VICENDE - La Rocca di Papa del "Grand Tour" negli schizzi dell'anonimo viaggiatore

Pubblicato: Lunedì, 04 Marzo 2024 - redazione attualità

pentima stalla roccadipapa 6 ilmamilioROCCA DI PAPA (vicende) - I Castelli furono meta di molti di coloro che visitarono il nostro Paese nell'800

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Rocca di Papa è stata meta e sosta di molti viaggiatori del Grand Tour che nell'Ottocento visitavano la nostra bella Penisola.

A tal proposito, recentemente sono stati notati sul mercato antiquario romano, alcuni schizzi provenienti dall’album di viaggio di un artista anonimo del XIX secolo. Vari elementi sono utili a ricostruire il percorso di viaggio effettuato dall’artista, ma purtroppo non aggiungono nulla sulla sua identificazione. Tra le località raffigurate vi è la Campagna Romana ed altre non identificate, ciò suggerisce che il tour legato alla realizzazione dell’album si fosse svolto soprattutto in Italia centrale. Ben dieci disegni, accompagnati da didascalie coeve, ritraggono Rocca di Papa, come viene riportato in un articolo di Flavio Altamura, Impressioni di Rocca di Papa nelle matite di un anonimo ottocentesco, pubblicato sulla rivista Castelli Romani, Vicende - Uomini - Folclore, luglio/agosto, 2022.

Flavio Altamura, originario di Rocca di Papa, si è formato all’Università di Roma “La Sapienza”, dove nel 2017 ha concluso il Dottorato di ricerca in Archeologia. Dal 2011 fa parte della Missione archeologica italiana a Melka Kunture e Balchit, in Etiopia, dove dirige lo scavo di siti preistorici. Da molti anni collabora con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Ha condotto numerose indagini nel Lazio e in particolare nell'area dei Colli Albani, occupandosi dello studio e della pubblicazione di vari contesti archeologici e numismatici rinvenuti nella zona. Ultimamente ha pubblicato, in collaborazione con Stefano Paolucci, il volume L’incendio delle navi di Nemi. Indagine su un cold case della Seconda guerra mondiale, Grottaferrata (RM), ed. Passamonti, 2023.

I quadretti sono di dimensioni molto contenute (da 8 x 10 a 18,5 x 12,5 cm) e sono alquanto omogenei per ciò che concerne l’impostazione grafica e gli accorgimenti tecnici.

Due bozzetti rappresentano rispettivamente il Santuario della Madonna del Tufo in via Ariccia e un sentiero, nella stessa località, animato da un uomo che cammina placidamente accanto a un animale da soma. Altre due scene sono invece ambientate nei pressi del centro storico della bella cittadina dei Castelli Romani, facilmente riconoscibile dalle case tipiche, i muri e le strade pietrose, sino ai limiti con i Campi d’Annibale. Un altro bozzetto, di esecuzione particolarmente curata, riproduce invece una piccola cascata sul fondo del Fosso di Pentima Stalla, una rupe vulcanica a picco alta circa settanta metri, grandioso avanzo di eruzione del colossale Vulcano Laziale.

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Le ultime cinque raffigurazioni immortalano scene silvestri, con le tipiche essenze della flora locale come querce e castagni: dei sentieri alberati dai quali si intravedono sullo sfondo i colli tuscolani, dei boschi di alberi secolari e pavimentati da grandi rocce che sembrano riprendere i Campi d’Annibale e le Faete, nonché la cima di Monte Cavo.

Secondo Altamura, nessuno di questi schizzi è stato poi utilizzato come bozzetto per realizzare dei quadri, stampe o altre opere del genere, pertanto le iconografie, con tutta probabilità riprese dal vero, risultano quindi tutte inedite. Di conseguenza non è facile datare con precisione queste piccole opere; tuttavia vi sono alcuni elementi significativi contenuti nelle carte stesse. L’archeologo afferma che si può tentare una prima attribuzione cronologica su base stilistica: i disegni sono molto simili ad altre raffigurazioni della prima metà del 1800, come le matite di Rocca di Papa eseguite da Johann Joachim Faber (1778-1846) ed Édouard François Bertin (1797-1871), senza contare che alla stessa epoca rimanda anche l'abbigliamento dei soggetti rappresentati. Un‘ulteriore indicazione si ricava da uno dei soggetti raffigurati, ovvero il Santuario della Madonna del Tufo.

La chiesa, riprodotta con tratti essenziali ma estremamente precisi, non coincide con quella attuale, che è il risultato di interventi novecenteschi. La facciata affiancata da due piccoli edifici sui lati, corrisponde infatti a quella commissionata dal principe Andrea Doria nel 1792. Riprodotta in almeno un altro disegno dell’epoca (eseguito da Vincenzo Vecchi nel 1832), questa sistemazione fu mantenuta sino al 1854-1855, quando venne sostituita da un nuovo prospetto in peperino voluto dal sindaco Giacomo Botti. Nel 1830, inoltre, fu spianato il piazzale antistante all’edificio, fu risistemata la strada di collegamento al paese e venne eretta una croce lignea, così come si può vedere nel disegno.

 In conclusione, da tutti questi elementi si evince che l’anonimo disegnatore deve aver rappresentato Rocca di Papa in un anno compreso tra il 1830-40 e il 1854.

di Flavia Santangeli, storica locale