2018 - redazione attualità

mazza marioMONTE PORZIO CATONE (attualità) - Il figlio ci scrive chiedendo all'Amministrazione comunale il riconoscimento, simbolico, dell'opera pubblica realizzata dal papà a metà degli anni '90

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

"Caro direttore,

ti scrivo in occasione del decesso di mio padre, Mario Mazza, dipartito in data 16 luglio dell’anno corrente.

La nostra famiglia non è nativa di Monte Porzio Catone, né ad esso legata da motivi di parentela. Di contro possiamo tutti orgogliosamente dichiarare di amare il paese ed il territorio intimamente fin dalla data del nostro arrivo nel 1980.

La storia che ti vorrei raccontare e che vorrei raccontare ai monteporziani risale tra il 1995 ed il 1996. In quel periodo la Giunta comunale da poco insediata, nelle buone intenzioni di tenere fede alle promesse elettorali commissionò alla impresa edile di mio padre il rifacimento della fontana di Piazza Borghese (quella dei 4 leoni) ed il consolidamento di un muro di contenimento sulla via Frascati. Non credo faticherai a comprendere come, per un amante del paese, poter realizzare tale opera fù motivo di immenso orgoglio ed anche un occasione per un forestiero di aumentare il livello di integrazione nella comunità.

Fin qui direi sostanzialmente nulla più di un preambolo al nocciolo della vicenda.

A quanto riportato da mio padre il Comune di Monte Porzio Catone non ebbe mai a compensare tali opere. Questo, permettimi di evidenziale, sebbene risulti evidente che l’opera sia completa e tutt’oggi perfettamente funzionante a meno di barbarie varie a cui è sottoposta e puntualmente riportate dal tuo giornale.

Ammetto che nelle ultime ore di vita di mio padre non ho chiesto di raccontarmi la storia di nuovo, né tantomeno se ne è mai riparlato negli ultimi anni, ma ricordo chiaramente che ad un certo punto mio padre, di fronte all’evidenza che non sarebbe mai stato pagato, chiese quantomeno che gli venisse riconosciuto l’atto di donazione dell’opera alla comunità.

Purtroppo chi doveva decidere in tal senso evidentemente considerò che tale riconoscimento non avrebbe giovato alla propria immagine e negò la possibiltà che anche questo potesse accadere.

Forse ti chiederai perché mio padre non ricorse a vie legali. In tutta onestà non lo so per certo.

Ma non posso credere che non esistano adeguati incartamenti relative all’opera negli archivi del Comune che permettano di ricostrure come andarono i fatti e, sebbene la vita mi abbia portato lontano dalla Patria, spenderò quanto posso per capirlo e per chiedere, in caso, il riconoscimento postumo di tale donazione a futura memoria.

Cordiali saluti. Massimiliano Mazza".