Rocca di Papa: tiro al piccione e cortina fumogena. Ma il MEF ha stroncato tutta la nomenklatura di Articolo 1 Mdp

Pubblicato: Venerdì, 26 Gennaio 2018 - Marco Caroni

ROCCA DI PAPA (politica) - La relazione del Ministero ha chiaramente individuato le responsabilità delle criticità economiche del Comune. L'operazione "ripulitura" degli ex Pd subisce un nuovo pesantissimo stop

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Una macchina rodatissima e già vista all'opera quando, tra il 2015 e il 2016, c'era da tirare la volata ad Emanuele Crestini e portarlo a battere il "sistema" formato da Pasquale Boccia, da Maurizio Querini e marginalmente da Carlo Ponzo. Una strategia, funzionale ed efficiente che portò alla vittoria di Crestini nel giugno 2016. Regista di quella impresa, vero e proprio (seppur non unico) deus ex machina fu Bruno Petrolati cui però dopo un po' andò stretto il ruolo di cittadino delegato e andò di traverso il rapporto con Crestini.

Capita.

Oggi identica storia, solo che i nemici di ieri mattina oggi sono i nuovi amici tanto che il citato Petrolati è oggi il vero tessitore di trame politiche (pensate un po', proprio insieme a Pasquale Boccia) di un sistema che vorrebbe a riportare al governo cittadino proprio #quellicheceranoprima. Un sistema supportato dai tromboni di ieri e di oggi, di quelli che tirano dove tira il soldo.

petra nov2017 1

agenzia servizi

 

 

 

 

 

La relazione con la quale il MEF ha bocciato le Amministrazioni comunali degli anni scorsi è l'esempio lampante di quanto sta accadendo. Il tiro al piccione, la cortina fumogena alzata ad arte dai soliti noti della politica roccheggiana, è tesa proprio a nascondere la verità evidente: ovvero che il MEF con la sua relazione ha di fatto bocciato tutta la nomenklatura dell'attuale Articolo 1-Mdp. Nome per nome, facile da verificare.

Nel mirino, come evidente e come facilmente riscontrabile, il Ministero ha messo l'ex sindaco Pasquale Boccia e l'ex assessore al Bilancio nonché ex vice sindaco Maurizio Querini: sul banco dei responsabili delle crititicà generate negli anni scorsi anche, inevitabilmente, l'altro ex assessore ai Lavori pubblici, Mauro Fei. Sono esattamente questi gli ambiti che il MEF ha contestato al Comune di Rocca di Papa chiedendo espressamente all'attuale sindaco, quel Crestini sospinto e pompato proprio da chi poi gli ha voltato le spalle, di "prendere provvedimenti".

Bè, tenersi forte, nessuno dei 3 ex assessori e sindaco sul banco degli imputati fa parte del Partito democratico. Divertente, no? Per quanto il Pd roccheggiano sia oggi (e da almeno 3 anni a questa parte), il peggior circolo dei Castelli romani in fatto di stabilità e compattezza e litigiosità, nessuno degli ex amministratori additati dal MEF tra i responsabili dello sfacelo del Comune di Rocca di Papa ne fa parte.

Pai

 

 

 

 

 

 

 

Ad essere direttamente "accusati" dal Ministero sono dunque la spina dorsale di quell'Articolo 1-Mdp che, di fatto, è servito proprio ai citati Boccia e Querini (e freschi inesperti accoliti) per tentare un'operazione di "ripulitura" che non sta esattamente riuscendo e sulla quale il MEF - sollecitato all'epoca da Crestini - ha invece acceso nuovamente e pesantemente le luci.

Lo scenario che si para in vista di una prossima esperienza elettorale Amministrativa è dunque già definito e il posizionamento dei "soliti noti" delinea un quadro che al di là di possibili aggiustamenti, sarà quello che è oggi.

Un quadro nel quale Articolo 1-Mdp tenta di fare il "gruppone Petrolati", pescando anche nei dissienti di maggioranza e magari attraverso l'idea civica di Pasquale Boccia (Agorà civica, per l'appunto) per tentare di annacquare ulteriormente le tossine di un passato amministrativo che invece la relazione del MEF ha crudamente riportato in bella evidenza.

Ci attende una ammucchiata di liste civiche nelle quali tenteranno di ridarsi un vestito nuovo le solite facce. E, probabilmente, anche nella città delle antenne sarà il momento buono per il Movimento 5 stelle.