Intervista al vescovo uscente di Frascati. "Torno nella mia Bergamo, lascerò lavorare il mio successore"

Pubblicato: Sabato, 16 Settembre 2023 - redazione attualità

FRASCATI (attualità) - Monsignor Raffaello Martinelli lascia il suo posto al vescovo di Velletri Stefano Russo, che si insedierà formalmente l'11 novembre

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Intervista al vescovo uscente della diocesi di Frascati, monsignor Raffaello Martinelli

Il 12 settembre (XIV anniversario dell'Ordinazione Episcopale di Mons Martinelli), Papa Francesco ha nominato S. E. Mons. Stefano Russo Vescovo di Frascati. Egli continuerà ad essere anche Vescovo di Velletri-Segni, in quanto il Papa ha unito le due Diocesi in persona Episcopi. Eccellenza Conosce il nuovo Vescovo?

Senz’altro e per vari motivi. Mons. Russo è stato per vari anni direttore dell’Ufficio beni culturali della CEI; poi il Papa l’ha nominato Vescovo Segretario generale della CEI, e, successivamente nel 2022, Vescovo di Velletri-Segni. Pertanto, in quanto Vescovo di Velletri, fa parte della Conferenza Episcopale Laziale, la quale 3 o 4 volte all’anno si incontra a Villa Campitelli. E’ un ottimo Vescovo e senz’altro contribuirà molto positivamente alla crescita spirituale e pastorale della nostra Diocesi Tuscolana. Per il nuovo Vescovo, senza conoscere il suo nome, avevamo iniziato a pregare già dal Giovedì santo scorso, in ogni S. Messa domenicale nella preghiera dei fedeli. Ora che lo conosciamo, intensificheremo ancor più la nostra preghiera.

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Cosa significa l’unione delle due diocesi in persona Episcopi?

Significa che le due diocesi avranno, come guida, un unico Vescovo, Mons. Russo, il quale procederà gradualmente ad attivare iniziative pastorali comuni, unitarie, nel segno della condivisione, corresponsabilità, al fine di favorire una maggiore collaborazione-comunione fra le due Diocesi Suburbicarie.

E’ una novità questa unione?

Per Frascati sì, ma per l’Italia no. Papa Francesco, già dall’inizio del suo Pontificato nel 2013, incontrando per la prima volta noi Vescovi italiani, ha sottolineato l’esigenza di procedere a un lavoro maggiormente unitario fra noi Vescovi e fra le varie diocesi, per motivi soprattutto ecclesiali, spirituali. E’ un modo importante anche per attuare quello spirito sinodale che in questi anni la Chiesa mondiale sta vivendo con impegno e costanza. Questa esigenza è richiesta però anche da motivi sociali, interrelazionali…che contraddistinguono sempre più il mondo odierno che diventa, ogni giorno di più, da una parte un villaggio globale, ma dall’altro anche sempre più travagliato da divisioni, discordie, guerre.

In questo decennio sono circa una trentina le Diocesi italiane che hanno avuto questa novità. Anche nel Lazio sono state varie le Diocesi che hanno ultimamente vissuto questa novità, ad esempio Tivoli – Palestrina; Frosinone-Anagni…

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Quando il nuovo Vescovo assumerà la guida anche della Diocesi di Frascati?

Personalmente avrei preferito quanto prima, anche per avviare già da subito le iniziative ecclesiali richieste dal nuovo anno pastorale, iniziato il 1 settembre scorso. Questo avevo chiesto alla S. Sede, presentando le mie dimissioni, già da prima dello scorso Natale e scrivendo che sarebbe stato quanto mai opportuno che il nuovo Vescovo potesse iniziare il nuovo anno pastorale 2023-2024 dall’inizio di settembre. Ora, per impegni precedenti, il nuovo Vescovo, Mons. Stefano, ha chiesto di fare il suo ingresso ufficiale il prossimo 11 novembre. Nel frattempo, il Papa ha nominato il sottoscritto come Amministratore Apostolico, da oggi fino all’ingresso ufficiale del nuovo Vescovo. In ogni caso, sarà mio impegno dare a lui la più ampia disponibilità e collaborazione, al fine di assicurare il passaggio delle consegne nel miglior modo, per il bene della nostra Diocesi. Poi saluterò ufficialmente la Diocesi con una celebrazione Eucaristica in Cattedrale, una settimana prima.

