STORIE & METALLO - Cinque anni da Sisto V: l'acqua Felice, il ponte sul Tevere ed il Mosè "ridicolo"

Pubblicato: Lunedì, 01 Maggio 2023 - redazione attualità

ponte felice ilmamilioROMA (storie & metallo) - Papa Felice Peretti è stato il penultimo pontefice francescano: in soli 5 anni ha saputo lasciare un segno sulla Città Eterna

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Ogni Papa ha lasciato qualcosa a Roma, soprattutto tra il Rinascimento e l'ultimo Papa Re, Pio IX. Ogni pontefice passato per la Città eterna, considerata suo possedimento, ha vergato tracce e monumenti, opere e manufatti. Tutti - o quasi - finanziati attraverso pesanti tasse e gabelle che Santa Romana Chiesa ha nei secoli imposto ai propri sudditi.

E'  stato anche il caso di Papa Sisto V, al secolo Felice Peretti, originario di Grottammare (Ascoli Piceno) e penultimo, per il momento, dei frati francescani sui quali si è posato lo Spirito Santo nel corso di un conclave.

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In soli 5 anni di pontificato (e sì che era stato eletto, a sorpresa, nel 1585 perché ritenuto in grado di garantire un lungo regno), Sisto V - che aveva scelto il suo nome in onore del predecessore francescano (quello della Cappella sistina...), morto un secolo prima - ha saputo comunque lasciare la sua impronta.

Del Papa piceno restano i tentativi di riportare ordine e decoro in una Roma decadente ma anche la sua lotta al brigantaggio e i suoi tentativi di riforma della Curia (LEGGI VICENDE - I briganti ai Castelli romani: i rifugi nei boschi tra le rocche e l'azzardo di Sisto V).

A Roma le tracce di Sisto V sono rilevanti: su tutte l'obelisco di piazza San Pietro (ed il completamento della cupola della Basilica, nel lungo processo di realizzazione dell'attuale tempio, completato solo da Urbano VIII Barberini circa 40 anni dopo), trasferito dal centro del circo di Nerone, ma anche il restauro delle colonne Traiana e di Marco Aurelio, sulle quali - nel 1586 - furono poste le statue di San Pietro e San Paolo, patroni di Roma.settimane sportive colline

Ma stretto è stato il rapporto di Papa Peretti con le acque. Si deve difatti a lui la realizzazione del primo acquedotto romano dell'epoca moderna, prima opera dai tempi dell'Impero Romano. L'acquedotto Felice, prendendo acqua dalla zona di Palestrina, portava acqua in una zona di Roma in via di espansione sui colli Quirinale e Viminale ma, soprattutto, portava acqua nella dimora che il Papa aveva acquistato dai Carafa, villa di Monte Cavallo che doveva diventare la più importante delle dimore estive e che si sarebbe poi sviluppata nell'attuale Palazzo del Quirinale, sede di Pontefici, Re e Presidenti della Repubblica italiana.

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Per celebrare l'opera, Sisto V fa realizzare quella che ancora oggi resta una delle più sgraziate ma non meno monumentali fontane di Roma: la fontana dell'acqua Felice, anche detta fontana del Mosè in largo Santa Susanna, all'inizio dell'attuale via XX settembre. Inaugurata nel giugno 1587, la fontana presenta un enorme attico, alto quasi quanto la metà del monumento. Al di là di quanto riportato nella pomposa ed autocelebrativa iscrizione, nel momento in cui nel nicchione centrale venne posta la statua del Mosè è stata ferocemente criticata dai romani proprio per la non eccelsa fattura della rappresentazione del profeta. Tanto da meritarsi l'appellativo "Mosè ridicolo" che davvero non rende onore alle fatiche di tali Leonardo Sormani e Prospero Antichi. Si tratta probabilmente di una delle statue peggio riuscite della Capitale e di una mostra delle acque più... infelici che la Città eterna possa vantare.

Papa Sisto V però aveva guardato anche fuori Roma e risalendo il Tevere aveva voluto realizzare un ponte per attraversare in fiume a nord di Roma. Il punto originariamente prescelto, indicato dall'architetto Matteo Bartolini, si trovava tra Gallese e Magliano Sabina, non distante da Civita Castellana, città che più di un secolo dopo sarebbe stata impreziosita dallo strategico ponte Clementino.

La genesi del ponte Felice (anche questo prendendo il nome da quello di battesimo del Papa Peretti) non fu facile tanto che, tra avvio dei lavori, interruzioni e completamento dello stesso sarebbero trascorsi oltre 20 anni e... tre Papi.expert 1 ilmamilio

LA MEDAGLIA - Realizzata in bronzo (e bronzo dorato), la medaglia propone l'originario disegno del ponte per come lo aveva approvato Papa Sisto V su progetto di Bartolini. In realtà un anno dopo la decisione di provvedere all'intervento, Domenico Fontana aveva preso il posto del Bartolini, mutando il progetto in un ponte a sole 4 arcate e cambiando anche il punto di realizzazione, a Borghetto. Il ponte ancora oggi esistente, carrabile, è dunque differente da quello presente sulla medaglia.

Il conio, di 43 millimetri di diametro e di peso 25,15 grammi (ma ne esistono versioni più spesse), presenta al dritto Papa Sisto V, rivolto a destra. L'ordine francescano di appartenenza del pontefice è ben evidente dal taglio dei capelli del Santo Padre.

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