STORIE | Paolina Borghese, capolavoro neoclassico alla Galleria Borghese

Pubblicato: Mercoledì, 10 Febbraio 2021 - Giulia Bertotto

ROMA (attualità) - Nella scultura la donna è ritratta in una posa sensuale, distesa su una sorta di chaise-longue, con i seni in mostra e un drappo che la avvolge lasciando scoperta una parte parte delle natiche e le gambe

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La celebre statua di Paolina Borghese come Venere Vincitrice, conservata alla Galleria Borghese, nella splendida cornice di Villa Borghese a Roma, è una scultura iconica e ammirata in tutto il mondo.

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Il capolavoro venne commissionato dal principe Camillo Borghese ad Antonio Canova nel 1805 e consegnato nel 1808. Nella scultura la donna è ritratta in una posa sensuale, distesa su una sorta di chaise-longue, con i seni in mostra e un drappo che la avvolge lasciando scoperta una parte parte delle natiche e le gambe.

La postura rimanda infatti alle sculture classiche, come le le antiche statue romane ed etrusche, sdraiate sui sarcofagi decorati. La principessa è esibita come la dea Venere, di una bellezza ideale ma fortemente erotica. Lei stessa sembra che disse: “ogni velo può cadere dinanzi a Canova”. Era una donna vivace, maliziosa, e così la descrivono anche molte male lingue della sua epoca. Nella mano sinistra tiene una mela, evocando la vittoria di Venere nell'episodio mitologico del Giudizio di Paride.

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Impressionante la resa sul “materasso” marmoreo: la donna sembra davvero esercitare una pressione con il peso del suo corpo sulla morbida base che la sostiene. Di questa opera esistono numerosi disegni e bozze progettuali, con i riferimenti utili alla lavorazione con il marmo. Sappiamo che in parte alcune fasi mediane della creazione venivano svolte dai fidati allievi e assistenti di Canova, che poi dava invece l'ultima mano per dare l'effetto di autentica carnalità all'opera. Al di sotto dell'agrippina, cioè questa sorta di divano, è presente un meccanismo originale e ancora funzionante che permette alla scultura di girare interamente su se stessa, mostrando il suo splendore a ogni lato.

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Camillo Borghese aveva sposato Paolina Bonaparte, sorella audace di Napoleone, quando lei era rimasta vedova, a soli 23 anni. Di lì a un anno sarebbe diventato imperatore ed era per lui un'ottima mossa quella di prendere per moglie la nobile. Camillo la sposò senza neppure aspettare l'anno di vedovanza e si trasferirono a palazzo Borghese.

La principessa amava lo sfarzo, il lusso, la vita agiata e le feste, ma anche passeggiare nel parco, ne chiuse infatti una parte ai romani, limitandone l'accesso. Questo gesto le costò molte antipatie tra i cittadini. Il matrimonio non fu radioso ma suo marito convocò comunque il più prestigioso artista dell'epoca per il ritratto marmoreo della moglie.

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Fu lei stessa, non più giovane, a chiedere al marito di non mostrare più l'opera con le sue nudità. In ogni caso l'opera giunse nel museo nel 1838 e da allora migliaia e migliaia di turisti hanno ammirato in essa arte ed eros.

Foto tratta dal sito www.galleriaborghese.beniculturali.ittennis colline ilmamilio