Sindaci con Zingaretti: è la fine del civismo trasversale?

Pubblicato: Mercoledì, 22 Novembre 2017 - Fabrizio Giusti

GROTTAFERRATA/ROCCA DI PAPA (attualità) – La scelta personale per il candidato PD si scontra con il ruolo da leader di schieramenti che si sono presentati come autonomi dai partiti. Ma ora la realtà è un’altra...

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Un giorno qualcuno scoprirà per quale motivo la politica locale sia tanto straordinaria nel proporre progetti durante le campagne elettorali e altrettanto straordinaria nello scomparire dalle piazze nel corso dei mesi, trasformandosi gradualmente in altro. Due casi su tutti: Grottaferrata e Rocca di Papa. Realtà diverse, perché mentre Grottaferrata è certamente dispersiva, sempre più quartiere dai contesti isolati e sfilacciati, Rocca di Papa ha conservato la sua caratteristica di ‘comunità collegata’ e di paese, nel senso più tradizionale del termine (seppur con grandi trasformazioni che ne hanno stravolto l’identità particolare in pochi anni). Tuttavia queste città sono accomunate da due amministrazioni che avevano scelto la strada del civismo, eleggendo come sindaci Luciano Andreotti ed Emanuele Crestini. 'Civismo' che oggi appare molto meno nitido dopo la scelta dei due di sostenere, con tanto di firma al manifesto dei sindaci, il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti (leggi Regione Lazio, 203 sindaci chiedono lo Zingaretti bis. Ci sono anche Andreotti, Crestini e Di Felice)

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Si apre ora una riflessione.

A Grottaferrata, ad esempio, cosa è rimasto dei progetti di inizio estate? Del civismo andreottiano solo l’entità gassosa. Esclusivamente consiglieri comunali eletti sembrano essere parte del gioco. Il resto della comitiva si è disperso qualche giorno dopo il voto. Una lista è persino scomparsa al primo consiglio comunale utile (Con Voi). Le altre sono diventate sigle e basta. Nessuna comunicazione, nessuna iniziativa autonoma, nessuna piazza, nessun banchetto informativo, nessun manifesto. Come se tutto fosse evaporato. In tanti in città non conoscono i nomi degli assessori. Ora, con l’appoggio ufficiale del sindaco Andreotti al candidato del PD alla Regione Lazio, anche l’idea di ‘autonomia’, tanto sbandierata nel corso della campagna elettorale, sembra andare alla deriva, visto che tale scelta personale è comunque politica, schierata, e non può non condizionare anche il resto della coalizione. Per farla breve: oggi Andreotti e Bertuzzi, i due contendenti delle ultime comunali, remano dalla stessa parte per eleggere il Governatore uscente. Va detto che, al contrario di quanto di diceva sulla trasversalità del contenitore che sostiene l’attuale amministrazione, l’area di centrosinistra della componente di governo era già nettamente preponderante (gli assessori lo sono tutti, i consiglieri comunali quasi). Il capo della maggioranza ha scelto il campo da gioco che gli è sempre appartenuto. Stavolta a carte scoperte. E tutta quella storia dello sganciamento dal partitismo che turbava le scelte locali oggi è un po' meno credibile. Ma si spera, ovviamente per coerenza, che venga mantenuto almeno in parte.

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Non diverso, anzi è simile, il discorso su Crestini. A differenza di Andreotti il suo, però, è un vero cambio di casacca. Nel 2010 si candidò con il Popolo delle Libertà a Grottaferrata, nel 2011 a sostegno di Enrico Fondi (centrodestra), nel 2016 è stato eletto sindaco contro il PD di Marika Sciamplicotti anche con i voti, sopratutto nel ballottaggio, dell’area moderata e grillina. Ora l’approdo sulla riva del candidato Dem alla Regione. Va detto che il primo cittadino di Rocca di Papa sta vivendo un periodo complicato. I casi di Mondo Migliore, quello delle antenne, quello misterioso e per certi versi inquietante della vicesindaco Giannone e la grave spaccatura nella maggioranza con la nascita di 'Voi con Noi' hanno consumato il grande consenso ottenuto solo un anno e mezzo fa. La scelta su Zingaretti potrebbe quindi rientrare nell’orbita e nel bisogno di una ‘tutela politica’ che sappia far da argine e da collaborazione sui problemi reali.

Detto questo, non si riesce a comprendere il motivo per cui un esponete che si presenta come civico senta la necessità di schierarsi apertamente e pubblicamente per un uomo di partito e fortemente caratterizzato politicamente come Zingaretti, rischiando così di pregiudicare un percorso che era fatto, almeno a parole, di indipendenza, autonomia dalle segreterie e da quella politica dei professionisti che è ormai vista dagli italiani in modo negativo. Qualcuno dirà che sono scelte personali, ma lo sono se rientrano nella sfera esclusivamente privata e non diventano forma di visibilità e al tempo stesso, dunque, di un segnale verso il proprio elettorato o i propri consiglieri.

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Un meccanismo difficile da far comprendere ai cittadini. Del resto il record di astensionismo, il peggiore nell’ultima tornata elettorale a Grottaferrata (perché non è vero che la fuga alle urne è uguale ovunque), è di queste piazze. Anche Rocca di Papa ha avuto questo problema nel 2016, E’ servito a far riflettere qualcuno? Macché.

Un’altra riflessione rientra nelle considerazioni generali: e se Zingaretti dovesse perdere le Regionali del 2018? Sia il centrodestra e sia il M5S, nei primi sondaggi, non sono poi così lontani. La campagna elettorale è lunga, i colpi di scena dietro l’angolo ed il PD, al momento, non ha ancora costruito una coalizione di ampio respiro nel Lazio. A quel punto tutti quei sindaci che potevano astenersi dall’applauso potrebbero avere comunque delle ripercussioni sul piano politico e di immagine.

Resta infine il punto da cui siamo partiti: il civismo è già andato a farsi benedire o è ancora percorribile dopo un cambio di strategia preciso e perimetrato?

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Commenti  

# maurizio aversa 2017-11-22 10:37
E' un errore credere che i quesiti posti dall'autore dell'analisi siano circoscrivibili a Grottaferrata e Rocca di Papa o ai Castelli. E' riflessione politica a tutto tondo. Secondo sarebbe anche giusto cogliere il momento è proporre un confronto pubblico ampio sul tema della politica e della partecipazione: sia nel quotidiano che nei periodi elettorali. Come esponente regionale del PCI sono disponibile a qualunque confronto sul tema Il Mamilio voglia organizzare e/o divulgare se organizzato da altri.
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