STORIE | Museo ebraico di Roma, testimonianza di duemila anni di convivenza

Pubblicato: Venerdì, 14 Maggio 2021 - Giulia Bertotto

ROMA (attualità) - Il percorso espositivo si articola in sette sale

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Il complesso monumentale del Museo ebraico di Roma è inglobato all'interno del Tempio Maggiore, la principale sinagoga di Roma. Il tempio venne costruito tra il 1901 e il 1904 in una delle zone del ghetto che vennero demolite perché degradate. Il museo è stato aperto al pubblico nel 1960 per raccontare la storia della vita ebraica a Roma fin dai primi insediamenti, nel II secolo d.C. (che il popolo ebraico denomina Prima dell’Era Volgare). Il percorso espositivo si articola in sette sale. La prima sala è chiamata Guardaroba dei tessuti, dove si possono ammirare velluti decorati a filo d'oro del Rinascimento, stemmi in stoffe pregiate dei Seicento, merletti.

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La seconda sala è preziosa per la sua testimonianza della presenza ebraica a Roma, che risale ad oltre duemila anni senza interruzioni. Una convivenza socio-culturale che però non ha alterato l'identità ebraica e le sue usanze e costumi.

In questa parte dell'itinerario museale diverse piante della città di Roma nutrono la memoria di questa lunghissima e preziosa convivenza. Si trovano anche calchi di lapidi provenienti da alcune catacombe romane e dalla sinagoga di Ostia antica e manoscritti medievali.

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La terza sala è dedicata alle feste dell'anno ebraico. E' la sala più ricca di oggetti e simboli della spiritualità ebraica: la preghiera, il sabato e le tradizioni che scandiscono il calendario. La quarta sala contiene i Tesori delle Cinque Scole: un tributo ai beni che gli ebrei del ghetto donarono alle loro sinagoghe, tra cui marmi policromi . La quinta sala accoglie il visitatore nella vita ebraica nel ghetto: tradizioni culinarie, oggetti di uso comune, utensili e strumenti dell'istruzione.

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La sesta sala ripercorre il periodo cupo e drammatico delle leggi razziali e le persecuzioni, ma con un “senso di rinascita, di un vivace presente, e di speranza per il futuro” come dichiara il sito stesso. La settima e ultima sala è quella dell’ebraismo libico, dedicata all’immigrazione dei profughi ebrei trasferiti a Roma nel 1967. Infatti 4.000 ebrei libici passarono per l’Italia, duemila di questi proseguirono il loro viaggio per Israele, mentre i restanti si stabilirono definitivamente a Roma. Un esempio importante di integrazione autentica e attiva.

Foto tratta dal sito www.bellacarne.it 

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