Un Papa ai funerali del suo predecessore: il precedente di Pio VII e quello (a metà) di Celestino V

Pubblicato: Giovedì, 05 Gennaio 2023 - redazione attualità

papaFrancesco funerali benedettoXVI ilmamilioROMA (attualità) - Un'immagine iconica destinata a passare alla Storia. Nel 1802 e nel 1296 due episodi simili ma profondamenti differenti

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Tra le immagini che la Chiesa di questo terzo millennio sta consegnando alla Storia, oltre a quelle alle quali siamo stati abituati in questi ultimi 10 anni c'è senz'altro lo scatto di questa mattina: un Papa, Francesco, che concelebra i funerali del suo predecessore, Benedetto XVI (morto il 31 dicembre 2022) e ne benedice il feretro.

Un'immagine, al pari di quella - certamente ancor più dirompente del primo storico incontro tra Ratzinger e Bergoglio nella primavera 2013 - assolutamente inedita e particolarmente suggestiva.

In questi giorni sta circolando con grande insistenza il precedente diretto di quanto accaduto oggi: ma si tratta di un precedente che nulla ha a che fare con la storia che unisce Benedetto XVI e Francesco.

La storia è quella di Pio VI e Pio VII, legati entrambi a doppio mandato a Napoleone di cui furono strenui oppositori. Deportato in Francia a seguito dell'invasione di Roma nel febbraio 1798 e la conseguente cattura del Pontefice il 20 febbraio, Pio VI (il cesenate Giannangelo Braschi) arrivò nel Paese d'oltralpe dopo aver trascorso dei periodi a Siena, nella Certosa di San Casciano ed infine a Bologna. Il Papa, ormai molto anziano e malato, venne poi trasferito a Valence, nel sud-est della Francia, dove morì il 29 agosto del 1799. Il suo corpo rimase insepolto fino al 29 gennaio 1800 quando fu finalmente seppellito nel cimitero comunale ma come un semplice cittadino: sulla cassa l'iscrizione "Cittadino Giannangelo Braschi - in arte Papa".judo frascati ilmamilio

Nel frattempo a Roma veniva eletto Papa Barnaba Chiaramonti, che sceglieva come nome - anche in segno di rispetto allo sfortunato predecessore - quello di Pio VII. Nell'inverno 1802 Pio VII riuscì ad ottenere la traslazione delle spoglie di Pio VI a Roma e fu lui stesso il 17 febbraio a celebrare i solenni funerali del suo predecessore in piazza San Pietro.

Il 2 dicembre 1804 Pio VII fu costretto, nella speranza di tenere a bada la "bestia", ad incoronare Napoleone imperatore a Notre Dame.colline nuoto6 ilmamilio

C'è però almeno un altro precedente anche se di forma e sostanza molto diversa.

Bisogna risalire sino al 1296 quando, ad un anno e mezzo dalla clamorosa rinuncia al Soglio di San Pietro, l'eremita ed ex Papa Pietro da Morrone (o Pietro Angelerio), passato alla storia della Chiesa come Celestino V, moriva il 19 maggio a Fumone (in Ciociaria) dopo la lunga prigionia cui era stato costretto dopo le dimissioni.

Celestino V - di cui è celeberrimo il "gran rifiuto" descritto anche da Dante tra gli Ignavi nell'Antinferno - eletto dopo due anni di Conclavi inconcludenti e scelto per la sua "santità in Terra" tra i non cardinali (era un eremita che per anni scelse isolamento e solitudine), venne imprigionato dal suo successore Bonifacio VIII (che ne sostenne le dimissioni da Papa dopo pochi mesi), Benedetto Caetani, per impedirne una fuga in Oriente che avrebbe potuto generare un nuovo Scisma nella Chiesa.

Celestino V era stato il 6° Papa a dimettersi: dopo di lui Gregorio XII e il "nostro" Benedetto XVI.

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Anche se sulla morte di Celestino V molto si è scritto e senz'altro gli ultimi mesi di prigionia pesarono sul suo fisico vecchio ed affaticato, Bonifacio VIII (famoso per aver istituito il Giubileo) - caso unico - portò il lutto per la scomparsa del suo predecessore e celebrò una Messa pubblica in suffragio dando peraltro il via al processo di canonizzazione, concluso nel 1313 (a 17 anni dalla morte) con Clemente V.

Celestino V nel maggio 1296 fu inizialmente sepolto a Ferentino quindi nel 1316 dopo la canonizzazione (non fu santo martire, ma solo santo confessore) la sua salma venne trasferita nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, all'Aquila, proprio dove era stato incoronato Papa il 29 agosto 1294.

Il feretro di uno dei Papi più discussi della storia (che era stato clamorosamente trafugato, ma subito ritrovato nel 1988), dopo il terremoto dell'Aquila dell'aprile 2009 che aveva provocato anche il serio danneggiamento della basilica, era stato riposizionato al suo interno il 5 maggio 2013, esattamente 700 anni dopo la sua canonizzazione.

Sul suo corpo dal 2013 (ma la basilica è tornata visitabile solo nel 2017) è stato posizionato il pallio (paramento liturgico) che Benedetto XVI - e qui il cerchio si chiude - aveva indossato il primo giorno di pontificato e che Ratzinger aveva donato al suo predecessore durante la visita all'Aquila il 28 aprile 2013.

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