Colizza commemora gli agenti Mea e Ollanu, caduti nell'agguato terrorista di Piazza Nicosia

Pubblicato: Giovedì, 03 Maggio 2018 - Fabrizio Giusti

ROMA (cronaca) - Il sindaco di Marino in qualità di consigliere delegato per la Città Metropolitana

ilmamilio.it 

Questa mattina il sindaco di Marino, Carlo Colizza, ha rappresentato la Città metropolitana di Roma Capitale alla cerimonia dell'Anniversario dell'attentato al Comitato Regionale del Lazio della Democrazia Cristiana ad opera delle Brigate Rosse, in cui persero la vita gli agenti di Pubblica Sicurezza. Antonio Mea e Pierino Ollanu.

L'attacco alla sede regionale DC di piazza Nicosia fu una delle più sanguinose azioni terroristiche condotta dalle Brigate Rosse. Accadde il 3 maggio 1979, durante la campagna elettorale. In un edificio della piazza si trovavano gli uffici regionali per il Lazio della Democrazia Cristiana. Il gruppo brigatista, formata da almeno una dozzina di componenti, fecero irruzione nei locali, evacuarono l'edificio e piazzarono alcune cariche esplosive. Nel frattempo altri brigatisti respinsero l'intervento di una pattuglia della polizia accorsa sul posto e uccisero dopo un violento conflitto a fuoco due agenti. Antonio Mea morì sul colpo, mentre l'agente Pierino Ollanu morì il 10 maggio successivo a seguito delle ferite riportate. Un altro agente rimase ferito.

Sulle pareti della palazzina razionalista che ospitava il partito di governo, le Br hanno lasciarono un messaggio volutamente macchiato tre errori di ortografia: "Trasformare la trupa eletorale in guera di classe". Fu solo il primo di una serie di attentati. Sempre a Roma un commando brigatista aggredì il consigliere Dc Giuseppe Merola: venne incatenato a una inferriata con un cartello al collo e fotografato. Poi una bomba esplose davanti a Regina Coeli e al ministero degli Esteri, così come a Napoli e a Torino contro le sedi del Comune, la caserma dei carabinieri, il comando di polizia stradale. A Perugia un chilo di tritolo distrusse la sede della Dc. A Genova le Br catturarono il consigliere DC Rosella Sborgi: fu legata a una ringhiera, irrisa con cartello al collo un cartello pieno epiteti. I suoi capelli, infine, furono cosparsi di colla.  

Erano anni violentissimi e sanguinosi. La memoria, però, ha il dovere di non ripeterli.

 

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