Emanuela Orlandi, 40 anni di misteri, silenzi e depistaggi

Pubblicato: Giovedì, 22 Giugno 2023 - redazione cronaca

 

ROMA (CRONACA) - Troppi anni in attesa della verità

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 22 giugno 1983: Emanuela Olandi, 15 anni, figlia di un alto dipendente del Vaticano, scompare nel nulla dopo essere uscita da una scuola di musica nel centro di Roma, dove era andata a lezione di flauto.

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In poco tempo il caso si trasforma in un intrigo internazionale che coinvolge il Vaticano.

Da 40 anni varie indagini, illazioni, depistaggi, menzogne hanno portato ad un'altalena di speranze e delusioni. Ma la famiglia non si è mai arresa, in prima linea il fratello di Emanuela. 

La prima inchiesta viene chiusa nel luglio 1997. Poi la banda della Magliana, rientra in primo piano a giugno 2008 con le dichiarazioni di Sabrina Minardi, compagna di Enrico De Pedis, detto Renatino, uno dei capi della banda. 

Nulla si è arrivati ad una svolta nemmeno dopo le analisi svolte sulle ossa rinvenute nella cripta di Sant'Apollinare, a Roma, nella quale era stato incredibilmente sepolto proprio il boss, ucciso a Roma nel 1990, in deroga al diritto canonico.

L'11 luglio 2019 si effettua un'ulteriore ispezione ma stavolta in Vaticano, in due tombe del Cimitero Teutonico. Nell'adiacente edificio, è stata individuata una grande quantità di ossa umane, raccolte in numerosi sacchi. Gli accertamenti hanno escluso la presenza dei resti di Emanuela tra i reperti. Prima di Natale, è arrivata la proposta di legge per l'avvio di una commissione di inchiesta parlamentare.

   Pietro Orlandi è stato di recente ascoltato dal promotore vaticano. La speranza è che dopo tutto questo tempo si arrivi alla svolta.

Un mistero lungo 40 anni, all'interno dei quali la famiglia non ha mai smesso di lottare per scoprire cosa accadde il 22 Giugno 1983 e nel tempo successivo.

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