Il Centro anziani di Frascati? "Ecco come si vive e cosa rappresenta"

Pubblicato: Mercoledì, 02 Maggio 2018 - redazione attualità

centroanziani frascati6FRASCATI (attualità) - Una appassionata intervista allo studente frascatano Simone Rotili

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Nei giorni in cui divampa ancora sulla sospensione del gioco delle carte disposta dal Comitato di gestione del Centro anziani di Frascati per colpa di qualche socio bestemmiatore, ecco una voce che spezza una lancia - con convizione - su una città di Frascati della quale ride mezza Italia

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La voce è quella di Simone Rotili, studente frascatano.

Perché sei qui al Centro anziani di Frascati?

Accompagno occasionalmente mia nonna al centro anziani come nipote, e la guardo fare le lezioni di ballo con le amiche. Sottolineo come nipote, perché ho letto sul giornale ilmamilio.it (LEGGI Il Centro anziani più famoso d'Italia: Frascati, RaiTre, il torneo misterioso, le "morti sospette" e la Barabbata) una proposta di Alfredo Gulisano di far accompagnare i nonni dai nipoti allo scopo di addolcirli, e di conseguenza diminuire le parolacce che dicono mentre giocano a carte. Di solito quando frequento il centro anziani porto con me un libro e studio, oppure intrattengo conversazioni con amici o familiari degli anziani che frequentano il centro anziani. Con degli amici della biblioteca di Frascati che è proprio qui di fronte, quando facciamo una pausa, veniamo a prendere un caffè da Cesare e parliamo con lui del più e del meno.

Tornando alla domanda perché sono qui al centro anziani: qui l’estate scorsa ho preparato l’esame di farmacologia generale e si studia benissimo. Sappiamo (noi nipoti) che ad una certa ora arrivano i nonni che vogliono giocare a carte e che quindi ci fanno spostare ai tavoli di pietra sotto gli alberi perché loro hanno la precedenza in quanto il centro anziani è il loro giustamente. E la nostra presenza è tollerata previa liberazione dei tavoli adibiti alle attività ludiche. La zona tavoli è predisposta per un piacevole ed agguerrito pomeriggio di briscola, quale si palesa ogni giorno, dopo il pisolino.

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Come ti sei trovato a studiare qui?

Qui si studia molto bene, si sfugge dall’aria densa della biblioteca che è proprio qui davanti, a 5 metri dal centro anziani, dove anche grazie ai condizionatori che rinfrescano l’ambiente rimane comunque un luogo chiuso, e si sfugge dal torpore del sole, poiché ci mettiamo a studiare all’ombra degli alberi del centro anziani, aspirando a qualche leggera brezza nei mesi più caldi dell’anno. Si crea un’atmosfera molto lontano dall‘osceno e molto vicino all’ “amenità popolana” se mi è concesso il termine, dove le appassionate urla degli anziani si disperdono nell’aria senza disturbare una mente che si sta dedicando allo studio (e vorrei precisare che sediamo ad una distanza di circa 7-10 metri dai tavoli su cui giocano), rimanendo come rumori di sottofondo proprio perché si è all’aperto in un cortile areato. Già questo vuole dire molto sulla tranquillità del centro in se.

Cosa ne pensi degli anziani del Centro di Frascati?

Stiamo parlando di persone, punto primo anziane, che a priori meritano rispetto, e che hanno una grande dignità, molta di più di molti giovani di oggi. Stiamo parlando di amici di vecchia data e/o di nuova data, persone che si sono conosciute grazie al centro anziani stesso. Stiamo parlando di persone che hanno vissuto la seconda guerra mondiale, hanno lavorato per tutta la vita e che ora giocano a carte tra di loro.

Cosa ne pensi del fatto che gli anziani del Centro bestemmiano?

Per parlarvi di cosa ne penso del fatto che gli anziani del centro bestemmino dal punto di vista di un nipote, e anche per contestualizzare la mia risposta, vorrei prima raccontarvi dei brevi ricordi che ho dei miei nonni che erano tutti di Frascati. Data la domanda un po’ insolita mi sento in dovere di introdurre la mia testimonianza raccontandovi un fatto, su mio nonno Materno, che da molti potrebbe essere considerato assurdo. Mio nonno materno, non lo ho mai sentito dire una parolaccia in tutta la mia vita, (figuriamoci bestemmiare). Il suo vocabolario di parolacce era molto povero, si estendeva da «Accipicchia!» fino ad arrivare, quando era molto arrabbiato, a «Li mortacci di pippo!». Per mio nonno paterno, la cosa era un po’ diversa ma di questo parleremo tra poco. Come ho già detto, e lo ribadisco, stiamo parlando di persone avanti con gli anni, che volendo o nolendo, meritano il rispetto dovuto ad una persona di una certa età, a prescindere da qualsivoglia diatriba.

