"Il principe": su Netflix la storia di Vittorio Emanuele di Savoia. Da principe sparatore a re senza trono. Con l'accusa a Juan Carlos

Pubblicato: Domenica, 09 Luglio 2023 - redazione attualità

vittorio emanuele savoia ilmamilioROMA (serie tv) - Nei 3 episodi diretti da Beatrice Borromeo Casiraghi la tragica vicenda della morte di Dirk Hamer e le traversie degli eredi di Umberto II

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Non ci fosse stato quel "maledetto" referendum del 2 e 3 giugno 1946, sarebbe lui il regnante in Italia, da ben 40 anni. Da quel marzo 1983 in cui era scomparso Umberto II.

Eppure, l'immagine di Vittorio Emanuele di Savoia (che sarebbe stato Vittorio Emanuele IV) che ne viene da "Il Principe – La vera storia di Vittorio Emanuele", uscito su Netflix da pochi giorni, non è decisamente esaltante. Sarà forse per quel "piccolo incidente" accaduto nella notte tra il 17 ed il 18 agosto 1978, in una piccola baia dell'isola Cavallo, in Corsica, ad un tiro di schioppo dalla Sardegna.

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Il 1978, un anno affatto banale: il 9 maggio era stato ucciso, dopo 55 giorni di sequestro, il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Modo. Lo stesso giorno era stato ucciso anche Peppino Impastato, giornalista siciliano, fatto saltare in aria dalla mafia. Pochi giorni prima dei fatti che fecero balzare agli onore delle cronache (nere) il principe ereditario, il 6 agosto a Castel Gandolfo era morto Paolo VI: ed il 28 settembre, dopo appena 33 giorni di pontificato, a morire sarebbe stato anche Papa Giovanni Paolo I.

In quella notte maledetta dell'agosto 1978, però, per la verità di "tiri "ne furono sparati almeno 3 e non da uno scoppio, ma proprio dalla carabina di Vittorio Emanuele che, indispettito da un gruppetto di ragazzi della Roma bene (e non solo) in gita a Cavallo, aveva avvicinato le loro barche ed animato un breve scambio di accuse con alcuni occupanti delle imbarcazioni. Uno dei proiettili che erano stati esplosi dalla sua carabina aveva però colpito ad una gamba il 19enne tedesco Dirk Hamer. Il ragazzo, cui nei giorni successivi era stata amputata la gamba, sarebbe poi morto nel dicembre dello stesso anno.

Per il principe Vittorio Emanuele era iniziata una lunga battaglia giudiziaria che vedeva sull'altro fronte, agguerritissima, la sorella di Dirk, la bellissima Birgit e la stessa famiglia del giovane tedesco. Famiglia che però sarebbe poi quasi del tutto uscita di scena.

Il profilo del principe che ne esce, iscritto anche alla Loggia massonica P2, non è esaltante. Oggi 86enne, nel corso della miniserie (appena 3 episodi), Vittorio Emanuele conferma quello che ha sempre detto nel corso di questi ultimi 45 anni: una linea, quella dell'innocenza, che alla fine anche la Corte d'Assise francese ha riconosciuto al termine del processo di Parigi riconsegnando la piena libertà al Savoia. Libertà che poi per gli eredi di Vittorio Emanuele III diventa completa quando, nel 2002, il Parlamento italiano consente il rientro degli eredi maschi di casa Savoia (Vittorio Emanuele e suo figlio Emanuele Filiberto) nel Bel Paese. Un ritorno non troppo fortunato se è vero che pochi anni dopo il principe finisce nuovamente in guai giudiziari, stavolta per alcuni strani giri di soldi con Campione d'Italia. 

In carcere, il principe confida ad un compagno di cella di "aver fregato i giudici francesi" e di essere stato lui a sparare il colpo che ha ucciso Dick Hamer. Vittorio Emanuele non lo sa, ma lì si registra tutto: la sua confessione tardiva non può riaprire il processo chiuso molti anni prima ma consegna almeno, finalmente, la verità a Birgit ed alla sua famiglia.

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A destare la grande attenzione dei media in questi giorni, però, è quanto Vittorio Emanuele - fuori onda - dice in merito alla morte di Alsonso, il fratello di Juan Carlos di Spagna, freddato da un colpo di pistola in fronte - a quanto pare partito per sbaglio - a 15 anni nel 1956. Il Savoia racconta di essere certo che il colpo sia stato sparato, attraverso un armadio, dallo stesso Juan Carlos dichiarando di essere stato lui stesso a far sparire la pistola.

Un personaggio controverso quello che emerge dalla miniserie Netflix diretta da Beatrice Borromeo Casiraghi e che davvero non riesce a consegnarsi agli italiani scevra di lati oscuri.

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