VICENDE - L'Assunzione di Maria Santissima nel Duomo di Rocca di Papa firmata da Corrado Giaquinto

Pubblicato: Lunedì, 14 Agosto 2023 - redazione attualità

giaquinto1 ilmamilioROCCA DI PAPA (vicende) - L'artista pugliese fu uno dei più famosi ed apprezzati della sua epoca

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Nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo di Rocca di Papa, al centro della parete del transetto è posta l’opera più significativa dal punto di vista artistico del Duomo, ovvero il grande quadro che raffigura L’Assunzione di Maria Santissima. L’autore è il celebre pittore Corrado Giaquinto da Molfetta.

L’artista nacque nella città pugliese l’8 febbraio 1703 da Francesco, un sarto napoletano e da Angela Fontana.Judo Frascati 3 ilmamilio

Inizialmente venne avviato alla carriera ecclesiastica, ma poi si distinse per il suo talento artistico cosicché venne affidato al pittore Saverio Porta. In seguito si trasferì a Napoli al seguito di Monsignor De Luca, suo mecenate. La prima opera documentata del Giaquinto è il Cristo in croce con la Madonna, San Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, realizzata per la cattedrale della città portoghese di Mafra, commissionata nel 1730 dal re del Portogallo Giovanni V tramite il rettore della chiesa romana dell’Ara Coeli, padre José Maria Ribeiro da Fonseca de Évora.

L’artista ebbe delle prestigiose committenze a Torino e Roma, dove realizzò, tra l’altro, la volta della cappella Ruffo nella Basilica di San Lorenzo in Damaso, la volta e il coro della chiesa di San Giovanni in Calibita sull’isola Tiberina, nonché il grande programma decorativo della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

Tornato a Roma nel 1738, eseguì l’anno successivo il dipinto dell’Assunzione della Vergine per la parrocchiale di Rocca di Papa, su commissione del nipote del Papa Alessandro VIII, il cardinale Pietro Ottoboni. Il quadro fu pagato cinquecento scudi, essendo il Giaquinto uno dei pittori più famosi e richiesti del Settecento e un esponente di spicco del Rococò.

Il dipinto raffigura Maria Santissima circondata da cherubini e putti, il cui attributo iconografico è il giglio che, con i suoi petali puri e bianchissimi, è sempre stato associato al significato della verginità e purezza. Inginocchiato sulla destra in segno di adorazione è raffigurato San Pietro, i cui attributi iconografici sono rappresentati dal libro dei Vangeli e una chiave, per la sua particolare missione conferitogli da Gesù di aprire le porte del Paradiso. Intorno al sepolcro sono raffigurati altri apostoli adoranti. Il dipinto appartiene alla piena maturità artistica del pittore pugliese, come testimoniano i vari bozzetti e disegni preparatori ritrovati da vari studiosi.

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Questa tela – quattro metri e mezzo in altezza e quasi tre in larghezza – fu esposta nel 1959 al Palazzo delle Esposizioni a Roma, nell'ambito della rassegna della pittura del XVIII secolo nella Capitale e successivamente, agli inizi degli anni Novanta, a Palazzo Venezia tra le opere dei pregevoli ornamenti delle ville e delle chiese castellane.

giaquinto2 ilmamilioNel 1753 il Giaquinto ebbe l’incarico di primo pittore di corte a Madrid dal re di Spagna Ferdinando VI, divenendo in seguito il direttore della Reale Accademia di Belle Arti di San Fernando; lavorò anche per i castelli reali di Aranjuez e del Buen Retiro presso Madrid e per il monastero dell’Escorial. Molte sue tele sono conservate nel museo del Prado, a Madrid. La sua influenza sui pittori spagnoli è stata ragguardevole; già punto di riferimento e maestro, durante il loro apprendistato romano, di Antonio González Velázquez, Mariano Salvador Maella e José del Castillo. I suoi lavori in Spagna, così come quelli di Tiepolo, hanno avuto un’influenza decisiva per Francisco Goya.

Corrado Giaquinto morì il 18 aprile 1766 a Napoli, dove si era ristabilito per motivi di salute nel 1762, trascorrendo gli ultimi anni della sua vita.

È stato uno dei protagonisti della pittura del Settecento europeo, nonché uno degli artisti più acclamati del suo tempo.

di Flavia Santangeli

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