“Verso lo sciopero dell'8 marzo: una piazza transfemminista”: iniziativa ad Albano Laziale

Pubblicato: Mercoledì, 28 Febbraio 2024 - Redazione attualità

ALBANO LAZIALE (attualità) - L'iniziativa femminista è prevista sabato 2 marzo alle ore 16 in piazza San Pietro 

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“Una piazza voluta da tutte le realtà transfemmiste dei Castelli Romani, perchè si ricordi con forza che l'8 marzo per noi non è un giorno di festa ma un giorno di lotta.

Infatti siamo ben lontan* dal raggiungere una società paritaria e c'è poco da festeggiare: viviamo e sentiamo ogni giorno la violenza del sistema patriarcale che ci ricorda quanto la battaglia da combattere sia ancora lunga!” scrivono in una nota “Non una di Meno”, Arcigay Castelli Romani e “Free Fatti un’Idea” annunciando l’iniziativa di sabato 2 marzo alle ore 16 in piazza San Pietro ad Albano Laziale.

“Il prossimo 8 marzo, per l'ennesima volta in tutto il mondo sarà sciopero femminista e transfemminista contro la violenza maschile sulle donne e ogni forma di violenza di genere. Scioperiamo dal lavoro dentro e fuori casa, dai ruoli di genere e da tutti i ruoli che ci vengono imposti. Vorremmo discutere insieme in piazza di come il transfemminismo possa liberare' tutt*, creando un mondo senza violenza e oppressioni di nessun tipo.
Infatti il movimento femminista oggi si è definito tranfemminista e intersezionale. Ma che significa?
La parola “intersezionale” fa riferimento proprio alla geometria: il punto in cui due rette si intersecano si chiama intersezione. Ognuna di queste assi rappresenta una condizione che divide le persone in base a una caratteristica: il sesso, la razza, l’identità di genere, l’abilità, il lavoro ecc.
Si chiamano assi di oppressione e ogni asse individua nel soggetto oppresso il protagonista di una lotta di rivendicazione specifica: la donna per l’oppressione di genere, il lavoratore per quella di classe, l’omosessuale per quella legata all’orientamento sessuale… Ogni persona può essere attraversata da più di un asse di oppressione e quindi trovarsi in un punto di intersezione. A questo punto, come schierarsi? Affianco alle donne bianche per combattere il maschilismo o a lato degli uomini neri contro il razzismo? Storicamente, è questa la genesi del femminismo intersezionale: gruppi di femministe nere e/o lesbiche che, alla fine degli anni Settanta, presero coscienza di subire una doppia oppressione, e di essere escluse e discriminate dalle stesse compagne di lotta bianche ed eterosessuali.
Prendere in considerazione le intersezioni tra assi di oppressione rende l’analisi politica e sociale più complessa, ma più autentica. Ed è proprio questo che caratterizza il femminismo intersezionale: non accetta di usare un’unica chiave interpretativa e schiacciare tutta l’esperienza di una persona lungo un unico asse di oppressione.
La violenza di genere, la guerra, il disastro ecologico, l’inflazione: sono tutte conseguenze di oppressioni connesse tra loro e che si alimentano a vicenda. In questo mondo le crisi continue non sono singole emergenze ma segnali evidenti di un sistema che si sta sgretolando, un sistema ingiusto che ci costringe a vivere vite insostenibili e sta portando al collasso del pianeta. Solo distruggendo tutto il sistema potremo insieme cambiare il mondo!
Troviamo la forza di ribellarci, lottare e rifiutare tutto questo” conclude la nota.

 

 

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