E’ vero che Le è stato proposto di prorogare almeno di un anno il suo servizio episcopale a Frascati?

Sì, e ho ringraziato della fiducia. Ma ho fatto presente l’inopportunità di una proroga, per il bene della Diocesi, in quanto il mio servizio, per motivi ben comprensibili, si sarebbe dovuto limitare alle attività pastorali ordinarie.

Con la nomina di oggi del nuovo Vescovo, decadono tutte le attuali cariche pastorali in Diocesi?

Certamente, secondo il Diritto Canonico. Nello stesso tempo, essendo io stato nominato da oggi Amministratore Apostolico, ho riconfermato tutti nei rispettivi servizi diocesani fino all’ingresso ufficiale del nuovo Vescovo, l’11 novembre prossimo. E lei cosa farà dopo l’11 novembre? R) Lascerò la Diocesi di Frascati, ritornerò nella mia Diocesi di origine, Bergamo, mettendomi a completa disposizione-obbedienza del Vescovo di quella Diocesi e dei parroci che avranno bisogno. Noi Vescovi, noi sacerdoti non andiamo mai in pensione… Ogni giorno, che il Signore ci concede, lo spendiamo per Lui e per il bene dei fratelli che siamo sempre chiamati a servire.

E lei cosa farà dopo l’11 novembre?

Lascerò la Diocesi di Frascati, ritornerò nella mia Diocesi di origine, Bergamo, mettendomi a completa disposizione-obbedienza del Vescovo di quella Diocesi e dei parroci che avranno bisogno. Noi Vescovi, noi sacerdoti non andiamo mai in pensione…Ogni giorno, che il Signore ci concede, lo spendiamo per Lui e per il bene dei fratelli che siamo sempre chiamati a servire.

Perché non rimane nella nostra Diocesi di Frascati?

Per un semplice motivo, che risale a 51 anni fa, quando io sono diventato sacerdote. Nel giorno della mia ordinazione sacerdotale, ho fatto al Signore, incuor mio, due promesse: la prima circa le assegnazioni dei posti, avrei attuato il principio: nulla chiedere e nulla rifiutare. Così ho fatto sempre, anche quando mi è stato chiesto di diventare vescovo di Frascati. La seconda promessa: dopo l’assegnazione di un nuovo posto-servizio, avrei interrotto i rapporti con il precedente, non risiedendovi né ritornandovi. Anche questa seconda promessa ho sempre attuato in questi oltre 50 anni, passando da una parrocchia a un’altra, da una diocesi a un’altra, …e devo dire che tali principi mi hanno molto aiutato nel dedicarmi totalmente e serenamente nei vari luoghi, che i miei superiori mi hanno di volta in volta assegnato.

Quale il motivo di questo secondo principio: non risiedere né ritornare nel precedente luogo di servizio?

Varie e complementari le motivazioni. Anzitutto mi devo dedicare totalmente, mente-cuore-mano, corpo e anima, al nuovo luogo di servizio. Inoltre, non intendo intralciare, neppure minimamente, l’opera del mio successore. E anche per favorire, nel miglior dei modi, la collaborazione dei fedeli con il nuovo Vescovo. Non dimentichiamo poi che io rimango, per sempre, Vescovo emerito di Frascati, quindi continuerò a servire, seppure da lontano, la mia Diocesi Tuscolana con la preghiera e la comunione spirituale.

Qualcuno chiede che cosa può farle di regalo-ricordo, alla sua partenza?

Per me non voglio niente. Se qualcuno desidera fare qualcosa, lo invito a fare un’offerta per il rifacimento del tetto e delle facciate della Scuola materna parrocchiale della mia parrocchia di origine: Villa d’Almè. Il costo preventivato è di oltre 600.000 euro. Questo è l’iban diretto della Parrocchia S. Faustino e Giovita: IT19F0503453730000000001031, indicando la causale. Del resto, così ho fatto quando ho lasciato la Basilica San Carlo al Corso a Roma, e sono stato chiamato a Frascati per il servizio episcopale.

Ho chiesto agli amici di San Carlo di aiutarmi a restaurare la Cappella e le sale di rappresentanza del Palazzo Vescovile. E così è stato fatto, con una generosa offerta.

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