Quando cade un sindaco. I casi di Frascati (bis), Ciampino (a breve), Monte Compatri e Grottaferrata

Pubblicato: Giovedì, 18 Febbraio 2021 - redazione politica

FRASCATI (politica) - Alla caduta di Mastrosanti potrebbero seguire a stretto giro quelle della Ballico e di D'Acuti

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Dopo 4 anni a mezzo Frascati si ritrova a vivere l'esperienza che aveva vissuto (in quell'occasione a distanza di circa 11 lustri...) nell'estate 2016: l'arrivo di un commissario prefettizio. In quell'agosto toccò a Bruno Strati guidare l'Amministrazione tuscolana per circa 10 mesi dopo la caduta di Alessandro Spalletta: vedremo ora a chi spetterà il compito di portare per mano la città per i prossimi 4 o 7 mesi.

La prima ipotesi di voto Amministrativo è quella del 12-13 giugno, ma è probabile che anche in questo 2021 il voto slitti a settembre.

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Il "caso Mastrosanti" è da manuale. Dopo anni di sfilacciamento, di "acquisti" e "cessioni", di "tradimenti" e di recuperi tra le file, in 10 consiglieri - tra opposizioni vecchie, nuove e nuovissime - si sono recati dal notaio e dimettendosi contemporaneamente hanno fatto cadere il sindaco.

Mastrosanti è rimasto vittima del difetto della prima ora: quello di una squadra apparentemente civica ma ampiamente iniettata di politica di derivazione nazionale (e la sedicente candidatura di Mario Gori quale sindaco del centrodestra, con i simboli di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia la dice molto lunga) e, soprattutta, zeppa di "quelli che non c'erano prima". Che poi era una clamorosa menzogna.

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Insomma, il "caso Mastrosanti" dimostra che il "manuale Cencelli" è sempre attualissimo e che per cadere un sindaco ha bisogno del "tradimento" dei suoi. D'altra parte opposizioni, per definizioni, sono minoranza insufficiente.

Cosa, alfine, paga Mastrosanti? Una eccessiva autoreferenzialità, come i vari Marziale, Lonzi, Travaglini (che però ha cambiato più volte schieramento), Arianna Gori (vedasi sopra), Franco D'Uffizi e Paola Gizzi in queste ore hanno voluto evidenziare. Ma anche l'aver costruito una coalizione nata in strenua opposizione ad altro e, soprattutto, l'inadeguatezza di alcuni esponenti. Al fianco di chi ha lavorato, in questi 3 anni e mezzo, c'è stato anche chi non ha saputo portare a casa nulla. Nulla. E i fatti parlano molto chiaro per quanto nei prossimi mesi si tenterà di fare credere il contrario.

E insomma tutti i nodi sono venuti, debitamente, a pettine. Così cade un sindaco.Comunita Tuscolana banner

Il prossimo passo sarà Ciampino. Il rabberciato ed inconcludente governo cittadino della sindaca, Ballico, che aveva promesso fuoco e fiamme ha già prodotto spaccature a profusione e, in appena un anno e mezzo, un bel via vai in Giunta.

I numeri sono risicatissimi.

L'impopolarità che sta caratterizzando questo mandato amministrativo è cresente e questo porterà con estrema probabilità - ma lo avevamo visto subito (LEGGI Risposta del direttore de ilmamilio.it al sindaco di Ciampino Daniela Ballico) - alla caduta della sindaca-sindacalista nei prossimi mesi se non prima. Impopolarità unita alle tante, tantissime gaffe inanellate nel corso di questi pochi mesi di governo ed una inconcludenza amministrativa palese.

Insomma, anche l'Amministrazione ciampinese è alla frutta e con ogni probabilità di ripeterà quanto avvenuto con Terzulli, costretto ad alzare bandiera bianca prima del tempo.

Così cadrà un sindaco.

L'altra Amministrazione destinata con ogni probabilità a non durare l'intero mandato è quella del sindaco Fabio D'Acuti di Monte Compatri. Anche qui politicamente se ne sono viste parecchie, su tutte la gravissima e rovinosa rottura con l'ex sindaco Marco De Carolis.

Una fine prematura quasi scritta e probabilmente rimandata - come nel caso di Frascati - dalla pandemia. Anche Monte Compatri con ogni probabilità tornerà al voto prima del 2022 anche perché l'esperienza amministrativa (oltre che quella politica) è molto deludente.

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L'ultimo caso degno di nota è quello di Grottaferrata perché nel paese della "demokrazia" la regola diventa l'eccezione. Il sindaco pro tempore ha avuto la bravura e la fortuna di ritrovarsi in Aula una maggioranza fatta - ad eccezione di un paio di elementi - di debuttanti o quasi. Scarsa esperienza politica ed amministrativa che sta tornando utilissima per evitare botte di testa.

Non contento di questo, il sindaco ha imposto il silenzio e l'ubbidienza ai suoi, riuscendo al contempo a fare "spesa" di appoggi tra i banchi dell'opposizione (il caso Paolucci è clamoroso) e riducendo al minimo l'azione delle opposizioni. Che, guarda un po', si riconoscono principalmente nei due fuoriusciti dalla maggioranza: Garavini e Pavani, gli unici ad avere avuto il coraggio (l'ardire) di dire al sindaco iperautoritario "no, grazie".

Il nulla amministrativo al quale assiste la città di Grottaferrata è conclamato, ma il fortino "politico" costruito mette all'assoluto riparo il sindaco. Anzi, nonostante in città la popolarità del sindaco dei "luoghi dell'abbandono" sia via via calata, alcuni lo considerano già vittorioso alla tornata elettorale del 2022.

Ma i nodi verranno al pettine, uno ad uno, anche in questa bizzarra realtà in salsa grottaferratese.

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