Stiamo parlando inoltre di persone che hanno vissuto la seconda guerra mondiale, chi più e chi meno a seconda dell’età. Ad esempio, mia nonna materna che frequenta il centro anziani di Frascati, mi racconta spesso di quando l’8 settembre del 1943, il giorno del bombardamento di Frascati, si trovava a piazza del Gesù con la mamma e la sorella maggiore. La mamma di nonna, (la mia bisnonna), ha portato entrambe le figlie nelle grotte sotto terra quella mattina, situate proprio sotto la chiesa, per sfuggire alle bombe che cadevano nella città, ed ha coperto il volto di entrambe le figlie con un panno bagnato per evitare che morissero soffocate dalla polvere che si alzava nelle grotte per via degli edifici che crollavano sopra le loro teste.

Attorno a loro, mi racconta nonna, c’erano molte altre persone, alcune decedute e altre che come loro tentavano di fuggire dalle bombe. Invece mio nonno paterno, mi raccontava che lui, quello stesso giorno (all’epoca non si conoscevano mia nonna materna e mio nonno paterno), stava trasportando sacchi di cemento da Frascati a Monte Porzio con il trattore, e quando arrivarono gli aerei lui si trovava al santissimo sacramento, diretto con il trattore carico in direzione di Monte Porzio, e vide gli aerei avvicinarsi e sganciare le bombe da lì. Mi rammentava spesso che era solo per un evento fortuito che invece di trovarsi al centro di Frascati si fosse trovato lì, perché era tutta la mattina che faceva avanti e indietro con il trattore. Detto questo, per ritornare sulla questione in esame, ricordo le molte partite a briscola con mio nonno paterno, che ha fatto il muratore e il contadino da quando aveva 13 anni fino a quando è andato in pensione, e anche dopo. Nonno era un’anima buona invero, e quando giocavamo a carte, di tanto in tanto bestemmiava, ma il tutto si esauriva in un modo di esprimersi casalingo e privato, ristretto a quelle occasioni in cui giocare insieme. Era un modo di esprimersi circoscritto a quelle situazioni che si palesavano addirittura simpatiche (“quando partiva la parolaccia”), come a dire: «ma guarda tu che fortuna che hai porcaccia la miseriaccia».

Al di fuori di queste occasioni ludiche, nonno era sempre pulito, ordinato, profumato, rassettato, secco come un chiodo e immancabilmente gentile, e soprattutto dignitoso. Rivedo mio nonno in alcuni anziani del centro, anche se nessuno è secco come lui, e può capitare nella comunità di Frascati di dar vita ad una critica nei confronti degli anziani che potremmo definire “piacevolmente oscenizzante” se mi passate il termine poco ortodosso, che potrebbe da taluni essere considerato addirittura un francesismo, paradossalmente parlando. mi perdonerete il breve excursus storico sull’8 Settembre, ma ho sentito il bisogno di raccontare brevemente questi aneddoti sui miei nonni per rammentarvi che stiamo parlando di persone anziane e non dementi, forse maleducate, ma contestualizzando il tutto all’interno del “loro territorio” (il centro anziani), e per lo più sottolineando che le ore in cui giocano a carte va dal dopo il pisolino postprandiale (verso le 15.00) al fine pomeriggio presto (poiché dopo come dicono loro: “inizia a far freschetto”, e si avvicina l’ora di cena verso le 18.30) credo che si possa sopportare. Anche perché ci arriveremo tutti, e se non portiamo rispetto per gli anziani, nessuno porterà rispetto a noi quando non avremo le forze per difenderci.

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Cosa ne pensi delle cose che hanno scritto sui giornali del Centro anziani di Frascati?

Leggendo le cose che hanno scritto riguardo il centro anziani di Frascati, sono sincero, mi viene da pensare a quando saremo anziani noi. Cioè nello specifico (visto che è un mio pensiero), immagino se io con i miei amici giocheremo su un tavolo del centro anziani quando saremo vecchi. Alcuni dei miei amici bestemmiano, ma siamo un gruppo, e ci divertiamo insieme. Inoltre credo sia da evidenziare il fatto che il Centro anziani è il luogo adibito al diletto e allo svago degli anziani. Gli anziani di Frascati iscritti al centro non si mettono a giocare a carte al bar sotto la galleria Vittorio Emanuele II o ai bar di Piazza del Mercato o a Piazza San Pietro, ma giocano nel loro centro anziani.

Ritengo questo fatto molto rilevante, perché sono sicuro del fatto che, quando queste persone escono dal centro anziani, dove urlano, e alcuni bestemmiano mentre giocano a carte, sono le persone più educate del mondo; sono quegli anziani che si salutano per la strada quando si incontrano; sono quegli anziani che fanno passare le signore per prime quando entrano in un negozio; sono quegli anziani che vanno a messa la domenica; sono quegli anziani che quando ti raccontano la loro storia ti emozioni a prescindere, perché ti raccontano la realtà; sono quegli anziani che trovano parole gentili per farti sembrare la vita più semplice di quello che è, perché l’hanno vissuta; sono quegli anziani che quando si rivolgono a noi giovani esplicitano quella serenità che è implicita in ciascuno di noi.