Ciampino | Officine Civiche su Regolamento beni comuni: “Buona partenza, ora serve cambio di paradigma”

Pubblicato: Domenica, 09 Luglio 2023 - Redazione attualità

CIAMPINO (attualità) - Officine Civiche è promotrice di un regolamento di questo tipo, già dal 2017 sul territorio con una proposta di delibera d’iniziativa popolare firmata da centinaia di cittadini e cittadine

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“Giovedì scorso il Comune di Ciampino ha invitato associazioni e cittadini alla presentazione della bozza di Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, sulla quale si aprirà un percorso di co-progettazione prima dell’approvazione di un testo definitivo. Pochi giorni prima, insieme ad alcuni residenti del quartiere Ciampino Vecchia avevamo organizzato uno “sciopero al rovescio” proprio per evidenziare la necessità di un nuovo approccio nella gestione e cura dei beni comuni, intesi in questo caso soprattutto come spazi pubblici.

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Certamente anche tramite un Regolamento come questo, che ci vede principali propulsori dal 2017 sul territorio con una proposta di delibera d’iniziativa popolare firmata da centinaia di cittadini e cittadine” scrive Officine Civiche in una nota.

“Nell’apprezzata occasione di confronto di giovedì 6 luglio, alla presenza degli amici dell’associazione Labsus, abbiamo avuto modo di ribadire all’amministrazione comunale la necessità di definire il bene comune a Ciampino in virtù del valore intrinseco attuale che questo significa per la comunità: per ogni ciampinese “bene comune” vuol dire IGDO, Appia Antica, Muro dei Francesi, i pochi e dissestati parchi pubblici, le villette della città-giardino oggi inagibili. In definitiva, la parola bene comune riporta in questo territorio a decenni di lotte e mobilitazioni contro le privatizzazioni, l’abbandono pianificato e la cementificazione che ci rende da anni la città con la più alta percentuale di suolo consumato nel Lazio.

Per la nostra esperienza, i patti di collaborazione che andremo ad istituire non dovranno limitarsi a regolamentare le forme di gestione e cura dei beni, ma dovranno anzitutto garantirne l’ampiezza della fruibilità, accessibilità e condivisione. Il Regolamento non deve essere pensato per alleggerire l’impegno economico dell'ente: questo, semmai, può essere uno degli effetti. Lo scopo ultimo dell’amministrazione condivisa dei beni comuni dovrà essere, se vogliamo davvero segnare un cambio di passo, quello di garantire la non esclusività e l’inalienabilità del bene, al fine di preservarlo per le generazioni future.  Judo Frascati 3 ilmamilio

Se questo Regolamento sarà ben fatto - e la bozza ha delle ottime premesse - porterà naturalmente ad aprire delle contraddizioni tra la gestione attualmente egemone degli spazi pubblici (bandi, affidamenti diretti, concessioni, project-financing) e un nuovo paradigma incentrato sui patti di collaborazione. Tutti dovremmo augurarci che queste contraddizioni emergano, perché con uno strumento del genere potremo finalmente limitare il proliferare di quei modelli di accumulazione individualistica nell’utilizzo della risorsa suolo, per anni avvantaggiati dallo stesso potere pubblico.

Per ultimo, abbiamo ribadito quanto già detto in occasione dello sciopero al rovescio: avremo a breve un Regolamento, per cui crediamo sia il momento di rimettere al centro del dibattito quei beni comuni immateriali come il sostegno al reddito e le politiche attive per il lavoro. La stessa Labsus osserva e promuove esperienze locali di cura condivisa dei beni comuni che contemplano strumenti di inclusione sociale e lavorativa, dalle cooperative di comunità alle forme di reddito civico. La sopravvivenza economica di chi, dentro e attorno alla comunità, è in condizioni di vulnerabilità e allo stesso tempo già si prende cura del patrimonio, è un presupposto imprescindibile per parlare di bene comune” conclude la nota.

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